Terza lezione, in data 11/11/2012.
Dopo due settimane di scarso allenamento per qualche problemino personale e fisico (nulla di grave, ma comunque dei contrattempi che mi hanno abbassato tempo e voglia di allenarmi) la domanica mattina mi ripresento al posto dell’altra volta.
Anche in questo caso la prima ora è dedicato al Kali, oggi sono da solo, praticamente una lezione privata.
Come da programma arrivati i ragazzi del corso MMA si comincia.
Iniziamo il riscaldamento correndo.
Poi si passa a fare questo esercizio con i coni:
corsa all’indietro su un lato lungo della palestra, corsa “del coniglio” (anche se a me sembrava più una rana) sull’altro lato lungo della palestra, spostamenti a 45° stando assestati in guardia lottatoria sfruttando dei coni da segnalazione.
Le gambe già stancate dall’ora precedente dedicata ai triangoli del Kali mi fanno sentire subito la fatica.
Penso che sarà pesante…
Poi, sempre per fare riscaldamento/preparazione dando anche un occhio alla tecnica e alla propriocettività (mi piace questo approccio del cercare di ottimizzare al meglio i tempi) passiamo al “pummeling” dalla posizione di lotta in piedi.
Il primo giro è sostanzialmente di sole braccia, piedi allo stesso livello e peso sul compagno ma cercando comunque di mantenere radicamento ed equilibrio.
Poi si passa a fare lo stesso esercizio con una gamba avanzata e l’altra arretrata, con il cambio delle braccia si scambiano anche le gambe.
Aggiunta ulteriore: in accordo con il compagno, a turno mentre si fa lo stesso esercizio di prima si scende di DL.
Nota mentale
: importante lo studio del momento, quando lui stacca e in quell’attimo smette di spingere.
Inoltre noto che quando me lo fa Riccardo quello che sento è la sua spalla che praticamente dalla base dello sterno scende giù spingendo come se strisciasse su di me, la sua testa è alta e contribuisce a premere sul costato per togliermi equilibrio.
Io non sempre riesco a ricordare di lavorare con la testa in questo modo.
Devo ricominciare a lavorare gli esercizi sul collo per migliorare la dimestichezza nell’usare la testa in questa maniera.
Lavoro sempre “propriocettivo” sulla palla medica, partiamo sempre a schiacciarla con il petto, cercando di tenerla sempre schiacciata senza sbilanciarsi in avanti.
Da li si passa in kesagatame, poi in 100Kg, quindi in kesagatame dall’altra parte per poi passare in mount.
Poi aggiungiamo dalla mount chiudere la palla con le coscie e rotolare avanti o dietro per tornare in mount o in una posizione similare alla full guard.
Poi capriole da terra per abituare la testa in questa situazione.
Aggiungiamo un lavoro di rotolamento su compagno sdraiato.
Lui sdraiato a pancia in su, io anche ma ortogonalmente a lui con testa a contatto con la vita, capriola all’in dietro di fatto rotolandogli sopra ad arrivare con un ginocchio sulla sua pancia/petto e l’altra sul tatami.
Lavoro di braccia in piedi, riprendiamo con il lavoro di combinazioni dell’altra volta.
1) Jab sinistro, slip esterno sinistro (occhio a tirare su la spalla a copertura), montante sinistro, gancio sinistro e cross destro.
2) Gancio corto e subito dopo gancio lungo con stesso braccio mentre mi allontano.
3) Jab sinistro, slip esterno sinistro con cross destro incrociato, montante sn (idealmente al fegato), gancio sinistro e diretto destro.
Passiamo a lavorare con il compagno su tempi e ritmo.
Ambedue con i guantoni la sequenza è un semplicissimo jab-jab.
L’idea è interrompere tra il primo ed il secondo jab con il mio jab e piazzarne poi un altro.
Il passaggio successivo è interrompere sempre in suo jab-jab (che tira liberamente , muovendosi come vuole e con il tempo che preferisce) jab-jab slip esterno sinistro e di nuovo jab.
Questo per mettere un terzo colpo cambiando il ritmo mettendoci un “vuoto” per cercare di destabilizzare il compagno.
Da ora in poi ce lo indicheranno come “1, 2 e 3” per indicare la “pausa” tra i colpi dovuta allo slip.
Stesso gioco ma mettendo jab-cross, in questo caso chi interrompe mette jab-cross e cross, il movimento di “vuoto” è fatto con il busto in dietro verso destra.
Poi a turno combinazioni chiamate (esempio: “1 e 3” sta per jab, slip, jab-cross-gancio; “3 e 2” sta per jab-cross-gancio, slip, jab-cross).
Iniziamo a mettere anche i calci nelle combinazioni.
1) Jab e jab + low kick.
2) Jab-cross e jab-cross + low kick.
3) Jab-cross-gancio e jab-cross-gancio + low kick.
Queste tre combinazioni sono da inserire sempre nell’idea di interrompere il suo jab-jab muovendosi liberamente.
Effettivamente quando mi riesce entrare nel momento mi crea lo spazio per il resto.
Naturalmente non è facile riuscirci, anche se il compagno pur cercando di non darmi un ritmo troppo prevedibile, comunque è limitato nel suo “jab-jab”.
Alla fine i miei polpacci sono belli induriti, mi spiace solo di non avere un compagno con cui allenare questo aspetto di ritmo e tempo, ma credo di avere comunque tanto la voro da fare solo a ivello di combinazioni a vuoto.
Cambio maglietta e lotta a terra.
Riprendiamo il ripasso della scorsa lezione: triangolo, blocco del triangolo con braccio che “cintura” la gamba del compagno, gambe che si aprono, mani dietro l’incavo delle ginocchia ad incrociarsi e strozzare con mani e ginocchia.
Oggi invece ci viene proposta come “contro-contro”-triangolo il passaggio in omoplata.
La mia difficoltà nel muovermi per terra e la mia scarsa mobilità articolare da sdraiato mi rendono difficilotto questo passaggio.
Posso aiutarmi prendendo una sua gamba e tirando con il braccio per girarmi nella direzione del braccio con cui mi ha “cinturato” la gamba per evitare il triangolo, ma comunque la difficoltà è nel lasciare le gambe.
Non mi sento sicuro e ho sempre impressione di perdere il controllo.
Lavorando meglio con la gamba che gira, cercando di passargliela sotto la faccia o il mento effettivamente lui è molto più bloccato ed il passaggio mi sembra decisamente più fluido.
[aggiunta successiva]: come "contro-omoplata" ci viene proposto questa possibilità, di rotolare addosso al compagno prima che la sua omolpata venga chiusa.
Effettivamente tra vederlo fare e provare a farlo ci passa il mondo, mi sembrava difficilissimo, ma in fase comunque collaborativa mi viene molto fluido, e la sensazione è proprio quella si dieguire la linea di forza che applica.
Nella prossima lezione vedremo come completare un asequenza basata su questi passaggi e costruirci un drill.
Mi sorprende sempre come il concetto di far fluire e seguire con fluidità e continuità mi risulti così lampante ed illuminante quando ci si allena nella lotta.
La tecnica in se non vale nulla, importa come portarsi nella situazione di poterla fare e come potrela concatenare con altre azioni a seconda di come si muova il compagno.
Da un significato vero al concetto di "wuwei", tanto caro al WC e alle AM cinesi di ispirazione taoista, che però facendo chi sau mi è sempre parso fondamentalmente un concetto astruso e slegato dalla pratica.
Ricordo sempre il post di Gibi che dice in sostanza "il chi sau non è altro che pummeling di lotta" .......
Finisce l’ora, purtroppo oggi non c’è tempo per lo sparring.
Per quanto mi piaccia la lotta ho comunque apprezzato il lavoro in piedi, forse per i miei problemi di mobilità che sento iniziano a ridursi (e anche i calci mi sono venuti nettamente meglio di quando ce li ha fatti tirare la prime volte l’anno scorso).
Se devo descrivere in due parole il lavoro odierno: tempo e ritmo.