Si, ma nel senso che non mi sono ben espresso io.
La mia posizione su Kata e Bunkai è nota e datata, ma non per questo deve essere nota a tutti
Io penso che siano stati, collocandoli al loro tempo, l'equivalente dei tutorial su youtube di oggi.
Se devi creare una organizzazione, disseminata per il paese, hai bisogno di un metodo che ti consenta di far si che tutti, indipendentemente da dove pratichino e con chi, acquisiscano quei movimenti, con quelle direttive, secondo quello stile.
Ovvio che se le tecniche in questione sono 1000, diventa un macello, anche solo a livello mnemonico, laddove Sensei pincopallo ha tutto bene in mente, ma Sensei tizioecaio invece no.
Allora fai come si fa con i bambini cui insegnare i mesi e di quanti giorni si compongono, ossia non ripetendo i dodici mesi da Gennaio a Dicembre con i relativi 30, 31, 28, sparsi, ma con una filastrocca, una canitlena facile da memorizzare.
Idem il Kata, che diventa una coreografia più facilmente memorizzabile rispetto a tutti i kihon di cui si ocmpone, specie se ammantata dall'enfasi del combattimento immaginario contro più avversari et similia.
In quel modo, facendo i Kata, tanto a Tokyo quanto a Osaka, tutti praticano quei gesti nello stesso modo.
Forse il livello cala un pò, ma il movimento si allarga.
Ovvio che, Funakoshi con i suoi 7/8 allievi, non ne avesse un gran bisogno, poteva badare al dettaglio allievo per allievo, far fare le tecniche singolarmente senza rischio di incasinarsi.
Cosa diversa è quando si pensa di dar vita a JKA, JKF, WKF ecc.
Personalmente penso che in origine, i Kata stessero sulle dita di una mano, a prescindere dallo stile.
Poi però è anche diventata, oltre che una buona soluzione didattica in mancanza di internet e collegamenti rapidi, anche una specialità sportiva, cosa che ha inevitabilmente incentivato il moltiplicarsi dei Kata come numero.
Già con Gigo Funakoshi, erano più che triplicati
Sui Bunkai, ho sempre detto che, li trovo utili se si tratta di suggerimenti, del tipo che, l'insegnante, mostra una o più, fra le molteplici, interpretazioni di quel frangente, che siano di evasione, percussione, rottura, lotta o blocco, in modo che, i suoi alievi, possano incuriosirsi e cercare ciò che più gli si confà, invece che chiudere gli orizzonti in un "a questo rispondi con questo" che è la via più certa per il pronto soccorso.
Quando però i Bunkai vengono codificati, smettono di essere esempi e suggerimenti, diventando Kata a loro volta, così che, quel cambio di direzione con la tal parata, si autolimita a un attacco da un secondo avversario proveniente da un'altra direzione, mentre per me, magari è proprio una proiezione sullo stesso avversario.
Ma se codifico anche le applicazioni, tanto vale dire che, lo Shotokan per esempio, ha 60 Kata, dopo di che però occorre restare seri e non ridere