Ne capisco poco....
Provo a spiegartelo. Inizialmente sta spiegando come il pugno dev'essere eseguito con l'intero corpo, che quindi tutte le sue parti devono essere connesse e integrate nel movimento. Questo vale anche per passo e mano, che devono arrivare assieme e questo è impossibile senza un corretto allineamento della struttura corporea - in particolare piede/mano/testa. Il movimento deve poi partire dal "centro corporeo" quindi dal movimento delle anche o dei fianchi, che è molto più importante di quello delle mani. Con tutte queste premesse - e già non è facile lavorarci, senza di quelle per lui un pugno non ha senso...- si possono concatenare anche più colpi.
Giusto per fare l'avvocato del diavolo...ma... questo in cosa differisce dalla boxe?
In questo nulla. Anche se forse si insiste maggiormente sul lato priopercettivo. Uno deriva dall'altro, nel senso che alcuni degli allievi iniziali di Wang Xiang Zhai venivano dal pugilato e lui stesso giudicò la boxe occidentale un metodo razionale, quindi prese molto da essa. Poi il suo principale allievo Yao Zong Xun introdusse anche l'uso di colpitori, sacco, corda, corsa e guantoni. Per questo li trovo integrabili e complementari. Me ne sto accorgendo ora che nelle MMA stiamo dedicando una lezione allo striking e quindi al pugilato. Tra parentesi, adoro da sempre il pugilato. Una delle differenze è poi che la guardia dell'Yiquan è più lunga e più larga, probabilmente perché elaborata inizialmente in un contesto senza protezioni. Difficile passare da una tipologia di guardia all'altra.
Nell'altra parte del video si sottolinea come nel pugno dell'Yiquan la parte (non solo il braccio) che non colpisce è quella che tira, per generare la forza contrapposta che si scarica nel pugno. Quindi non si spinge in avanti (qui la differenza con il pugilato occidentale). E' una sorta di tensione elastica, come tendere un arco. Se c'è altro chiedi pure...
Ok, questo cmq ha senso, e torna anche con l' "hikite" del karate, e anche nella boxe a volte capita (anche se è "istintivo" e non cercato/voluto). Però un pugno tirato andando indietro perde parte della forza che potrebbe avere.....
Non si va indietro, ma avanti. E' come appendersi ad una corda fissata al muro davanti a te e tirare, mentre si colpisce avanzando con l'altra. Questa idea si nota nel video.
Era più nel tirare con il braccio opposto che vedevo la differenza. La mia ipotesi che sia un tentativo di portare delle meccaniche "tradizionali", prese in particolare dal pugno dello Xing yi quan ("Beng quan")
[1], che fu la prima arte marziale di WXZ, adattandole ad una guardia alta e ad un contesto di Sanshou, quindi più libero e meno preordinato. Ad uno stage qualche anno fa, disse che il primo bersaglio di quel pugno era la gola o il setto nasale e si doveva tirare solo quando si era sicuri di tirar giù l'avversario (un colpo, un morto). E' un pugno molto forte. Insomma non credo sia per jabbare, ma abbia una diversa e contestuale/specifica funzione...
Sono convinto che la salute dei suoi praticanti anziani, di chi ha praticato un'arte marziale per una vita, sia uno dei sintomi della validità di un metodo o stile. Non l'unico, ma non da sottovalutare. Per la mia visione rappresenta un tassello importante.
Son d'accordo con te su questo... ma forse è anche cosi in salute perchè non ha preso molti pugni in vita sua?
Lui disse di aver partecipato a diverse competizioni di Sanda/Sanshou, sia regionali che nazionali, in gioventù e anche fino ai 30/35 anni. Anche suo figlio e alcuni suoi allievi hanno partecipato a competizioni di Sanda. E' ancora molto combattivo per la sua età rispetto ad altri maestri e i suoi colpi, te lo assicuro, fanno ancora male. Purtroppo, come molti maestri cinesi, è restio su certi argomenti: quando gli chiesi come si allenava quando faceva le gare, mi disse che vi erano anche molti altri allenamenti, ma che ora dovevamo allenare gli esercizi fondamentali che ci proponeva. Sono convinto che in passato il suo allenamento fosse differente da quello attuale e in parte è comprensibile e perfettamente taoista. Dall'altra, fa arrabbiare un curioso come me...