A quanti di voi, se insegnate AM tradizionali, sarà stata rivolta una domanda che inizia con "ma se..." , ma se lui fa così, ma se io faccio cosà, ecc. ecc., di solito sono le domande più frequenti e più insensate che ci si sente rivolgere, e non solo dai neofiti o principianti, a mio avviso è proprio la non comprensione di ciò che si va a fare che genera le migliaia di "ma se" nella testa di chi ci sta di fronte.
Lo stesso tipo di domande che al contrario non vengono mai, o quasi, sentite all'interno di un corso di SDC, qui è più facile, ci sono delle regole che ti dicono esattamente quello che puoi o non puoi fare, di conseguenza ti alleni a reagire a quello che l'avversario potrà fare a te, devi picchiare l'altro meglio e di più di quanto lui picchi te, lo scopo è vincere, ci si allena e ci si specializza in funzione solo di un regolamento o di un altro.
E qui si concretizza, dopo centinaia di anni di evoluzione-involuzione, la differenza abissale tra un AM tradizionale e un SDC, all'origine c'era la brutalità, la violenza incontrollata, senza stile, bestiale, poi, ad un certo punto della sua storia, l'uomo ha iniziato ad affinare tecniche di allenamento volte a rendere questa furia meglio controllata, più efficace, più lucida, ma la funzione di "apprendere per uccidere" rimaneva inalterata, per secoli. E di nuovo si evolveva, soprattutto in oriente, mentre qui da noi ci si rivolgeva alle armi da fuoco, abbandonando velocemente "l'arte", in ricerca di maggiore controllo, di ricerca estetica, nascevano gli stili, a centinaia, la funzione "imparare ad uccidere" perdeva l'importanza avuta prima...