Ciao,
dopo recenti esperienze ho capito che il termine "pretendere" è corretto!
Effettivamente nel praticare un'arte marziale si mettono oltre che tempo e soldi anche tanta passione. A questo deve corrispondere un analogo impegno da parte di chi insegna per far progredire i propri allievi. Do ut des.. Altrimenti ci si prende in giro.
Questo modo di approcciare lo puoi vedere applicato ad ogni cosa come ad un ristorante dove si mangia male o un corso di inglese.
C'e' chi al ristorante quando si e' mangiato male lo dice esplicitamente, chi fa casino x avere uno sconto, chi si rifiuta di pagare ma nella maggioranza dei casi paghi esci e non ci torni piu', facendo pubblicita' negativa.
Nello specifico un buon insegnante deve avere ben chiari i principi dell'arte che vuole trasmettere, esemplificarli in maniera semplice e corretta e soprattutto avere la pazienza e la voglia di verificare che gli allievi li abbiano compresi correttamente con il corpo (non solo a livello concettuale).
Altrimenti si pratica come fessi per anni e ci si ritrova con un pugno di mosche..
(e qui mi autocensuro in ossequio al regolamento del forum...)
Questo e' il metodo che funziona forse in una palestra ma credo che chi possiede quei requisiti tendenzialmente non abbia tanta voglia di passare la sua vita in una palestra ad insegnare ai "casual pro" di turno. Questa mia idea deriva dal fatto che gli e' stato insegnato in un modo nettamente differente e probabilmente lui applichera' lo stesso metodo.
Tralascio il discorso di cattiva o parziale trasmissione, di negligenza volontaria del maestro, avidita' o altri discorsi affini.
A mio avviso non conta che uno ti coccoli passo dopo passo quanto che sia valido il metodo di allenamento. Non riesci a seguirlo? Probabilmente non vuoi seguirlo.
Chi lo dice che il tjq e' per tutti? Chi lo dice che diventare bravi pittori o musicisti e' per tutti?