Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.

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Offline GiBi

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Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« on: November 13, 2012, 18:00:43 pm »
+15
Questo topic nasce da una (amara) riflessione fatta nel topic del Thai che mena uno “streetfighter”

https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=14034.0

Un considerazione "vaga" ma spero pertinente:
 questo 3D mi fa rendere conto che l'affermazione  "da quando c'è interret/youtube/informazione accessibile a tutti i falsi miti sul combattimento sono tutti sfatati." non è affatto vera.
Si discute ancora (anche se in maniera più equilibrata che in altri lidi) delle differenza tra la strada e il ring, se l'arbitro c'è oppure no ecc ecc..
Direi che nulla è cambiato..

Ciò che sfugge ai più è che quando si parla di metodo di allenamento SDC non si intendono talune tecniche a sfavore di altre (quello semmai è un regolamento) ma di un concetto diverso (io lo reputo necessario, il perchè lo esplico più avanti) per arrivare al medesimo risultato.

E sì,  perché  entrambe hanno il medesimo scopo.
E a quale risultato vogliono arrivare AM e SDC? :
Mettere a nanna l’avversario con il minimo sforzo.

Che almeno questo sia chiaro, perché se ancora qui c’è chi crede che negli SDC ti metti a zompettare attorno all’avversario giusto per prendere tempo mentre nella AM vale “one shoot, one kill” non andiamo molto lontano.

Lo metto in chiaro: (anche) chi pratica SDC sogna di schivare il primo colpo e BUM, avversario KO.
Proprio come nelle tecniche “mortali” che allena chi fa AM.

Perché allora, a parità di obbiettivo, il metodo è diverso?
Questa domanda me la sono dovuta porre anni fa e, al solito,  non mi bastava un semplice “uno è meglio dell’altro”.
La risposta che mi sono dato è questa : 
la (cosiddetta) modalità SDC nasce nel momento in cui, allenata una tecnica in modalità “one shoot, one kill” tipica delle AM,  ti accorgi che qualcosa va storto.
E soprattutto dal fatto che “qualcosa va storto” nel 99% dei casi. Ecco che a quel punto è necessario allenarsi in modalità SDC.
Sì,  è così: per il 99%  dei casi in un combattimento, occorre allenarsi in modalità SDC.

Provo con degli esempi per spiegarmi meglio:
L’allenamento tipo “l’aggressore mi da un pugno, io paro/controllo e gli do un colpo alla gola” tipico delle AM non è diverso dall’allenamento “schivo un jab e rientro di gancio dx al mento, così l’avversario va KO” tipico degli SDC.
E allora perchè tutto è così diverso?
Perché chi si allena in modalità SDC inizia a mettere in conto(e a ragion veduta) che chi sta di fronte a suo volta schiverà, che il colpo non per forza centrerà il mento dell’avversario, che magari si è sbagliato il lato su cui uscire e non si può tirare il gancio a bersaglio,che l’avversario in realtà ha solo fintato, e tante altre infinite variabili.

Ed ecco la NECESSITA’ di imparare a spostarsi rapidamente fuori dal raggio di azione avversario con un corretto footwork (altro che zompettare per prendere tempo), di provare a nostra volta a fintare fino a trovare il momento giusto per tentare un attacco, di essere condizionati perché tanto qualche colpo arriverà e infine (e non meno importante) di avere fiato perché anche se sognavo di fare "one shoot one kill" finirò per andare avanti per tot riprese di svariati minuti..

Almeno questo è chiaro?
E’ chiaro che chi pratica in modalità SDC non fa fiato perchè  DEVE fare tot round ma perché sa bene che molto probabilmente l’avversario non andrà giù al primo colpo e quindi si trova in qualche modo costretto a combattere per tot minuti?

A chi non piacerebbe finire un incontro in pochi secondi senza prendersi neanche un colpo?
Davvero c'è chi crede che questa idea la hanno solo i praticanti di AM mentre chi fa SDC si diverte a prendere botte per tot minuti?
Davvero pensate che se uno dei due contendenti in un incontro di SDC non va giù nei primi secondi è perchè il regolamento impone di andare avanti per forza per tot riprese?
Ci rendiamo conto che questa idea è assurda?

Certo, potrebbe anche capitare di finire un incontro nei primi 5 secondi.
Uno ci spera, si allena a quello, spera di demolire l’avversario al primo colpo.
Ma l'evidenza dei fatti,  il metodo sperimentale, pone davanti agli occhi di tutti una altra realtà: in una grande percentuale dei casi, si ha davanti una persona di pari esperienza, e l'applicazione idillica studiata avrà bisogno di tante altre accortezze (ovvero tutto il metodo di allenamento tipico degli SDC) per venire fuori.

Conclusione : il metodo di allenamento degli SDC è il mezzo utile a giungere allo scopo delle AM.

Eppure, da sempre e ancora oggi sono visti in contrasto.

Mi chiedo come sia possibile.

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Offline muteki

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #1 on: November 13, 2012, 18:10:55 pm »
-1
parti da premesse sbagliate ma la cosa è lunga. anche io sto facendo uno sdc ma in contemporanea a una amt. sono due ambiti differenti ma capaci di compenetrarsi. dire che le amt partono dall'idea di un colpo un morto è una cosa errata, applicabile solo a certe arti e per lo più di un singolo, o quasi, contesto geografico.

quindi ben venga lo sdc ma solo come pratica aggiuntiva.

idem per il discorso dp. sono cose diverse ma praticabili insieme, basta sapere perché si fa una certa cosa.
si va sempre avanti...

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Offline GiBi

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #2 on: November 13, 2012, 18:17:19 pm »
0
  sono due ambiti differenti ma capaci di compenetrarsi.

Direi che gli SDC sono l'evoluzione delle AM.
Ancora una volta:mi riferisco al metodo, non alle tecniche e ai regolamenti.

  dire che le amt partono dall'idea di un colpo un morto è una cosa errata, applicabile solo a certe arti e per lo più di un singolo, o quasi, contesto geografico.

Mi riferivo a come "di solito" vengono differenziate le due pratiche, sono certo che ci siamo capiti.
Fare un anaisi storica di ogni singola arte, non sarebbe utile ai fini della discussione.

basta sapere perché si fa una certa cosa.
Ecco, appunto ..a leggere/sentire alcuni praticanti, non credo ciò sia chiaro..

 

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Offline muteki

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #3 on: November 13, 2012, 18:20:33 pm »
0
ok in tal caso concordo con quanto dici. ma ci sono altri aspetti che vanno considerati nelle amt ;)
si va sempre avanti...

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Offline Fabio Spencer

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #4 on: November 13, 2012, 18:28:04 pm »
0
Questo topic nasce da una (amara) riflessione fatta nel topic del Thai che mena uno “streetfighter”

https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=14034.0

Un considerazione "vaga" ma spero pertinente:
 questo 3D mi fa rendere conto che l'affermazione  "da quando c'è interret/youtube/informazione accessibile a tutti i falsi miti sul combattimento sono tutti sfatati." non è affatto vera.
Si discute ancora (anche se in maniera più equilibrata che in altri lidi) delle differenza tra la strada e il ring, se l'arbitro c'è oppure no ecc ecc..
Direi che nulla è cambiato..

Ciò che sfugge ai più è che quando si parla di metodo di allenamento SDC non si intendono talune tecniche a sfavore di altre (quello semmai è un regolamento) ma di un concetto diverso (io lo reputo necessario, il perchè lo esplico più avanti) per arrivare al medesimo risultato.

E sì,  perché  entrambe hanno il medesimo scopo.
E a quale risultato vogliono arrivare AM e SDC? :
Mettere a nanna l’avversario con il minimo sforzo.

Che almeno questo sia chiaro, perché se ancora qui c’è chi crede che negli SDC ti metti a zompettare attorno all’avversario giusto per prendere tempo mentre nella AM vale “one shoot, one kill” non andiamo molto lontano.

Lo metto in chiaro: (anche) chi pratica SDC sogna di schivare il primo colpo e BUM, avversario KO.
Proprio come nelle tecniche “mortali” che allena chi fa AM.

Perché allora, a parità di obbiettivo, il metodo è diverso?
Questa domanda me la sono dovuta porre anni fa e, al solito,  non mi bastava un semplice “uno è meglio dell’altro”.
La risposta che mi sono dato è questa : 
la (cosiddetta) modalità SDC nasce nel momento in cui, allenata una tecnica in modalità “one shoot, one kill” tipica delle AM,  ti accorgi che qualcosa va storto.
E soprattutto dal fatto che “qualcosa va storto” nel 99% dei casi. Ecco che a quel punto è necessario allenarsi in modalità SDC.
Sì,  è così: per il 99%  dei casi in un combattimento, occorre allenarsi in modalità SDC.

Provo con degli esempi per spiegarmi meglio:
L’allenamento tipo “l’aggressore mi da un pugno, io paro/controllo e gli do un colpo alla gola” tipico delle AM non è diverso dall’allenamento “schivo un jab e rientro di gancio dx al mento, così l’avversario va KO” tipico degli SDC.
E allora perchè tutto è così diverso?
Perché chi si allena in modalità SDC inizia a mettere in conto(e a ragion veduta) che chi sta di fronte a suo volta schiverà, che il colpo non per forza centrerà il mento dell’avversario, che magari si è sbagliato il lato su cui uscire e non si può tirare il gancio a bersaglio,che l’avversario in realtà ha solo fintato, e tante altre infinite variabili.

Ed ecco la NECESSITA’ di imparare a spostarsi rapidamente fuori dal raggio di azione avversario con un corretto footwork (altro che zompettare per prendere tempo), di provare a nostra volta a fintare fino a trovare il momento giusto per tentare un attacco, di essere condizionati perché tanto qualche colpo arriverà e infine (e non meno importante) di avere fiato perché anche se sognavo di fare "one shoot one kill" finirò per andare avanti per tot riprese di svariati minuti..

Almeno questo è chiaro?
E’ chiaro che chi pratica in modalità SDC non fa fiato perchè  DEVE fare tot round ma perché sa bene che molto probabilmente l’avversario non andrà giù al primo colpo e quindi si trova in qualche modo costretto a combattere per tot minuti?

A chi non piacerebbe finire un incontro in pochi secondi senza prendersi neanche un colpo?
Davvero c'è chi crede che questa idea la hanno solo i praticanti di AM mentre chi fa SDC si diverte a prendere botte per tot minuti?
Davvero pensate che se uno dei due contendenti in un incontro di SDC non va giù nei primi secondi è perchè il regolamento impone di andare avanti per forza per tot riprese?
Ci rendiamo conto che questa idea è assurda?

Certo, potrebbe anche capitare di finire un incontro nei primi 5 secondi.
Uno ci spera, si allena a quello, spera di demolire l’avversario al primo colpo.
Ma l'evidenza dei fatti,  il metodo sperimentale, pone davanti agli occhi di tutti una altra realtà: in una grande percentuale dei casi, si ha davanti una persona di pari esperienza, e l'applicazione idillica studiata avrà bisogno di tante altre accortezze (ovvero tutto il metodo di allenamento tipico degli SDC) per venire fuori.

Conclusione : il metodo di allenamento degli SDC è il mezzo utile a giungere allo scopo delle AM.

Eppure, da sempre e ancora oggi sono visti in contrasto.

Mi chiedo come sia possibile.
difficile aggiungere qualcosa.  :+1:
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."


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Offline Rev. Madhatter

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #5 on: November 13, 2012, 18:36:18 pm »
+7
parti da premesse sbagliate ma la cosa è lunga. anche io sto facendo uno sdc ma in contemporanea a una amt. sono due ambiti differenti ma capaci di compenetrarsi. dire che le amt partono dall'idea di un colpo un morto è una cosa errata, applicabile solo a certe arti e per lo più di un singolo, o quasi, contesto geografico.

quindi ben venga lo sdc ma solo come pratica aggiuntiva.

idem per il discorso dp. sono cose diverse ma praticabili insieme, basta sapere perché si fa una certa cosa.

Le premesse non sono sbagliate,al massimo non condivisibili, ma se qualcuno non fosse d'accordo deve alzarsi e dire a gran voce "io non pratico per combattere ma per fare danza e meditazione", senza questo si e' costretti al silenzio di tomba...
il resto e' un esempio.



gran bel pezzo gibi
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
"ISCRIVITI GRATIS
va bene
SONO CENTO €
ma avevate detto gratis
SONO PER LE SPESE DI SEGRETERIA ..."

se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Offline GiBi

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #6 on: November 13, 2012, 18:43:02 pm »
0

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Offline Aliena

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #7 on: November 13, 2012, 18:53:19 pm »
0
Bel post davvero. :+1:
High-functioning sociopath. With your number.


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Offline The Spartan

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #8 on: November 13, 2012, 19:05:59 pm »
0
Io nn sono così sicuro, in ottica dp, che la sovrapposizione sia tanto fattibile...o conveniente...
Se si parla di cose fatte seriamente.
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Offline GiBi

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #9 on: November 13, 2012, 19:08:32 pm »
+2
Bel post davvero. :+1:

Grazie, Aliena.
Il tuo +1, quell di Mad, di Fabry , di Iommi (il solito pigro che non commenta  :dis:  :gh:) e anche di chi solo legge, mi è di aiuto.
Come ho scritto nel post di apertura, la domanda me la sono posta anni fa  quando ,pian piano, sono passato dal metodo del Wx a quello del Sanda.
Volevo dare delle risposte concrete agli allievi, sopratutto perchè credo fermamente che ci sia  una "logica" in quello che ho scritto.
Come potete immaginare in palestra ho potuto spiegare tutto in maniera più chiara, pian piano, nel tempo, con tanto di allenamenti ed esempi pratici (che aiutano molto e che quì sul forum non si possono fare).
Eppure NESSUNO ha accettato tutto ciò, ho perso TUTTO il gruppo del Wx con tantissime polemiche e veleni.
Per molto tempo me ne sono fatto una colpa, mi sono divorato il cervello, ho pensato che la colpa è solo mia se non sono riuscito a spiegarmi.
Poi, leggendo i vostri consensi (per carità, avrei accettato tranquillamente le critiche eh) mi sento più sollevato.
Grazie.  :)
 


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Offline GiBi

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #10 on: November 13, 2012, 19:10:06 pm »
0
Io nn sono così sicuro, in ottica dp, che la sovrapposizione sia tanto fattibile...o conveniente...
Se si parla di cose fatte seriamente.

John, ti riferisci al mio post o a questo passaggio di muteki?

idem per il discorso dp. sono cose diverse ma praticabili insieme, basta sapere perché si fa una certa cosa.

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Offline The Spartan

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #11 on: November 13, 2012, 19:48:07 pm »
0
E' generale...nn credo che facendo le AM in un certo modo si possano fare gli SDC in un modo diverso ma lo Yoseikan testimonia la possibilità di fare cmq...sulla dp ne ero già convinto di mio, mi sono riconfermato dopo la discussione con Nardia....è complicatissimo.
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Offline Dipper

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #12 on: November 13, 2012, 19:49:39 pm »
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Offline GiBi

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #13 on: November 13, 2012, 20:01:22 pm »
0
E' generale...nn credo che facendo le AM in un certo modo si possano fare gli SDC in un modo diverso ma lo Yoseikan testimonia la possibilità di fare cmq...sulla dp ne ero già convinto di mio, mi sono riconfermato dopo la discussione con Nardia....è complicatissimo.

Difatti non ho capito cosa volevi dire  :-X

Comunque sia io mi riferisco alle "solite" diatribe che tu bene conosci, ovvio che se scendiamo nello specifico c'è tanto da dire.

Per il discoso DP non mi pronuncio..è uno dei motivi per cui mi sono allontanato dalle AM cosiddette tradizionali: dietro la "scusa" della DP chiunquè può trovare qualsiasi giustificazione (scusa) a qualsiasi cosa, e in molti ci sguazzano.
Anche quì , John, sai a chi e cosa mi riferisco, inutile dire che non si deve generalizzare ecc ecc.

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Offline The Spartan

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Re:Dalle AM agli SDC, necessità di un passaggio.
« Reply #14 on: November 13, 2012, 20:20:22 pm »
0
Intendo dire che, limito il discorso al presente, se io pratico un sistema serio volto alla dp e mi addestro esclusivamente in una certa ottica, l'addestramento comporta l'acquisizione di tutta una serie di meccanismi di azione e reazione che sono difficilmente controllabili.
Provare a farlo, provare...., richiede una capacità e una conoscenza che nn è da tutti e che comporta il grande rischio di nn essere alla fine nè carne nè pesce.
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