Grazie che è meglio stendere uno subito e ci si allena per farlo...ma mica è cosi facile e quindi vengono prese in considerazione tutte le variabli.
Fra cui che facilmente se mi butto a pesce su un atleta preparato ed esperto quello davvero mi butta giù subito.
però la gente che combatte è allenata ma anche quella che non combatte in caso di scontro facilmente diventa una brutta bestia adrenalinica...e mica è cosi facile metterla giù...diciamocela il ko è spesso una combinazione di molti fattori psicologico in primis....
Io, per mia esperienza, noto che una grossa differenza la si ha nell'approccio mentale che si ha sullo scontro.
Nello scontro sportivo fra "esperti" si tende a vincere e portare a casa la pelle quindi si ragiona anche sul non prendere colpi sulla "difesa". Quindi è anche una qualità la pazienza di aspettare l'occasione buona per mettere i colpi e non rischiare troppo. Ovviamente dipende tanto dallo stile dell'atleta.....e certamente non significa che se l'altro prende delle sane castagne sul muso tirate di prima intenzione io stia li ad aspettare....
Nello scontro sportivo fra non esperti che si fanno prendere dalle emozioni spesso si assiste al "rissone" in cui nessuno dei 2 pensa a difendere il match diventa un "fiato&botte" dove solitamente vince chi picchia più duro o ha più fiato o la testa più dura oppure semplicemente fortuna.
Questo esempio è molto simile a quello che avviene in caso di rissa in cui almeno uno dei due perde il lume della ragione e se ne frega delle botte che arrivano....Ora spero che non serva dirvi che tale approccio su un atleta lucido è un suicidio.
Da praticante di arti marziali quale sono ovviamente cerco l'approccio intelligente. Se no ti basta fare fiato ed avere un sacco....sperare che la tua testa tenga le botte e fino che hai 20 anni ti può pure andare bene....
E' chiaro e credo condiviso dalla maggior parte degli utenti quanto scrivi.
L'approccio di alcune discipline è basato anche sull'evenienza che l'amministrazione dello scontro non sia possibile e il protrarsi sia considerato fortemente controproducente, più tempo passa più la situazione probabilmente si farà più difficile e di conseguenza la scelta obbligata di “giocarsi” tutte le proprie carte in un unico assalto.
Con un vecchio esempio fattomi da ragazzino, se proprio ti ritrovi a dover fare a cazzotti in un locale, sbrigati a partire e a finire perchè più tiri l'ingaggio per le lunghe e meno tempo avrai per “sganciarti” e andartene dal locale quasi indisturbato/inosservato, se sei “bravo” e fortunato a sufficienza.
Puoi anche avere la meglio con chi stai litigando ma se ti dilunghi arriveranno i buttafuori per farti uscire e si alzano le probabilità di ritrovarti a terra con le costole rotte per una casuale caduta sulle scale nel retro esterno del locale, gradini sempre ghiacciati e particolarmente scivolosi.
Ovviamente la morale della favola raccontatami in palestra da ragazzino, nel periodo delle mie prime uscite serali, era volta a evitarmi il mio coinvolgimento in possibili guai per nulla e a farmi comprendere che non ne vale la pena tirarsi dentro certe situazioni. La riporto solo per non richiamare i soliti “amici, comparsa di armi etc.” considerati comunque facilmente prevedibili e da tenere in conto nei sistemi che ho praticato.
Detto ciò mi è un po' alieno comunque il concetto “one shot, one kill” come spesso sembra inteso (anche in questo 3d), nel senso che nelle discipline praticate non ha nulla a che vedere con l'ottimismo nell'affidarsi a colpi isolati, neppure nel caso si vada a segno con una bastonata in testa all'opponente a piena potenza e senza protezioni. Piuttosto è più legato a indicare l'intenzione/determinazione da avere nelle azioni, come ciascuna fosse l'ultima a nostra disposizione e quindi da cercare di sfruttare al massimo.