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Ciao Gibi, argomenti interessantissimi, complimenti!
Onestamente non mi ero mai soffermato su questi aspetti, che comunque mi sembrano molto logici.
Anche perchè onestamente credo che l'approccio "nipponico" sia mlto più trasparente e diretto di quello "cinese".
I legami tra kenjutsu e karate li avevo trovati in un libro del M° Tokitsu già quabndo ero ancora minorenne :'(.
Mentre ul Wc e sulle arti cinesi interne che ho visto era tutto un fiorire di interpretazioni esoteriche e confuse nella poesia dei testi antichi.
Le tue considerazioni mi paiono tutte estremamente corrette e danno un aluce di funzionalità a cose che senza armi ne perdono.
A me il bong sao è sostanzialmente stato spiegato non da utilizzare contro un pugno diretto, ma solo partendo già da contatto.
Effettivamente con un compagno che tira piano, e che sta attento a non perdere l'allineamento del gomito (altro aspetto per me incomprensibile) un corretto tempismo ed una corretta rotazione porta fuori il suo colpo, ma le condizioni perchè funzioni sono taaaaaaaaaaaaante e stringenti.
Il tan sao al momento mi sfugge, se ricordo bene è tipo mano a lancia con palmo in alto che punta alla gola del compagno giusto?
Se si la mano aperta così mi era stata spiegata come una maniera funzionale di mantenere l'assetto, cioè porre l'attenzione sulla "rotazione" della mano era semplicemente una maniera per mantenere il gomito dentro e le spalle rilassate.
Poi onestamente mi è sempre stato detto di non usare le mani ma gli avambracci per sentire il compagno, per traslare il motto nipponico "manie e piedi come spade" la similitudine era gomiti=manici, avambracci=lama, mani=punta.
E la lama la controlli a contatto con la tua lama, non con la punta.
Come dicevo il nostro era un WC "spurio" poichè il maestro insegna WC, Kenpo, taiji e spada (un avolta Kobudo), i concetti erano gli stessi, la coerenza era tra le discipline era altissima.
Da questo le commistioni che ti dico.
Poi solo in certe fasi di movimento di braccia, come una specie di "pummeling", le mani andavano a controllare e "agganciare" la mano avversaria.
Poi i coltelli li ho visti pochissimo e a mio istinto mi veniva da usarli nelle fasi di "intrappolamento" fondamentalmente come una coppia di sai (ho studiato anche il Kobudo
).
In generale sul metodo concordo anche io che una Arte Marziale sia per forza nata armata e trovo logico che la sua versione a mani nude sia una conseguenza di come ci si muove armati.
E' logico, la specializzazione è con l'arma,, non devo cambiare il mio modo di muovermi ed il mio settaggio mentale se l'arma non ce l'ho più e sostanzialmente alleno nello stesso tempo sia l'uno che l'altro aspetto.
Ovvio che una diciplina che nasce disarmata sia più specialistica e focalizzata ed utilizzi dei metodi migliori perchè il focus è diverso.
[Aggiunta successiva] ho risposto a questo post partendo da una segnalazione in PM senza leggere prima il post di Clode.
Clode: condivido al 100% il pensiero da te espresso (e l'ho infatti ripetuto qui).