La rivelazione sono una serie di considerazioni.
Attenzione a non confondere i campi: la propriocezione è una delle componenti della capacità coordinative.
questo articoletto che ho trovato al volo è semplice ma molto interessante:
http://www.aiacbergamo.it/public/dispense/05%20Capacit%C3%A0%C2%A0%20Motorie_0.pdfDetto questo, rileggendo l'articolo postato da giorgia, che riguarda specificamente la propriocezione, mi sono venute in mente alcune considerazioni.
La prima.
Quanto detto riguardo ai lavori fatti in condizioni di disequilibrio mi trova solo parzialmente d'accordo: se da un lato è vero che insegnare al corpo e al cervello troppi schemi motori parzialmente differenti dal gesto-gara rischia di peggiorare il gesto di gara stesso, dall'altro è pur vero che spesso il gesto di gara non viene fatto in condizioni "ideali", per cui può essere utile anche lavorare (non in maniera preponderante, per quanto appena detto) in condizioni leggermente differenti.
La seconda.
E' vero che nei lavori in condizioni di sbilanciamento continuo (es.: fare piegamenti con le mani sulla palla medica) abituo il corpo a far lavorare contemporaneamente agonisti e antagonisti (cosa che, ai fini dell'espressione del gesto, non è auspicabile, pena il rallentamento del gesto stesso), ma è anche vero che l'effetto dell'allenamento alla propriocezione dovrebbe proprio essere l'apprendere un maggior controllo sull'attivazione degli antagonisti, in modo tale da attivarli il meno possibile, solo il tanto che serve per stabilizzare un certo movimento, e non, come si dice nell'articolo, a contrarre sempre contemporaneamente i gruppi agonisti e quelli antagonisti.