Io non sono sicuro che il samurai di 300 anni fa avrebbe perso davanti al samurai di oggi allenato con i sistemi oggi a disposizione (fosse possibile provarli tutti naturalmente), comunque è assolutamente da dimostrare questo pensiero.
Visto che parliamo di confronto fisico se prendiamo A e B cloni identici con stesse potenzialità e capacità , mentali, fisiche e tecniche ma B molto più forte, veloce e grosso faccio fatica a non trovare la conseguenza logica dove A non è stecchito a terra.
Secondo me, non è dimostrabile, poi ognuno può credere quel che vuole in base ad una serie di fattori, una dimostrazione è un’altra cosa.
I samurai usavano la katana, essere grossi e forti non credo li avrebbe aiutati più di tanto, credo che incidesse di più il fattore cervello, cioè non avere paura anche quando si stava per morire.
Occorre poi fare una distinzione tra preparazione in una AM e preparazione all’agonismo di quella AM.
Un istruttore può essere preparato ad insegnare karate, ma non essere preparato a preparare un atleta ad una gara.
I migliori drill sono venuti fuori da esperienze di gara e palestra, non dalle scienze, né tantomeno da presunte applicazioni delle medesime.
Un conto è la preparazione ad un’attività sportiva o ad un’arte marziale e un conto è preparare atleticamente un soggetto, periodizzare la sua attività agonistica e fargli fare una dieta appropriata per raggiungere risultati agonistici (anche se questa è un’attività da dietisti e dietologi e non da istruttori).
Allenare una persona facendola diventare più forte, resistente e veloce non è il compito di un istruttore di una AM, anche se questi fattori incidono sui risultati che l’AM può fornire.
Un istruttore di nuoto deve insegnarti il miglior modo di nuotare, non farti fare degli esercizi che ti facciano nuotare più veloce di un altro, questo è compito del preparatore atletico, che peraltro facendolo ti fa diventare più forte e veloce a fare un mucchio di cose che non c’entrano niente con il nuoto.
Chi va in piscina e si rivolge ad un istruttore, a meno che sia un agonista, chiede di migliorare o imparare uno stile.
Il problema di formare degli istruttori con un background di conoscenze specifiche nel settore delle scienze motorie, è venuto fuori quando si è identificata l’attività che si propugnava con l’agonismo, in quella stessa attività. Inoltre le federazioni sportive hanno dovuto trovare legittimazione rispetto agli altri sport olimpici che vedono l’attività in funzione gara.
Pensiamo poi ad AM che non hanno un settore agonistico.
Se, invece, la preparazione la s’identifica, anche, con la necessità di non fare danni, diventa importante aver avuto un buon maestro che non si è inventato esercizi che mettono a rischio il corpo, ma qui si apre un mondo di opinioni, più che di riscontri scientifici.