Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.

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Offline Rev. Madhatter

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #30 on: November 22, 2012, 12:28:23 pm »
0
Mi affido per intero ai miei allenatori e al mio maestro.

Per gli infortuni e i traumi ai medici.



La mia competenza in materia tende a 0.
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
"ISCRIVITI GRATIS
va bene
SONO CENTO €
ma avevate detto gratis
SONO PER LE SPESE DI SEGRETERIA ..."

se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Offline Fabio Spencer

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #31 on: November 22, 2012, 12:53:24 pm »
+2
Una volta, tanto tempo fa, c’era un “maestro” o meglio “sensei”, costui insegnava a degli allievi senza avere alcun curriculum che non fosse averne ammazzati dieci o cento oppure avere la raccomandazione di un certo dignitario; nulla di scientifico, nessun pezzo di carta relativo ad una qualche specializzazione in qualche settore della medicina ecc., nessun diploma che confermasse la presenza ad un corso di aggiornamento ecc.

Fatto sta che ne uscivano dei combattenti, mentre altri finivano male probabilmente.  Una delle finalità era chiara: imparare a non farsi ammazzare e ammazzare. Su questa finalità si poggiava anche una filosofia o una religione ... Quale guerriero non crede in qualcosa o qualcuno? ...

Questa roba si chiamava “arte marziale”.

Adesso non si capisce più niente. Le finalità si moltiplicano per quante sono le discipline e all’interno delle stesse discipline (alla fine, dietro al nome dato ad una disciplina ci puoi mettere quello che vuoi).
In questo caos, qualcuno cerca di crearsi una propria legittimità ad insegnare oppure una legittimità nel proprio insegnante (nel caso si sia allievi).

Ecco allora l’insegnante che presenta il suo viaggio in Cina dal tal maestro o i suoi continui pellegrinaggi in Giappone, i suoi studi sui testi antichi, gli insegnamenti ricevuti direttamente da tizio e caio, da ciò trae anche la filosofia della scuola (o la sua) che propugna ai suoi allievi.

Poiché questo sistema non è gradito da chi ha una formazione maggiormente pragmatica o scientifica o semplicemente da chi gioca con quello che ha, ecco che, qualcun altro, utilizza la presentazione di qualche titolo rilasciato dal Paese di appartenenza come diplomi o lauree e, conseguentemente, nasce l’esigenza di far derivare dalla formazione ricevuta la conoscenza necessaria per insegnare l’AM che si dice d’insegnare.

Di fatto tutte le volte che si cerca di collegare gli studi alle finalità c’è un problema nel definire le finalità e un problema a collegare scientificamente gli studi con le finalità.

Questa è, SECONDO ME, grosso modo, la situazione delle AM.
Io invece non molto tempo fa ho saputo di un amico che durante una sessione al parco (non avevano palestra, quindi si allenavano sempre all'aperto) con questo maestro cinese che "insegnava il kung fu della sua famiglia" si è ritrovato con il legamento della spalla strappato o comunque lesionato.
Dopo cure pagate in proprio visto che non sussisteva assicurazione sportiva nè c'erano capacità nel capire che tipo di lesione si fosse fatto al momento si è ritovato con articolazione della spalla che non gli permette più una completa mobilità.
Questo è un problema che deriva dal "volemose bbene marziale" che legittima tutto ed il contrario di tutto con leggende e ricostruzioni pseudo-storiche.
Certo, se l'obbiettivo iniziale di tale maestro e del mio amico fosse stato quello di diventare un picchiatore della malavita e quindi partire subito in un contesto di illegalità ok.
Ma questo tipo di ignoranza di regole e soprattutto di cautele mi fa pensare che fosse solo un improvvisato, magari ex cuoco del ristorante cinese sotto casa che rompendosi le scatole di lavare i piatti ha deciso di "arrotondare".
In tale caso qualche "certificazione" e qualche  rispetto delle minime regole richieste dal buon senso secondo me è legittimo pretenderle perchè se non garantiscono la serietà di chi insegna, almeno al loro mancanza ne denota la sua incompetenza.
Rigorosamente tutto in mio personale parere.
Spero sia chiaro come l'esempio non è per dequalificare il kung fu o i maestri cinesi, ma solo morstrare come dietroa certe motivazioni si crea una zona grigia in cui la cialtroneria ha più facilità nel sopravvivere.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline tatamitris

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #32 on: November 22, 2012, 13:42:36 pm »
0
Una volta, tanto tempo fa, c’era un “maestro” o meglio “sensei”, costui insegnava a degli allievi senza avere alcun curriculum che non fosse averne ammazzati dieci o cento oppure avere la raccomandazione di un certo dignitario; nulla di scientifico, nessun pezzo di carta relativo ad una qualche specializzazione in qualche settore della medicina ecc., nessun diploma che confermasse la presenza ad un corso di aggiornamento ecc.

Fatto sta che ne uscivano dei combattenti, mentre altri finivano male probabilmente.  Una delle finalità era chiara: imparare a non farsi ammazzare e ammazzare. Su questa finalità si poggiava anche una filosofia o una religione ... Quale guerriero non crede in qualcosa o qualcuno? ...

Questa roba si chiamava “arte marziale”.

Una volta i chirurghi operavano con nozioni di anatomia minimali tant'è che un cherusico da campo finiva col saperne di più del dottore che aveva studiato all' università.
Una macchina costruita da Henry Ford ha probabilmente in comune con le macchine odierne solo il numero delle ruote.
Un qualunque ipotetico "marzialista" allenato ed alimentato con le nozioni odierne sarebbe più grosso, più forte e più veloce di uno di anche solo cento anni fa'. E visto che anche la tecnica sarebbe allenata in maniera più funzionale, il risultato finale sarebbe migliore.

Io non sono sicuro che il samurai di 300 anni fa avrebbe perso davanti al samurai di oggi allenato con i sistemi oggi a disposizione (fosse possibile provarli tutti naturalmente), comunque è assolutamente da dimostrare questo pensiero.

Prendiamo il judo.
1° problema: quali sono le nozioni di base che fanno da contorno e/o da base alla pratica?
2° problema: la pratica del judo è uguale per tutti?
3° problema: la conoscenza e la trasmissione delle nozioni di base sono la stessa cosa, se non è così, in base a quali regole scientifiche si possono trasmettere tali nozioni di base?

Mi fermo qui, per ora o per sempre, fate voi.
Il peggior amico dell'uomo?
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Offline Shashka

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #33 on: November 22, 2012, 13:45:24 pm »
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Una volta, tanto tempo fa, c’era un “maestro” o meglio “sensei”, costui insegnava a degli allievi senza avere alcun curriculum che non fosse averne ammazzati dieci o cento oppure avere la raccomandazione di un certo dignitario; nulla di scientifico, nessun pezzo di carta relativo ad una qualche specializzazione in qualche settore della medicina ecc., nessun diploma che confermasse la presenza ad un corso di aggiornamento ecc.

Fatto sta che ne uscivano dei combattenti, mentre altri finivano male probabilmente.  Una delle finalità era chiara: imparare a non farsi ammazzare e ammazzare. Su questa finalità si poggiava anche una filosofia o una religione ... Quale guerriero non crede in qualcosa o qualcuno? ...

Questa roba si chiamava “arte marziale”.

Una volta i chirurghi operavano con nozioni di anatomia minimali tant'è che un cherusico da campo finiva col saperne di più del dottore che aveva studiato all' università.
Una macchina costruita da Henry Ford ha probabilmente in comune con le macchine odierne solo il numero delle ruote.
Un qualunque ipotetico "marzialista" allenato ed alimentato con le nozioni odierne sarebbe più grosso, più forte e più veloce di uno di anche solo cento anni fa'. E visto che anche la tecnica sarebbe allenata in maniera più funzionale, il risultato finale sarebbe migliore.

Io non sono sicuro che il samurai di 300 anni fa avrebbe perso davanti al samurai di oggi allenato con i sistemi oggi a disposizione (fosse possibile provarli tutti naturalmente), comunque è assolutamente da dimostrare questo pensiero.

Prendiamo il judo.
1° problema: quali sono le nozioni di base che fanno da contorno e/o da base alla pratica?
2° problema: la pratica del judo è uguale per tutti?
3° problema: la conoscenza e la trasmissione delle nozioni di base sono la stessa cosa, se non è così, in base a quali regole scientifiche si possono trasmettere tali nozioni di base?

Mi fermo qui, per ora o per sempre, fate voi.
Davanti all'evidenza degli odierni accadimenti la proposizione che occorre di verifica e suffragio è quella che hai appena fatto, non il contrario.

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Offline Barvo Iommi

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #34 on: November 22, 2012, 16:06:51 pm »
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Io non sono sicuro che il samurai di 300 anni fa avrebbe perso davanti al samurai di oggi allenato con i sistemi oggi a disposizione (fosse possibile provarli tutti naturalmente), comunque è assolutamente da dimostrare questo pensiero.

Prendiamo il judo.
1° problema: quali sono le nozioni di base che fanno da contorno e/o da base alla pratica?
2° problema: la pratica del judo è uguale per tutti?
3° problema: la conoscenza e la trasmissione delle nozioni di base sono la stessa cosa, se non è così, in base a quali regole scientifiche si possono trasmettere tali nozioni di base?

Mi fermo qui, per ora o per sempre, fate voi.
il samurai di oggi non esiste, non per sparlare di chi segue certi ideali[1] ma per mancanza di quelle prove[2] che facevano dei samurai quelli che erano
 1. percorso legittimissimo IMHO
 2. conflitto all'arma bianca costante
« Last Edit: November 22, 2012, 16:17:44 pm by Iommi »


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Offline The Spartan

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #35 on: November 22, 2012, 16:12:54 pm »
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Se prendiamo il judo io dico che a occhio e croce Riner a Kano gli strapperebbe le braccia e le userebbe per proiettarlo...
YOU WANT SOME?COME GET SOME!
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Offline tatamitris

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #36 on: November 22, 2012, 16:51:24 pm »
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Davanti all'evidenza degli odierni accadimenti la proposizione che occorre di verifica e suffragio è quella che hai appena fatto, non il contrario.

Non so a quali odierni accadimenti ti riferisca, il problema è stabilire se esistano dei metodi scientifici applicabili oggi e che non erano applicabili 300 anni fa, perché non erano conosciuti, che rendano possibile ad una qualunque persona normo dotata di ammazzare in duello, con una spada in mano, quella stessa persona trasportata trecento anni indietro addestrata con i criteri di allora.

Secondo me, non è possibile dimostrarlo.
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Offline tatamitris

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #37 on: November 22, 2012, 16:55:12 pm »
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Una volta, tanto tempo fa, c’era un “maestro” o meglio “sensei”, costui insegnava a degli allievi senza avere alcun curriculum che non fosse averne ammazzati dieci o cento oppure avere la raccomandazione di un certo dignitario; nulla di scientifico, nessun pezzo di carta relativo ad una qualche specializzazione in qualche settore della medicina ecc., nessun diploma che confermasse la presenza ad un corso di aggiornamento ecc.

Fatto sta che ne uscivano dei combattenti, mentre altri finivano male probabilmente.  Una delle finalità era chiara: imparare a non farsi ammazzare e ammazzare. Su questa finalità si poggiava anche una filosofia o una religione ... Quale guerriero non crede in qualcosa o qualcuno? ...

Questa roba si chiamava “arte marziale”.

Adesso non si capisce più niente. Le finalità si moltiplicano per quante sono le discipline e all’interno delle stesse discipline (alla fine, dietro al nome dato ad una disciplina ci puoi mettere quello che vuoi).
In questo caos, qualcuno cerca di crearsi una propria legittimità ad insegnare oppure una legittimità nel proprio insegnante (nel caso si sia allievi).

Ecco allora l’insegnante che presenta il suo viaggio in Cina dal tal maestro o i suoi continui pellegrinaggi in Giappone, i suoi studi sui testi antichi, gli insegnamenti ricevuti direttamente da tizio e caio, da ciò trae anche la filosofia della scuola (o la sua) che propugna ai suoi allievi.

Poiché questo sistema non è gradito da chi ha una formazione maggiormente pragmatica o scientifica o semplicemente da chi gioca con quello che ha, ecco che, qualcun altro, utilizza la presentazione di qualche titolo rilasciato dal Paese di appartenenza come diplomi o lauree e, conseguentemente, nasce l’esigenza di far derivare dalla formazione ricevuta la conoscenza necessaria per insegnare l’AM che si dice d’insegnare.

Di fatto tutte le volte che si cerca di collegare gli studi alle finalità c’è un problema nel definire le finalità e un problema a collegare scientificamente gli studi con le finalità.

Questa è, SECONDO ME, grosso modo, la situazione delle AM.
Io invece non molto tempo fa ho saputo di un amico che durante una sessione al parco (non avevano palestra, quindi si allenavano sempre all'aperto) con questo maestro cinese che "insegnava il kung fu della sua famiglia" si è ritrovato con il legamento della spalla strappato o comunque lesionato.
Dopo cure pagate in proprio visto che non sussisteva assicurazione sportiva nè c'erano capacità nel capire che tipo di lesione si fosse fatto al momento si è ritovato con articolazione della spalla che non gli permette più una completa mobilità.
Questo è un problema che deriva dal "volemose bbene marziale" che legittima tutto ed il contrario di tutto con leggende e ricostruzioni pseudo-storiche.
Certo, se l'obbiettivo iniziale di tale maestro e del mio amico fosse stato quello di diventare un picchiatore della malavita e quindi partire subito in un contesto di illegalità ok.
Ma questo tipo di ignoranza di regole e soprattutto di cautele mi fa pensare che fosse solo un improvvisato, magari ex cuoco del ristorante cinese sotto casa che rompendosi le scatole di lavare i piatti ha deciso di "arrotondare".
In tale caso qualche "certificazione" e qualche  rispetto delle minime regole richieste dal buon senso secondo me è legittimo pretenderle perchè se non garantiscono la serietà di chi insegna, almeno al loro mancanza ne denota la sua incompetenza.
Rigorosamente tutto in mio personale parere.
Spero sia chiaro come l'esempio non è per dequalificare il kung fu o i maestri cinesi, ma solo morstrare come dietroa certe motivazioni si crea una zona grigia in cui la cialtroneria ha più facilità nel sopravvivere.

Lungi da me dire che i maestri cinesi siano meglio di quelli nostrani, però se dobbiamo giudicare l'operato degli istruttori dagli incidenti procurati agli allievi ... Beh! Credo che gli istruttori dei moderni metodi non facciano proprio una bella figura, almeno rispetto a quello che si vede oggi.

Per il passato remoto ... Finalità diverse ... Arte diversa.
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Offline tatamitris

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #38 on: November 22, 2012, 17:00:28 pm »
0

il samurai di oggi non esiste, non per sparlare di chi segue certi ideali[1] ma per mancanza di quelle prove[2] che facevano dei samurai quelli che erano
 1. percorso legittimissimo IMHO
 2. conflitto all'arma bianca costante

Fermiamoci a dare una risposta a questa domanda "1° problema: quali sono le nozioni di base che fanno da contorno e/o da base alla pratica?".
Poi proviamo a rispondere al fatto che ci siano o no e a quanti conoscono quelle nozioni.
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Offline Moai

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #39 on: November 22, 2012, 17:02:37 pm »
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non ci sono più i ninja di una volta :nin: :'(
L'intelligenza illumina, la stupiditá abbaglia


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Offline Moai

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #40 on: November 22, 2012, 17:12:56 pm »
0

Io non sono sicuro che il samurai di 300 anni fa avrebbe perso davanti al samurai di oggi allenato con i sistemi oggi a disposizione (fosse possibile provarli tutti naturalmente), comunque è assolutamente da dimostrare questo pensiero.


 :pla:

il...sa...mu...rai.... :(

sapere se un samurai di 300 anni fa sarebbe più forte di uno attuale è un problema assolutamente irrilevante...

primo perchè i samurai oggi non esistono e, se esistesse qualcuno che andasse in giro ad affermare di esserlo probabilmente subirebbe un TSO

essere samurai era una condizione sociale legata ad un determinato periodo storico-culturale ... oggi voler essere samurai è completamente senza senso, perchè sono cambiate le condizioni per le quali poteva esistere tale figura (a dire il vero il samurai è stato spazzato via in pochi secondi sul finire dell'800...non appena i giapponesi capirono cosa fossero le palle di cannone che gli arrivavano contro  :-X...cosa che ha fatto quasi immediatamente rifoderare le katane)

a me non frega nulla dei samurai perchè sono una condizione non riproducibile, obsoleta e totalmente assurda se non a livello di rievocazione storica...

cmq quoto John ...in tutte le discipline umane si è migliorato le prestazioni...i campioni moderni del judo triterebbero qualsiasi judoka di 50/60 anni fa...stesso dicasi per la thai e tutte le arti di combattimento (ma la cosa è applicabile a qualsiasi disciplina umana...)
« Last Edit: November 22, 2012, 17:15:35 pm by Moai »
L'intelligenza illumina, la stupiditá abbaglia

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Wa No Seishin

Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #41 on: November 22, 2012, 17:28:12 pm »
0
i campioni moderni del judo triterebbero qualsiasi judoka di 50/60 anni fa...stesso dicasi per la thai e tutte le arti di combattimento (ma la cosa è applicabile a qualsiasi disciplina umana...)

Quoto.

Che non vuol dire che - a parità di mezzi - i judoka di allora non potrebbero tritare quelli di oggi.

Solo che il sapere attuale, in termini di allenamento et simila, è superiore.

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Offline Bingo Bongo

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #42 on: November 22, 2012, 17:40:30 pm »
0

il samurai di oggi non esiste, non per sparlare di chi segue certi ideali[1] ma per mancanza di quelle prove[2] che facevano dei samurai quelli che erano
 1. percorso legittimissimo IMHO
 2. conflitto all'arma bianca costante
"1° problema: quali sono le nozioni di base che fanno da contorno e/o da base alla pratica?".

Per se stessi:
Voglia, talento, buon senso, capacità di conoscere se stessi, esperienza. E un bravo insegnante.

Per insegnare:
Biomeccanica, Anatomia, Medicina, Metodologie di allenamento generali e specifiche, costante aggiornamento, psicologia, esperienza.
Chi segue l'atleta non sarà una cima in tutte queste cose, ma dovrà essere in grado di coordinare le varie figure in modo da avere un atleta al top nel momento della competizione.

Naturalmente se nozioni e qualità dei 2 aspetti si uniscono ben venga.

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Offline xjej

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #43 on: November 22, 2012, 17:48:02 pm »
0
Quote
Io non sono sicuro che il samurai di 300 anni fa avrebbe perso davanti al samurai di oggi allenato con i sistemi oggi a disposizione (fosse possibile provarli tutti naturalmente), comunque è assolutamente da dimostrare questo pensiero.

Visto che parliamo di confronto fisico se prendiamo A e B cloni identici con stesse potenzialità e capacità , mentali, fisiche e tecniche ma B molto più forte,  veloce e grosso faccio fatica a non trovare la conseguenza logica dove A non è stecchito a terra.
www.isao-okano.com - Gracie Bergamo

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Offline Shashka

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Re:Insegnamento/Pratica e nozioni della materia.
« Reply #44 on: November 22, 2012, 18:05:13 pm »
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Davanti all'evidenza degli odierni accadimenti la proposizione che occorre di verifica e suffragio è quella che hai appena fatto, non il contrario.

Non so a quali odierni accadimenti ti riferisca, il problema è stabilire se esistano dei metodi scientifici applicabili oggi e che non erano applicabili 300 anni fa, perché non erano conosciuti, che rendano possibile ad una qualunque persona normo dotata di ammazzare in duello, con una spada in mano, quella stessa persona trasportata trecento anni indietro addestrata con i criteri di allora.

Secondo me, non è possibile dimostrarlo.
Non so dove tu sia stato negli ultimi 50 anni ma grossomodo è accaduto qualcosa di simile.
Una volta, tanto tempo fa, c’era un “maestro” o meglio “sensei”, costui insegnava a degli allievi senza avere alcun curriculum che non fosse averne ammazzati dieci o cento oppure avere la raccomandazione di un certo dignitario; nulla di scientifico, nessun pezzo di carta relativo ad una qualche specializzazione in qualche settore della medicina ecc., nessun diploma che confermasse la presenza ad un corso di aggiornamento ecc.

Fatto sta che ne uscivano dei combattenti, mentre altri finivano male probabilmente.  Una delle finalità era chiara: imparare a non farsi ammazzare e ammazzare. Su questa finalità si poggiava anche una filosofia o una religione ... Quale guerriero non crede in qualcosa o qualcuno? ...

Questa roba si chiamava “arte marziale”.

Adesso non si capisce più niente. Le finalità si moltiplicano per quante sono le discipline e all’interno delle stesse discipline (alla fine, dietro al nome dato ad una disciplina ci puoi mettere quello che vuoi).
In questo caos, qualcuno cerca di crearsi una propria legittimità ad insegnare oppure una legittimità nel proprio insegnante (nel caso si sia allievi).

Ecco allora l’insegnante che presenta il suo viaggio in Cina dal tal maestro o i suoi continui pellegrinaggi in Giappone, i suoi studi sui testi antichi, gli insegnamenti ricevuti direttamente da tizio e caio, da ciò trae anche la filosofia della scuola (o la sua) che propugna ai suoi allievi.

Poiché questo sistema non è gradito da chi ha una formazione maggiormente pragmatica o scientifica o semplicemente da chi gioca con quello che ha, ecco che, qualcun altro, utilizza la presentazione di qualche titolo rilasciato dal Paese di appartenenza come diplomi o lauree e, conseguentemente, nasce l’esigenza di far derivare dalla formazione ricevuta la conoscenza necessaria per insegnare l’AM che si dice d’insegnare.

Di fatto tutte le volte che si cerca di collegare gli studi alle finalità c’è un problema nel definire le finalità e un problema a collegare scientificamente gli studi con le finalità.

Questa è, SECONDO ME, grosso modo, la situazione delle AM.
Io invece non molto tempo fa ho saputo di un amico che durante una sessione al parco (non avevano palestra, quindi si allenavano sempre all'aperto) con questo maestro cinese che "insegnava il kung fu della sua famiglia" si è ritrovato con il legamento della spalla strappato o comunque lesionato.
Dopo cure pagate in proprio visto che non sussisteva assicurazione sportiva nè c'erano capacità nel capire che tipo di lesione si fosse fatto al momento si è ritovato con articolazione della spalla che non gli permette più una completa mobilità.
Questo è un problema che deriva dal "volemose bbene marziale" che legittima tutto ed il contrario di tutto con leggende e ricostruzioni pseudo-storiche.
Certo, se l'obbiettivo iniziale di tale maestro e del mio amico fosse stato quello di diventare un picchiatore della malavita e quindi partire subito in un contesto di illegalità ok.
Ma questo tipo di ignoranza di regole e soprattutto di cautele mi fa pensare che fosse solo un improvvisato, magari ex cuoco del ristorante cinese sotto casa che rompendosi le scatole di lavare i piatti ha deciso di "arrotondare".
In tale caso qualche "certificazione" e qualche  rispetto delle minime regole richieste dal buon senso secondo me è legittimo pretenderle perchè se non garantiscono la serietà di chi insegna, almeno al loro mancanza ne denota la sua incompetenza.
Rigorosamente tutto in mio personale parere.
Spero sia chiaro come l'esempio non è per dequalificare il kung fu o i maestri cinesi, ma solo morstrare come dietroa certe motivazioni si crea una zona grigia in cui la cialtroneria ha più facilità nel sopravvivere.

Lungi da me dire che i maestri cinesi siano meglio di quelli nostrani, però se dobbiamo giudicare l'operato degli istruttori dagli incidenti procurati agli allievi ... Beh! Credo che gli istruttori dei moderni metodi non facciano proprio una bella figura, almeno rispetto a quello che si vede oggi.

Per il passato remoto ... Finalità diverse ... Arte diversa.
Perchè ciò? ???