Coming Soon | MASS ATTACKS | with Lee MorrisonPrendendo spunto da questo video, stimolato dalla discussione di Mad, apro questa discussione senza la pretesa di addentrarmi in teorizzazioni che appartengono ad altri campi ma facendo solo riferimento a quanto visto e vissuto da quando bazzico nella galassia della sicurezza delle persone.
La voce e l'uso della voce è a mio modo di vedere uno degli elementi più importanti nello studio di tutte le situazioni classiche da dp e mi rendo conto che sottovalutare questo aspetto o, più semplicemente, ignorarlo completamente è assolutamente deleterio.
Una delle cose che mi si sente spesso urlare a lezione è che nn siamo sordomuti...che la voce è uno strumento e che se dobbiamo usare ogni strumento a nostra disposizione per sopravvivere dobbiamo cominciare da quelli di più facile accesso.
La voce e la vocalità sono un elemento importante per l'addestramento sia a livello passivo che a livello attivo; a livello passivo, probabilmente nn solo in contesti da "palestra", molti di noi avranno visto o vissuto direttamente l'esperienza del sentirsi agitati per qualcuno che semplicemente ci urla in faccia, dello sclerare se qualcuno tocca determinati argomenti o, specialmente per le donne, del bloccarsi totalmente davanti ad epiteti particolarmente forti o ingiuriosi...
Reazioni in molti casi assolutamente naturali ma dall'altissimo potenziale autolesionistico.
A livello attivo il discorso è più semplice per certi versi ma anche più subdolo...col video in questione possiamo per comodità parlare di "effetto Morrison" per tutte le volte in cui usando toni particolari tradiamo le nostre intenzioni o le nostre potenzialità, ottenendo immediatamente quello che magari avremmo dovuto cercare di ottenere lottando.
Ma l'uso della voce attivo nn può chiaramente limitarsi al fare a chi urla più forte o a chi ringhia di più.
Soprattutto nella fase di escalation l'uso di toni concilianti e di parole ad hoc in grado di suscitare una reazione probabile piuttosto che un'altra è obbligatorio ma dietro ai toni concilianti (e qui ci starebbe una digressione per la quale rimando alla discussione di Mad sulle espressioni...) bisogna saper allo stesso tempo inserire la determinazione a nn farsi sottomettere, in modo che l'eventuale aggressore non ci percepisca mai come una minaccia o un attentato alla sua superiorità ma in modo da instillare in un remoto angolo del suo cervello l'idea che in fondo ci sono altre cose o altri a cui dedicarsi.
Senza considerare, penso al disarmo di un'arma da fuoco, tutti i casi in cui lo switch da voce da preda a voce da predatore deve essere immediato.
Parallelo a questi aspetti c'è poi l'aspetto della funzionalità del giocare con la nostra voce...ossia, una delle cose che spesso si sente è che l'agnello nn può diventare lupo...argomento valido per certi versi ma fino a un certo punto visto che, per motivi culturali, sociali, religiosi e fattori più o meno inconsci, molti di noi tengono sepolto e castrato dentro di sè un potenziale "aggressivo" spesso più che sufficiente che va solo tirato fuori.
E l'uso della voce, ancora una volta, è uno dei modi migliori per compiere questa operazione.
Concludendo, al pari di tanti altri elementi spesso sottovalutati da chi ha difficoltà a riconoscere dignità e specificità al lavoro fatto da molti sistemi di combattimento di più recente codificazione, se siete realmente interessati all'argomento nn potete nn inserirlo nel vostro addestramento perchè se fate i muti in allenamento, finirete per fare i muti sotto stress e se nn vi abituate a controllare le vostre emozioni in allenamento, finirete per venirne trascinati nella realtà...
Be vocal, my friends.