piccola parentesi sui punti di pressione e mio personale dubbio (...)
Io ho una mia idea/ipotesi
[1]. Avete presente quello che succede nel film "Destinazione Piovarolo", nel quale la notizia di un sasso caduto sulla ferrovia passando di bocca in bocca si trasforma e si amplifica, fino a far diventare il sasso una frana?
Ecco, diciamo che, in un tempo indefinito, qualcuno "scopre" che, mentre si combatte/lotta con un avversario, esercitare una forte pressione su alcuni punti del corpo induce dei comportamenti riflessi che permettono di guadagnare tempo prezioso per difendersi/liberarsi/contrattaccare, ecc...
Dopo aver individuato tutti quelli che possono essere dei punti utili a tale scopo, disegna il suo bel diagrammino per ricordarseli tutti e per, eventualmente, più facilmente insegnarli agli allievi della sua nascente scuola di autodifesa.
Mentre li elenca per mostrarli e descriverne gli effetti, le situazioni in cui utilizzarli e le azioni da far seguire, li raggruppa in sequenze coerenti per effetti, situazioni e conseguenti azioni.
Questo tizio
sa che premere un punto particolare del corpo serve ad ottenere quella manciata di millisecondi sufficienti ad "agire", ma quando lo spiega non può fare a meno di utilizzare parole come "immobilizzare", "paralizzare", ecc... Così come sa che, dopo aver ottenuto quel pur minuscolo vantaggio, una azione decisa e potente può provocare molti danni all'avversario, fino a fargli perdere i sensi o addirittura ucciderlo.
E così, con il passare del tempo e con il susseguirsi delle generazioni di allievi, ecco che l'insegnamento "premi/colpisci uno o più tra questi punti, tipo
questo o
questo o
quest'altro ancora, in modo da ottenere una preziosa finestra temporale per contrattaccare, perché il tuo avversario sarà per un breve istante impossibilitato a continuare il suo attacco, così potrai colpirlo fino a fargli perdere i sensi o addirittura ucciderlo", diventa "premi/colpisci questo punto o questa sequenza di punti e il tuo avversario resterà paralizzato, o perderà i sensi, o addirittura morirà".
Il sasso è diventato una frana.
Ok, è una storiella. Ma, per quelle che sono le mie conoscenze, a me sembra credibile. Molto più del fatto che la pressione su alcuni punti del corpo possa provocare paralisi, o perdita dei sensi, o addirittura la morte
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