ma perché, scusa, oltre al combattimento che altro allenate? quali altri scopi perseguite, e come? però non dirmelo in modo poetico: vorrei sapere concretamente, oltre agli esercizi per imparare a menare, che altre cose fate, e a che scopo
Ok, cominciamo.
Il Wing Chun è uno stile di Kung Fu tradizionale che ha, fondamentalmente, al suo interno i seguenti elementi:
1) Forme;
2) Sequenze a vuoto;
3) Sequenze e drill di condizionamento (tipo iron palm);
4) Lavoro al sacco pesante, colpitori, pera veloce, palla tesa;
5) Drill a coppie;
6) Parte teorica;
7) Sparring.
Tutte queste cose sono interlacciate e tutte insieme contribuiscono a creare il praticante di Wing Chun completo. Tutte queste cose contribuiscono al combattimento, ma prese da sole, alcune di esse, non fanno un combattente.
Es. La forma contiene certamente le tecniche che in qualche modo verranno usate in combattimento (tipo i pugni, i calci, etc...), ma non basta fare la forma, anche la famigerata III forma a mani nude, per creare un combattente.Quando si dice che il Wing Chun prende il combattimento come strumento, vuol dire che si agisce su 2 piani differenti: uno chiamato esterno, l'altro interno.
Per spiegarlo devo per forza far riferimento (molto brevemente) ad una teoria che si chiama: "ciclo di sviluppo interno ed esterno".
Il ciclo esterno mira a sviluppare le caratteristiche tecniche (esteriori). Queste sono, nell'ordine: tecnica, potenza, timing e angolazione;
Significa che nell'apprendimento del Wing Chun, la prima cosa che va imparata è il gesto tecnico pulito. Non avrebbe senso infatti tirare un pugno potente, se il gesto tecnico del pugno è completamente sballato. Quindi va prima imparato il corretto gesto tecnico.
Imparata la tecnica, può essere introdotta la potenza.
Imparata la giusta tecnica, e imparata a tirarla con potenza, ecco che può essere introdotto il concetto di timing applicato sia a se stessi, sia all'avversario.
Se si è in grado di applicare il giusto timing, ecco che può essere introdotto l'ultimo elemento: l'angolazione. Cioè tutti i modi di angolarsi rispetto all'avversario.
Es. L'uscita a 45° con calcio circolare è un esempio di angolazione ma, in ottica Wing Chun, non avrebbe senso studiarla se prima non si ha una buona tecnica di calcio, una buona potenza e un buon timing.
Essendo un ciclo, però, il percorso si riunisce al primo punto. Significa che se si ha una buona tecnica, una buona potenza, un buon timing e una buona angolazione, si va a migliorare la tecnica e, migliorandola, si migliorerà la potenza, si avrà modo di migliorare il timing e poi l'angolazione... e così via in un circolo virtuoso.
Un'altro schema che si basa sullo sviluppo "esterno", un po' più dettagliato, e che al posto del ciclo usa una piramide è questo:
Partendo dal basso si ha la seguente progressione didattica:
1) Apprendimento delle tecniche (nuovamente come corretto gesto tecnico) a cui si unisce qui un'attenzione alle motivazioni che portano la persona a praticare. Le motivazioni saranno utili a comprendere i suoi obiettivi. Noti gli obiettivi, sarà possibile cucire addosso al praticante (per quello che è possibile) il suo addestramento;
2) Al secondo piano ci sono tutte le caratteristiche atletiche che servono a rendere più efficaci le tecniche (coordinazione, flessibilità...). E' quello che nel "ciclo esterno"
era alla voce "potenza". In più ci sono elementi quale la corretta alimentazione e la consapevolezza dei propri limiti per non farsi male (prevenzione infortuni);
3) Salendo ancora, c'è il lavoro al sacco pesante, colpitori vari, etc.
4) Al quarto piano c'è lo studio dello sparring;
5) Più su trova spazio lo studio dei principi del Wing Chun e delle strategie di attacco e difesa;
6) In ultimo il mental training e lo stress inoculation.
Chiaramente i confini di questi piani non sono netti, così come è logico che lavorando ad esempio al sacco si allenino anche caratteristiche atletiche.
Questi schemi sono per lo più delle "guide" per decidere quale "settore" deve essere attenzionato maggiormente in base alle caratteristiche o, spesso, le carenze del praticante. Per esempio, se qualcuno ha problemi al lavoro ai focus, può essere che le cause siano atletiche (mancanza di coordinazione, resistenza, etc...) o tecniche.
A quel punto, potrebbe essere utile non continuare quel lavoro e tornare ad attenzionare maggiormente le aree interessate.
E fin qui la parte "esterna". Avevo detto che gli sviluppi nell'allenamento del Wing Chun erano sia "esterni", sia "interni".
Gli elementi "interni" seguono anche loro un sistema ciclico e sono: vuoto, immobilità, radicamento e morbidezza.
Sono definiti "interni" perchè non hanno una diretta espressione tecnica, sono più "mentali".
Lo scopo del ciclo "interno" è quello di arrivare alla morbidezza. Per morbidezza qui intendo la capacità mentale di essere flessibile e adattarsi ai nuovi stimoli nel più breve tempo possibile senza ancorarsi (irrigidirsi) su alcuna idea preconcetta.
Per arrivare a questo stato di "morbidezza" il Wing Chun propone un percorso ben preciso.
1) Vuoto. Si parte dal concetto di "vuoto" tipo quello utilizzato nelle meditazioni. Come lo si allena? Un esempio è con le forme. Specialmente la prima che spesso è definita una meditazione dinamica. Infatti, appena parte la prima forma il Wing Chun insegna che prima di muovere le braccia, bisogna rilassarsi e cominciare a svuotare la mente;
2) Immobilità. Solo chi è in grado di svuotare la mente e allontanare i "problemi" può essere in grado di rimanere completamente immobile. Chi è nervoso, preoccupato, non ha questa capacità. Come la si allena? Un esempio (ma altri sono possibili) è rimanendo nella posizione di base (Yee Jee Kim Yeung Ma) per tempi prolungati.
3) Radicamento. Per radicamento intendo la capacità di portare la propria mente in basso. I maestri dicono al livello del tan tien. Questo viene agevolato anche con una respirazione profonda e diaframmatica. Mente e corpo (respirazione) agiscono insieme oltre ad influenzarsi a vicenda. Però per ottenere questo bisogns prima aver raggiunto uno stato di calma (vuoto) e la
capacità di rimanere immobili. Dico qui "capacità di rimanere immobili" perchè il radicamento può essere allenato da immobili (Yee Jee Kim Yeung Ma di prima) o in movimento, nell'esecuzione delle forme. Di nuovo specialmente la prima.
4) Se si riesce ad ottenere il radicamento, allora si avrà la mente pronta per l'obiettivo: la morbidezza (mentale).
Di nuovo, essendo un ciclo, raggiunta la morbidezza sarà più semplice svuotare la mente, che renderà migliore la capacità di rimanere immobili e cos' via in un nuovo circolo virtuoso.
A che serve tutto questo nel Wing Chun? A migliorare la tecnica, o meglio, a migliorare il praticante nel combattimento aggiungendo il fattore mentale alle sue capacità tecnico-atletiche.
Da notare che la morbidezza, sempre vantata dal Wing Chun, per noi è un fattore prevalentemente mentale. La "morbidezza tecnica", seppur presente, non è necessaria. Ci sono un'infinità di tecniche e strategie che non usano la morbidezza fisica. Comunque è vero che la morbidezza può anche essere espressa nelle tecniche. Questa, però, si fonda su quella mentale. Solo chi è in grado di operare in morbidezza mentale può sperare di tramutarla anche in una morbidezza fisica e tecnica. Nessuno preso dal panico o dal nervosismo può infatti essere "morbido".
Un motto del Wing Chun dice di rimanere freddi nel centro dell'azione. Il centro dell'azione è ovviamente il combattimento. Il "rimanere freddi" fa riferimento ad una delle caratteristiche della morbidezza. Un'altra caratteristica è la fiducia.
Solo avendo fiducia nelle proprie capacità si potrà continuare ad avere una mente "morbida" (leggi pronta e flessibile).
La morbidezza (e tutti gli elementi di sviluppo interno) non essendo direttamente collegata con l'espressione tecnica, può essere usata anche in altri ambiti della vita. Ed ecco che si comincia a spiegare come e perchè il Wing Chun può offrire al praticante allenamenti e sbocchi che non hanno direttamente attinenza col combattimento.
A questo si aggiungono esercizi eseguiti a questo scopo e, anche, principi e motti nati per il combattimento, ma adattati ad altri ambiti.
Questo adattamento non è tipico del Wing Chun. Ad esempio è noto che l'arte della guerra di Sun Tzu sia stato utilizzato anche per addestrare i manager.
Quindi, chi cerca nel Wing Chun elementi di addestramento che esulano il vero e proprio combattimento, può trovare il suo spazio in modo efficace seguendo queste linee guida.
Che cosa allenerà?
Le forme saranno molto importanti. Specialmente la prima. Lo studio della posizione di base (YJKYM), che pur non avendo utilità pratiche dirette nel combattimento, in questo caso assume una grande importanza. Lo studio della teoria, dei principi e dei motti sarà ancora di molto aiuto.
In più, i drill potranno essere utilizzati per cominciare a mettere un po' di "azione". Questo servirà ad allenare il praticante a "rimanere freddo".
Questa azione potrà essere sempire più libera e caotica man mano che il praticante avanza nel suo personale percorso. Si passerà quindi da drill preordinati ma complessi (per timing e coordinazione), a drill eseguiti in libertà fino al vero e proprio sparring.
Lo sparring per questo tipo di praticanti, però, avrà ovviamente ragioni ed obiettivi diversi da coloro che lo fanno in preparazione di gare.
Spero di aver dato (alcune) delle motivazioni per cui nel Wing Chun ha senso mantenere degli elementi che in altre arti, con scopi diversi, giustamente sono stati eliminati.