se il wc è uno stile di kf tradizionale, come mai tra i suoi metodi fondamentali elenchi sacco pesante, colpitori, pera veloce e palla tesa? erano presenti nella tradizione cinese? e parimenti, puoi essere sicuro che lo sparring sia un elemento tradizionale degli allenamenti di wc? ne hai delle prove?
Ottima considerazione!
Dunque, è giusto fare chiarezza. Dico che il Wing Chun è uno stile di kung fu tradizionale perchè si porta dietro tutto il bagaglio tecnico, di forme, di armi, di teoria e filosofia dello stile tradizionale.
Randy Williams ha però aggiunto un sistema di addestramento con attrezzi "moderni". Ecco che nel nostro programma ci sono sessioni al sacco pesante, pao, pera, etc...
Per quanto riguarda lo sparring, idem. Non ho idea se nel sistema tradizionale ci fosse uno sparring secondo i "nostri" canoni. Anzi sono pronto a scommettere che seppur ci fosse (lo sparring), sarebbe molto diverso da quello che facciamo ora.
Però, nuovamente, Randy Williams ha introdotto lo sparring.
Quindi, forse, si può dire che il Wing Chun è inteso da noi come tradizionale nei suoi contenuti di tecnica, forme, teorie e filosofia. Moderno nei sistemi di allenamento e applicazione.
dai per scontato cosa voglia dire 'allenare il vuoto', ma la definizione di vuoto è un po' vaga
Cavolo!!!
Lo sapevo...
detta così non saprei nemmeno se sia qualcosa di allenabile..
Hai mai fatto una tecnica qualsiasi di meditazione?
Di meditazioni ce ne sono tante. Alcune di queste si basano sul concetto di "vuoto" mentale. Il "vuoto mentale", però è una cosa effettivamente impossibile, quindi ogni meditazione dovrebbe fallire.
Quello che invece si cerca di definire con vuoto, non è l'assenza di pensieri, quanto la capacità di non essere "schiavi" dei pensieri.
Accade spesso che nella nostra mente si crei una "catena" conseguenziale di pensieri. Un pensiero ne crea un altro, che ne crea un altro, che ne crea un altro.
Sembrerebbe, siccome non si pensa sempre la stessa cosa, di essere liberi e non schiavi. In realtà si è schiavi delle "associazioni" dei pensieri.
Alcune meditazioni, e quello che io intendo per "vuoto" nel primo elemento interno, è raggiungere una capacità di estraniarsi dalle associazioni di pensiero.
Quando pensiamo, o in questo caso dovremmo dire "quando creiamo i pensieri" noi agiamo in prima persona nei pensieri. Un po' come i sogni. Siamo i protagonisti.
La tecnica "di meditazione" per il vuoto mira a trasformare "il protagonista" in "spettatore". Un po' quello che nel Buddhismo si chiama "distacco".
Per fare un banalissimo esempio, potremmo dire che creare i pensieri è come guidare una macchina e, nel traffico, passare al volo da una macchina all'altra.
Creare il vuoto significa stare al margine della strada e guardare le macchine (i pensieri) passare.
Da un certo punto di vista potrebbe non esserci differenza. Le macchine (i pensieri) continuano ad esserci, sia che si stia al loro interno, sia che si stia al margine della strada.
Invece c'è molta differenza e questa sta nel modo in cui si approcciano i pensieri. Il punto di vista dal quale si mette la persona.
Il fatto di porsi come spettatore, senza seguire i pensieri, senza associarli ad emozioni, senza giudizi nei loro confronti, mette il praticante nelle condizioni di far girare, pian piano, effettivamente meno pensieri in testa. O almeno questa è la sensazione che si prova.
ma una prestazione di vuoto come la misuri?
Non la può misurare nessuno se non la persona stessa. Non è una prestazione. E' uno "stato".
Come si può misurare una meditazione, o una preghiera, nel loro stato mentale?. Al max ci vorrebbero dei macchinari.
come fai a capire se una data pratica migliora o peggiora il tuo vuoto?
Non si può peggiorare il vuoto con una pratica. Al massimo non si ottengono benefici.
e poi, ammesso che questo vuoto, o la sua 'bontà', siano misurabili.. come fai a dimostrare, o anche solo a giustificare, un nesso tra questa attività e l'esercizio - ad esempio - delle forme? ma non è uno scagliarsi contro le forme.. puoi metterci uno qualunque degli altri esercizi che proponi: il mio problema è stabilire una relazione verificabile[/font]
Perchè serve un'attività che ha come scopo la meditazione. Il vuoto può essere creato inizialmente con posizioni fisse. Come in tantissime meditazioni.
Le tecniche per "aiutarlo" sono tante. Una di queste potrebbe essere "l'osservazione" del respiro. Ma qui andiamo proprio OT.
Il nesso con la forma sta nel fatto che la meditazione non solo può essere fatta in modo statico, ma anche in modo dinamico. La prima forma del Wing Chun si presta benissimo a questo scopo perchè ha una posizione che aiuta e può essere eseguita molto lentamente.
Con questo non voglio nemmeno dire che l'unica utilità delle forme stia nella meditazione.
poi scrivi:
A che serve tutto questo nel Wing Chun? A migliorare la tecnica, o meglio, a migliorare il praticante nel combattimento aggiungendo il fattore mentale alle sue capacità tecnico-atletiche.
e io mi chiedo.. ma come!? tutto questo discorso sul piano interno non serviva proprio a dimostrare che il wc, in quanto arte marziale, a differenza degli sdc non si prefigge come unico scopo il combattimento? e invece sembra che anche il lavoro sul piano interno abbia come obiettivo proprio quello!
Provo a spiegarmi meglio.
Il Wing Chun non è ZaZen. Non è Yoga. E' uno stile di Kung Fu. Il Kung Fu insegna il combattimento, inteso qui come confronto con un altro essere umano.
Quindi, come tale, tutto tende a migliorare questo confronto.
Alcuni degli elementi in esso contenuti, però, seppur utili, non sono fondamentali al combattimento. Le forme contengono le tecniche. Con le tecniche si combatte.
Ma non è con le forme che impari a combattere. Ecco che se uno vuole combattere, e vuole farlo presto, fa bene ad eliminare le forme.
Questo non significa che le forme siano inutili. Sono il "libro di testo" del Wing Chun. Il suo DVD tridimensionale.
Possono poi essere utilizzate come meditazione dinamica. Questa meditazione dinamica, estraniata dal resto, può essere utile al praticante come ad esempio anti-stress. Se non estraniata dal resto, aggiungere un elemento in più alle qualità tecnico-atletiche del praticante per il combattimento. A patto di accettare un addestramento più lungo.
Si vuole combattere col Wing Chun e presto? Si può. Basta togliere le forme e lasciare solo ciò che è utile all'obiettivo.
Si può fare. Io l'ho fatto ad esempio quando mi preparai per i 100 round di sparring.
Però, in ottica Wing Chun, questo va bene per un breve periodo di tempo, o se si formasse una "costola" sportiva.
Perchè la domanda sarebbe giustamente: se io tolgo tutto ciò che di tradizionale c'è (forme, teorie, etc...) e mi concentro su ciò che mi serve al combattimento, il Wing Chun diventa esattamrnte come uo SDC. Ma a quel punto perchè non andare a fare direttamente uno SDC?
Come ho detto altre volte, il Wing Chun è una grande cisterna. Si può prendere ciò che si vuole. Se uno volesse, potrebbe prendere la parte "esterna", senza le forme. Ma perchè dovrebbe farlo?
dire che alcune abilità sono spendibili anche in altri contesti è ben diverso da dire che gli obiettivi sono altri..
Forse hai ragione tu. Volevo solo dire che gli obiettivi sono personali del praticante. Per questo il Wing Chun è uno strumento.
Le abilità acquisite sono spendibili in altri contesti, come dici giustamente. E nel Wing Chun queste qualità non vengono acquisite solo dall'allenamento atletico-tecnico-tattico, ma anche da allenamenti corollari, che meritano di essere mantenuti.