Un grazie a tutti per gli interventi.
Provo a fare un riepilogo, se sbaglio qualcosa correggetemi.
Prima di tutto, la frase sotto il mio avatar conferma la sua validità, soprattutto quando ci si trova nella (malaugurata) ipotesi di dover fronteggiare una lama. Però la fuga, per i più disparati motivi, può non essere immediatamente praticabile, perciò altre soluzioni si rendono necessarie.
Quali? Qui il “dipende” è d’obbligo. Per quello che credo di aver capito, la regola, in questi casi, è che non esiste una regola, ma più correttamente si dovrebbe parlare di un algoritmo comportamentale, dipendente da numerose variabili interdipendenti, quali (tra le altre e in ordine sparso):
- distanza dell’aggressore (nel momento in cui incomincia l’aggressione armata)
- impugnatura dell’arma
- direzione e angolazione dei colpi portati
- visibilità o meno dell’arma
- prevedibilità/imprevedibilità dell’attacco
- ”intenzioni” dell’aggressore
-(altro?)
Sulla base della diversa combinazione delle variabili di cui sopra, la risposta di difesa non sarà, quindi, univoca, ma plastica e adattabile alla situazione, con soluzioni che possono prevedere “a scelta”
[1] una o più azioni tra fuggire, cercare una via di fuga, mantenere la maggior distanza possibile, chiudere il più possibile la distanza, cercare/utilizzare un equalizzatore, colpire l’arto armato
e l’aggressore, bloccare/controllare con una mano/braccio
e colpire, bloccare con due mani
e colpire/spingere/tirare, (altro?).
Alcune delle azioni sopra indicate, non sono compatibili
contemporaneamente, ma non si autoescludono se considerate in successione (p.e. mantenere/chiudere la distanza).
In conclusione
[2], la domanda che da il titolo al topic è magari un po’ troppo “ingenua” e semplicistica, ma nonostante ciò mi avete fornito le informazioni sufficienti a capire che alcune soluzioni “eleganti” e “pulite” non sono propriamente applicabili nella realtà.
O no?