No, affatto: però secondo me spesso se ne fa una descrizione relativamente pulita, stile metti la mano qua e qua senza sottolineare l'imprecisione e la fallibilità di tutta la procedura. Che rimane fallibile e imprecisa, s'intende, qualsiasi idea uno abbia. Mica solo quelle di cui parlate voi.
Tempo fa, nel mio "girovagare" nella rete, mi sono imbattuto nel brano che riporto di seguito:
"
It is also important to note that this system has its limitations. Learning this or any other method of physical intervention (...) simply provides a margin of advantage or safety—not a magical umbrella of protection. We do not propose that these skills, even performed at a high level of competence, can somehow provide total immunity to violent attack. However, if these methods are practiced and applied assiduously, the probability of a safe and successful outcome will be increased significantly."
[1].
A prescindere dal contesto in cui è inserito e a cui si riferisce
[2], a me parve subito tutto sensato e sottoscrivibile, oltre che generalizzabile a tutti i "metodi/sistemi di autodifesa".
Ma, leggendo, mi venne un dubbio: come mai, parlando di "autodifesa" gli autori del brano si sono premurati di sottolineare quello che dovrebbe essere "lapalissiano"?
In seguito ho, purtroppo, appreso che c'è chi confonde la
descrizione della realtà
[3] con la realtà stessa. E il motivo di tale
confusione, sospetto, è da ricercare nel non avere cognizione proprio della realtà.
Concordo con LucaL riguardo al fatto che nessuno in questa sede ha affermato che si possa pensare di non subire danni affrontando una lama a mani nude
[4], ma devo convenire con te che è opportuno sottolineare “l'imprecisione e la fallibilità di tutta la procedura”, di qualsiasi procedura si tratti. Almeno una volta ogni tanto.
Pro memoria.
Mia riflessione...