Uno che ti odia

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Offline Dieselnoi

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Re:Uno che ti odia
« Reply #15 on: January 22, 2013, 15:57:42 pm »
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Non ho capito cosa intendi: fate qualche addestramento anti-shock?

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Offline Crux

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Re:Uno che ti odia
« Reply #16 on: January 22, 2013, 16:04:56 pm »
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@ Dieselnoi: avere quei 3-4 secondi per rendersi conto non e' sempre una cosa negativa, se tu avessi steso il vecchietto solo per degli insulti avresti probabilmente passato un guaio, poi se c'e' veramente qualcuno che ti odia magari non ti dice nulla e ti mazzula lo stesso! e non e' detto che l'insulto in genere blocchi anzi a volte e' il contrario, quante risse sono partite per un insulto anche se uno voleva lasciar perdere.

comunque il mio era un discorso in generale sull'addestramento militare e non credo che sia corretto metterlo nello stesso contenitore delle discipline per la difesa personale senza contestualizzare molto, ma non e' il mio campo di interesse ho risposto piu' che altro perche mi piaceva il post di fabry.
In generale reputo che la scherma debba ridurre le azioni ai minimi termini per essere bella.

"Using derogatory descriptions of other members for not sharing the same opinion and acting obnoxiously condescending and self-important doesn't exactly give you the appearence of having an adult mind. "

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Offline Ragnaz

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Re:Uno che ti odia
« Reply #17 on: January 22, 2013, 16:11:28 pm »
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Forse ti "vaccina" contro l'odio personale. Il tipo che urla ti fa meno paura.  Credo sia argometo da sviluppare questo perchè, secondo me, nella maggior parte dei casi di aggressione questo fenomeno gela la gran parte degli aggrediti.

Concordo con te, anch'io penso sia forse l'aspetto che blocca di più...

Come disse il buon Morrison...alla violenza si risponde con violenza...quello che cambia sono le motivazioni... :thsit:

Ah su questo son d'accordo eh! mi chiedevo solo quanto potesse diventare fin troppo automatica la risposta "berserk"....
Ragnaz - alias Luca


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Offline Dieselnoi

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Re:Uno che ti odia
« Reply #18 on: January 22, 2013, 16:11:44 pm »
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Forse per scritto non è sempre facile spiegarsi: intendevo significare che una cosa è preoccuparsi del gesto tecnico, anche in un incontro full contact sul ring, contro uno che non ha niente di personale contro di te e che ti "attacca" dando largo preavviso dato che cè il gong.

Un'altra cosa è trovarsi con la mente altrove aggrediti da uno che ci vuole proprio male.

Suggerivo qualche sistema per abituarsi e "rientrare in sè" rapidamente e esser preparati a un vero combattimento malvagio!

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Offline Ragnaz

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Re:Uno che ti odia
« Reply #19 on: January 22, 2013, 16:15:23 pm »
0
Forse il sistema "sergente hartmann" è davvero quello migliore: abituare il combattente a questo tipo di ostilità offendendolo per davvero e non dandogli quartiere. Magari menando piano ma standogli addosso anche per dei minuti se serve: proprio per "piantargli in testa" che di lì non si esce se non andando a segno più volte.
mi sembra una forzatura.
Lessi tempo fa che quel tipo di addestramento[1] era più che altro finalizzato a ridefinire psicologicamente i soldati.
Discorso lungo ma per fare una semplificazione di quel che mi ricordo il discorso era che l'uomo ha nel "firmware" dei blocchi per le uccisioni dei propri simili[2].
Scienziati militari analizzando le guerre precedenti (incluse quelle combattute con i reparti di fanteria schierati a sparare con l'avancarica come ne "il patriota") avevano scoperto che la percentuale di colpi messi a segno erano molto bassi rispettoa quelli sparati.
Proporzioni che statisticamente non erano supportati solo da errori di mira o di imprecisione dei fucili.
Quindi con un grosso utilizzo dei fucili/mitragliatori per cui il volume di fuoco aumentava drammaticamente, il problema diventava ridefinire l'impostazione mentale dei soldati per farli reagire d'istinto a uccidere.
Farli volutamente diventare dei disadattati, come per i cani da combattimento.
Questo ha portato poi enormi problemi di reinserimento dei veterani, più  che nelle guerre precedenti.
Problematiche affrontate per esempio nel primo Rambo.
Questo lessi, prego chi ne capisce più di me di "military light" di smentirmi/correggermi o approfondire se non ho scritto stupidate.
Se questo è la finalità, a meno di un addestramento militare, credo che un comportamento alla sgt. Hartman sia sostanzialmente controproducente.
 1. si parla di Vietnam
 2. per questo, ipotizzavano gli autori, una delle prime mosse propagandistiche in tempi di guerra è sempre quella di "spersonalizzare i nemici, di non riconoscerli come "uomini"

Questo l'hai letto in"On combat", vero? :)
Ragnaz - alias Luca



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Offline Crux

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Re:Uno che ti odia
« Reply #20 on: January 22, 2013, 16:16:28 pm »
0
Diesel, non sara' la stessa cosa che intendi tu pero' sul ring od in altri contesti sportivi puoi anche trovare quello che "venderebbe sua madre"  :thsit: per metterti k.o. schienarti o proiettarti ecc. e' un impegno anche quello al 100%
In generale reputo che la scherma debba ridurre le azioni ai minimi termini per essere bella.

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Offline The Spartan

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Re:Uno che ti odia
« Reply #21 on: January 22, 2013, 16:27:35 pm »
+1
Rispondo a tutti...
Si, Diesel...fermo restando quanto ti ho detto relativamente al nn considerare il suo stato d'animo un fattore degno di nota, nel mio corso come in tanti altri vengono fatte esercitazioni apposta per far prendere confidenza con determinate dinamiche psicovocali e comportamentali...dal lato passivo e dal lato attivo.
E questo fa una differenza enorme che solo chi nn la conosce può sottovalutare.
A questo si collega il modo in cui si reagisce, intimamente connesso...ma devo ancora una volta far notare come, ammesso che esista..., l'alternativa a un serafico distacco quasi zen o a reazioni permeate di idee del lontano oriente non è solo ed esclusivamente una reazione veemente ma totalmente dissennata...si può essere assolutamente animaleschi e brutali ma senza perdere il controllo della situazione o la cognizione di quel che si fa... ;)
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Re:Uno che ti odia
« Reply #22 on: January 22, 2013, 16:34:59 pm »
0
Rispondo a tutti...
Si, Diesel...fermo restando quanto ti ho detto relativamente al nn considerare il suo stato d'animo un fattore degno di nota, nel mio corso come in tanti altri vengono fatte esercitazioni apposta per far prendere confidenza con determinate dinamiche psicovocali e comportamentali...dal lato passivo e dal lato attivo.
E questo fa una differenza enorme che solo chi nn la conosce può sottovalutare.
A questo si collega il modo in cui si reagisce, intimamente connesso...ma devo ancora una volta far notare come, ammesso che esista..., l'alternativa a un serafico distacco quasi zen o a reazioni permeate di idee del lontano oriente non è solo ed esclusivamente una reazione veemente ma totalmente dissennata...si può essere assolutamente animaleschi e brutali ma senza perdere il controllo della situazione o la cognizione di quel che si fa... ;)

Ecco..questo sarebbe l'ideale.. (bella scoperta :P) :)
Ragnaz - alias Luca


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Offline Dieselnoi

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Re:Uno che ti odia
« Reply #23 on: January 22, 2013, 17:07:37 pm »
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Ecco Spartan, dicevo questo: non andare berserk ma non gelarsi. Cosa fate?

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Offline The Spartan

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Re:Uno che ti odia
« Reply #24 on: January 22, 2013, 17:15:15 pm »
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Tutto il necessario...
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Offline Fabio Spencer

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Re:Uno che ti odia
« Reply #25 on: January 22, 2013, 17:44:32 pm »
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Forse il sistema "sergente hartmann" è davvero quello migliore: abituare il combattente a questo tipo di ostilità offendendolo per davvero e non dandogli quartiere. Magari menando piano ma standogli addosso anche per dei minuti se serve: proprio per "piantargli in testa" che di lì non si esce se non andando a segno più volte.
mi sembra una forzatura.
Lessi tempo fa che quel tipo di addestramento[1] era più che altro finalizzato a ridefinire psicologicamente i soldati.
Discorso lungo ma per fare una semplificazione di quel che mi ricordo il discorso era che l'uomo ha nel "firmware" dei blocchi per le uccisioni dei propri simili[2].
Scienziati militari analizzando le guerre precedenti (incluse quelle combattute con i reparti di fanteria schierati a sparare con l'avancarica come ne "il patriota") avevano scoperto che la percentuale di colpi messi a segno erano molto bassi rispettoa quelli sparati.
Proporzioni che statisticamente non erano supportati solo da errori di mira o di imprecisione dei fucili.
Quindi con un grosso utilizzo dei fucili/mitragliatori per cui il volume di fuoco aumentava drammaticamente, il problema diventava ridefinire l'impostazione mentale dei soldati per farli reagire d'istinto a uccidere.
Farli volutamente diventare dei disadattati, come per i cani da combattimento.
Questo ha portato poi enormi problemi di reinserimento dei veterani, più  che nelle guerre precedenti.
Problematiche affrontate per esempio nel primo Rambo.
Questo lessi, prego chi ne capisce più di me di "military light" di smentirmi/correggermi o approfondire se non ho scritto stupidate.
Se questo è la finalità, a meno di un addestramento militare, credo che un comportamento alla sgt. Hartman sia sostanzialmente controproducente.
 1. si parla di Vietnam
 2. per questo, ipotizzavano gli autori, una delle prime mosse propagandistiche in tempi di guerra è sempre quella di "spersonalizzare i nemici, di non riconoscerli come "uomini"

Questo l'hai letto in"On combat", vero? :)
No, purtroppo è un libro che mi manca anche se mi sono ripromesso di procurarmelo.
Mi sembra di aver trovato la parte più specificatamente relativa al Vietnam su "l'arte sublime e estrema di punti vitali" (o giù di lì) di H.Plee[3].
Altre considerazioni più specifiche sul "depatterning" per poi ricostruire tramite l'addestramento "sadico" l'ho trovato su un libro dal titolo "neuroschiavi" (non ricordo gli autori) e gli esempi si riferivano alla legione straniera francese.
 3. libro che ho trovato interessantissimo proprio per tutto quello che NON trattava dei punti vitali
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Ragnaz

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Re:Uno che ti odia
« Reply #26 on: January 22, 2013, 17:49:48 pm »
0

Questo l'hai letto in"On combat", vero? :)
No, purtroppo è un libro che mi manca anche se mi sono ripromesso di procurarmelo.
Mi sembra di aver trovato la parte più specificatamente relativa al Vietnam su "l'arte sublime e estrema di punti vitali" (o giù di lì) di H.Plee[1].
Altre considerazioni più specifiche sul "depatterning" per poi ricostruire tramite l'addestramento "sadico" l'ho trovato su un libro dal titolo "neuroschiavi" (non ricordo gli autori) e gli esempi si riferivano alla legione straniera francese.
[/quote]

Pensa, li ho tutti e due, ma ancora non letti :)
Cmq tutto quello che hai scritto sembrava davvero "copiato" quasi pari pari da libro di Grossman :)
 1. libro che ho trovato interessantissimo proprio per tutto quello che NON trattava dei punti vitali
Ragnaz - alias Luca


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Offline cooks71

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Re:Uno che ti odia
« Reply #27 on: January 22, 2013, 18:01:38 pm »
+1
"dammi li soorrrrrdi!"  :gh: *
Ho visto Spartan in azione in modalità "light" su questo tipi di training da vivo, ma sono convinto che nelle loro palestre tra di loro son ben più "incisivi".

Non resta il fatto che dire che anche per questo tipo di minacce bisogna allenarsi con dei "scenario training".

Poi ci sono approcci "scientifici" (lo scenario training appunto) e scenari "tradizionali" (ti faccio male davvero in allenamento, poi vedi che reagisci al minimo "bit" di aggressività di chi sta davanti).

Parlando di militari: per chi ha ruoli di prima linea, o in prima linea viene buttato, la questione è che vengono motivati semplicemente al fatto che se devono sparare, fanno la cosa giusta. Poi non c'è addestramento di questo mondo che tenga alla prima fucilata vera che ti viene tirata addosso. Bisogna solo "scollinare" le prime due-tre volte. Almeno così mi ha detto chi è stato in Afghanistan ed è rientrato da relativamente poco.

* Solo chi è stato ad un gathering a Parma nel 2009 può sapere di cosa parlo.
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Offline Fabio Spencer

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Re:Uno che ti odia
« Reply #28 on: January 22, 2013, 19:22:41 pm »
0
"dammi li soorrrrrdi!"  :gh: *
Ho visto Spartan in azione in modalità "light" su questo tipi di training da vivo, ma sono convinto che nelle loro palestre tra di loro son ben più "incisivi".

Non resta il fatto che dire che anche per questo tipo di minacce bisogna allenarsi con dei "scenario training".

Poi ci sono approcci "scientifici" (lo scenario training appunto) e scenari "tradizionali" (ti faccio male davvero in allenamento, poi vedi che reagisci al minimo "bit" di aggressività di chi sta davanti).

Parlando di militari: per chi ha ruoli di prima linea, o in prima linea viene buttato, la questione è che vengono motivati semplicemente al fatto che se devono sparare, fanno la cosa giusta. Poi non c'è addestramento di questo mondo che tenga alla prima fucilata vera che ti viene tirata addosso. Bisogna solo "scollinare" le prime due-tre volte. Almeno così mi ha detto chi è stato in Afghanistan ed è rientrato da relativamente poco.

* Solo chi è stato ad un gathering a Parma nel 2009 può sapere di cosa parlo.
mi definiresti meglio il termine "scollinare" per favore?
Io di addestramento militare so pochissimo, giusto quello che mi è capitato di leggere nelle poche occasioni che ho descritto poco sopra.
 :-[

grazie.
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Offline Dieselnoi

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Re:Uno che ti odia
« Reply #29 on: January 22, 2013, 20:56:35 pm »
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Questo potrebbe anche essere uno spinoff. Ho letto di corsi (credo americani) in cui questa specie di training mentale veniva fatto per insegnare alle ragazze molestate nel posto sbagliato (macchina da sole con brutto tipo ecc ecc) a disinnescare il molestatore senza farlo esplodere e diventare violento. Penso che in palestra sarebbe abbastanza semplice, anche senza tirare in ballo scenari estremi, addestrare le reclute a un contesto ostile.