Anch'io e la mia ragazza siamo diventati "quasi vegetariani" come dice Cooks (anche se vi sono differenze con il suo approccio). Io personalmente preferisco "onnivoro di sussistenza", nel senso che preferisco mangiare la carne solo in momenti rari, riducendone al minimo l'assunzione mensile (o settimanale nel caso del pesce: anche due volte a settimana). Un po' come gli animali tipo il procione, l'orso, il maiale ecc...: vegetariani per buona parte del tempo, ma che non rinunciano ad alimenti di origine animale quando ne hanno la possibilità. Anche i nostri cugini scimpanzé rientrano in questa categoria.
Non è dissimile poi dalla vita dei contadini di una volta, che consideravano questi alimenti come propri delle feste o della Domenica, giorno festivo per eccellenza.
Principalmente mangio legumi, cereali integrali, frutta e verdura.
Lo trovo un ottimo stile di vita, con cui personalmente mi trovo bene, sia dal punto di vista della salute che da quello (non trascurabile) economico. Vegetariani più intelligenti come Veronesi sostengono anche loro la necessità di un avvicinamento graduale al vegetarianesimo, attraverso steps, di cui il vegetarianesimo stesso può essere parte se si vuole tendere al veganesimo. Prova a fare così, magari all'inizio passando a mangiare solo il pesce e non la carne, e poi valuta come ti senti.
Atteggiamento osteggiato da vegani più intransigenti e radicali, come i vegani-fruttariani tipo Valdo Vaccaro (andate a vedere il suo blog, se siete interessati...), che propongono anzi un fine settimana di digiuno per purificarsi e rompere con le vecchie abitudini alimentari, ricominciando subito con un alimentazione appunto vegana-fruttariana, tendenzialmente crudista.
Personalmente non mi trova molto d'accordo, non mi è congeniale come metodo.
Sul disgusto per la carne, lo capisco. Nemmeno io, che prima adoravo la carne, attualmente ne sono molto attirato (diversamente da una delle mie attrazioni quali il sushi...
), tuttavia ho assaggiato prodotti artigianali particolari ultimamente, raramente la mangio e non mi pongo remore in maniera assoluta. Cerco di essere elastico, ma non troppo.
Alla mia ragazza attualmente la carne gonfia e non la digerisce più bene, quindi ne mangia ancora meno di me (quasi nulla).
Risposta generale un po' per tutti - la mia non voleva infatti essere una critica ma una constatazione, un po' amara e forse pure un po' stronza. Siamo (tutti, chi più chi meno) selettivi nel decidere cosa possiamo tollerare e cosa no, cosa ci leva il sonno e su cosa riusciamo a passare sopra.
Diciamo che "capisco" di più chi è vegetariano per motivi salutistici, meno chi lo è perché "poveri animali".
Poi per carità, massimo rispetto (posto il fastidio per i vegetariani scassacazzi che non perdono occasione per romperti gli zebedei, ma quello vale ovviamente per gli scassacazzi in generale) per le scelte.
Molti vegani o vegetariani giustificano le loro scelte più dal punto di vista etico che da quelle salutistiche (secondo me molto più forti ed efficaci- vedi l'Istituto Europeo per i Tumori del prof. Berrino), il che non mi trova molto d'accordo. E non tutte le loro soluzioni sono argomentate in maniera solida. Nondimeno sul diritto di mangiare animali apriamo un discorso complicato, visto che si tratta anche di verificare le possibilità di un sistema pesantemente impattante sull'ambiente e non più sostenibile a questi livelli di produzione (non sto dicendo che dobbiamo essere tutti vegetariani, ma sono problemi da prendere in considerazione).