La questione delle distanze

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Offline Dieselnoi

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La questione delle distanze
« on: February 21, 2013, 16:14:48 pm »
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Sia nelle risse che nell'UFC mi sembra che le cose funzionino così: laddove le regole non lo impediscono l'attacco di prima intenzione è quasi sempre un attacco a corto raggio, presa o spintone oppure presa più colpo. O takedown, per fare un riallaccio parziale al thread di prima.

D'istinto quasi nessuno inizia un combattimento con colpi "di scherma" tenendosi chiuso a distanza mediolunga. Forse lo fa uno sportivo perchè è condizionato così.

Se si riesce ad arrestare o a dissuadere l'avversario dallo stringere la distanza allora, e solo allora, si passa ad una dinamica duellistica abbastanza simile a quella che c'è su un ring.

Ho dunque la percezione che se veniamo aggrediti, per prima cosa ci troviamo il nemico dentro le trincee e lo dobbiam respingere con "armi corte", poi se il combattimento dovesse preseguire ci se la gioca magari in modi più tecnici.

Siete d'accordo? Supponendo (è d'uopo farlo) di avere a  che fare con un coglione medio e non con un campione di vale tudo cosa fareste? Io credo che cercherei di andare indietro e di calciarlo di teep per fargli male e tenerlo lontano. Altrimenti, se mi sorprende troppo da vicino, gli controllerei la testa (che per strada vale) e poi cercherei il clinch.

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Offline Gargoyle

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Re:La questione delle distanze
« Reply #1 on: February 21, 2013, 16:20:42 pm »
+1
Se parli di DP, non è tanto la distanza (ad ogni distanza ci sono le cose più appropriate da fare) e nemmeno tanto di "scherma" dei colpi.
E' un discorso di "intenzioni"
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline Sunny K

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Re:La questione delle distanze
« Reply #2 on: February 21, 2013, 16:21:00 pm »
+1
Ci sono troppe variabili da considerare per azzardare risposte.

E se ce lo troviamo già "in trincea" abbiamo sbagliato qualcosa...
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Offline The Spartan

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Re:La questione delle distanze
« Reply #3 on: February 21, 2013, 16:26:22 pm »
0
Diciamo che in un contesto di DP il modo in cui l'altro arriva a contatto o a zona rischio è di solito a sorpresa veramente o dopo più o meno intensa escalation verbale.
In un caso cerchi ove possibile di limitare i danni e organizzare un'eventuale controffensiva, nell'altro sono plausibili molteplici risposte sulla base di indole, formazione, addestramento, fattibilità, ecc. ecc....ovviamente con rischi nn uguali.
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Offline Dieselnoi

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Re:La questione delle distanze
« Reply #4 on: February 21, 2013, 16:30:35 pm »
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Secondo me ci arriva in trincea quasi di sicuro. In realtà potremmo anche spingerlo via con le mani, è una reazione istintiva e anche a basso rischio di eccessiva escalation. Se dopo che l'hai spinto via ritorna avanti allora è guerra e puoi colpirlo come meglio credi, appunto anche di calcio teep.


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Offline metal storm

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Re:La questione delle distanze
« Reply #5 on: February 21, 2013, 16:44:26 pm »
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concordo con il discorso di John... dipende molto dalla tua formazione: se sei uno abituato a colpire, provenendo magari dal karate, cercherai di tenere una certa distanza, anche se comunque ci sono tecniche specifiche per le distanze ravvicinate. se sei un lottatore cercherai il contatto per sfruttare al meglio quello che conosci.
poi, chiaramente, ci sono di mezzo tutte le possibili variabili del caso: aggressore armato, più pesante e alto, se ha delle tecniche specifiche ecc.

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Offline The Spartan

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Re:La questione delle distanze
« Reply #6 on: February 21, 2013, 17:19:59 pm »
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Secondo me ci arriva in trincea quasi di sicuro. In realtà potremmo anche spingerlo via con le mani, è una reazione istintiva e anche a basso rischio di eccessiva escalation. Se dopo che l'hai spinto via ritorna avanti allora è guerra e puoi colpirlo come meglio credi, appunto anche di calcio teep.

Il discorso delle mani è molto giusto...ma meglio tenerle già pronte su...
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Offline Dieselnoi

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Re:La questione delle distanze
« Reply #7 on: February 21, 2013, 18:00:07 pm »
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Secondo me operativamente parlando è facile che dobbiamo cominciare a trattare il problema che siamo già colpiti con il tipo addosso. la prevenzione delle volte fallisce. Così potremmo o spingerlo via o afferrargli la testa e andare in clinch: o lontani o molto vicini.

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Offline Win 45-60

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Re:La questione delle distanze
« Reply #8 on: February 21, 2013, 18:07:56 pm »
+1
Secondo me ci arriva in trincea quasi di sicuro. In realtà potremmo anche spingerlo via con le mani, è una reazione istintiva e anche a basso rischio di eccessiva escalation. Se dopo che l'hai spinto via ritorna avanti allora è guerra e puoi colpirlo come meglio credi, appunto anche di calcio teep.

Mmmmmh...

se quello ti mette le mani addosso vuol dire che le danze sono già aperte e quindi la tecnica, se a quel punto di tecnica si può parlare, ti sarà imposta dalla situazione stessa.

Lo sfracelli di colpi o lo scaraventi a terra o tutte e due le cose, così come ti viene più istintivo.

Stare a considerare se ci sta meglio il teep o ci sta meglio il tap in molti casi potrebbe tradursi in una bella visita guidata al più vicino pronto soccorso  :)

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Fanchinna

Re:La questione delle distanze
« Reply #9 on: February 26, 2013, 08:32:02 am »
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Lo sfracelli di colpi o lo scaraventi a terra o tutte e due le cose, così come ti viene più istintivo.

l'uomo è l'unico animale così
negli altri mammiferi l'istinto porta al cosiddetto combattimento rituale
istituito dalle leggi naturali per limitare al massimo i danni


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Offline Dieselnoi

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Re:La questione delle distanze
« Reply #10 on: February 26, 2013, 09:33:29 am »
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Secondo me, in quanto difensori, partiamo praticamente di sicuro con il nemico a bordo e anche in condizione di awareness non ottimale:

1) Se siamo attentissimi NON ci aggrediscono

Io penso che spingerei via l'avversario con due mani, tanto per risistemare le distanze e poter tirare il fiato. Da lì in poi è vale tudo.

Ciò porta anche ad un'altra questione, tipica di quelli di noi che veleggiano sui 180 cm e oltre, magri ed evidentemente fisicati. Ehi tu, parà! Quella che con ogni probabilità, se verremo aggrediti senza essercela andata a cercare, sarà in due contro uno, contro uno armato, con l'inganno, da dietro ecc ecc.

Solo chi vuole un duello si imbarca frontalmente non dico con Spartan ma perfino con me, che rientro (di poco) nella categoria. E in quella logoca lì devi essere un ultrà o un buttafuori.

Per questo, secondo me, andrebbero studiate (e come?) anche tutte le tecniche di "ritirata tattica" ovvero quelle che ti permettono di sottrarti in qualche modo a una pioggia di colpi inopinati e riguadagnare guardia e distanza.

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Offline Krypteia

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Re:La questione delle distanze
« Reply #11 on: February 26, 2013, 10:38:12 am »
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Lo sfracelli di colpi o lo scaraventi a terra o tutte e due le cose, così come ti viene più istintivo.

l'uomo è l'unico animale così
negli altri mammiferi l'istinto porta al cosiddetto combattimento rituale
istituito dalle leggi naturali per limitare al massimo i danni

Mica tanto vero: non sono un etologo, ma credo che il combattimento rituale sia confinato quasi esclusivamente a situazioni appunto "rituali" (combattimenti per conquistare la femmina, per stabilire una supremazia territoriale, o all'interno del branco ecc.).
Un leone non è che si mette a fare il combattimento rituale con una zebra - la vuole predare, e quindi l'attacca per sbranarla (il che forse è una situazione più assimilabile a un contesto di DP).
Der Vogel kämpft sich aus dem Ei. Das Ei ist die Welt. Wer geboren werden will, muss eine Welt zerstören. Der Vogel fliegt zu Gott. Der Gott heisst Abraxas.

La vita non mi ha mai interessato quanto l'evasione dalla vita stessa.


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Fanchinna

Re:La questione delle distanze
« Reply #12 on: February 26, 2013, 10:51:33 am »
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appunto
leone e zebra sono due specie diverse
ma tra due uomini...

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Offline MachineGunYogin

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Re:La questione delle distanze
« Reply #13 on: February 26, 2013, 11:43:29 am »
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Non discuto sulle MMA, ma per quel che riguarda la DP, IMHO non esiste un attacco "di scherma". Se uno ti attacca per ammazzarti lo fa con tutta la foga e l'intenzione possibile per ridurre l'atto a pochi secondi. Quindi, secondo me, in un certo verso e' l'aggredito che decide le distanze di combattimento, perche' l'aggressore verra' sempre piu avanti.

Se si tratta di scherma pugilistica con jab di apertura, cross e passetto indietro, questa non e' DP, e IMHO non ha senso discuterne perche' si tratta di altra roba dove il rischio si riduce notevolemente.