Sì andy penso tu abbia ragione. Ci sono in queste discipline valide strategie e idee che possono essere utilizzate con grande efficacia da uno che sia già un " fighter ". Se invece dovessi insegnare in poche ore ( il classico corso di tre ore a settimana per tre mesi ) a qualcuno a difendersi punterei al 100% sull'inculcare nei cervelli dei partecipanti la necessità di un fisico orchesco e dal punto di vista tecnico lavoro sotto pressione con cose semplicissimi ... neanche pugni ... blocchi , coperture , spintoni , schiaffoni , uscite dalla monta ... di più o di meglio non si può fare con principianti che abbiano bisogno di imparare rapidamente qualcosa ... secondo me ovviamente
Infatti la didattica “standard” per imparare kali, silat come discipline (comprensive appunto di repertori associabili come nome anche al panantukan/suntokan) di solito non è strutturata/pensata per 36/40 ore.
Ci sono programmi del sud-est asiatico (anche minisistemi tradizionali) che mostrano quanto descrivi in tempi brevi ma che non hanno la pretesa di essere esaustivi sull'argomento ma di darne solo un'infarinatura.
Sul diventare/essere “fighter” il discorso è un po' più complesso, o meglio legato al monte ore dedicato alle varie aree di studio. Bisognerebbe confrontare per esempio un pugile con chi ha dedicato lo stesso tempo all'area corrispettiva del sud-est asiatico.
Per logica non si può paragonare un ragazzo che ha praticato pugilato per 300 ore (6 ore x 50 settimane) con un altro che ne ha praticate 200 di kali (4 ore x 50 settimane).
Il secondo rischia di aver lavorato 80 ore nel contesto di bastone -singolo e doppio- 70 ore a mani nude – panantukan/suntokan (pugilato filippino) e sikaran (calci) e trankada/dumog/buno (lotta filippina) – 50 di coltello – lama vs lama, lama vs mani nude, coltello e bastone/machete (espada y daga)
I numeri li ho scritti in modo molto grossolano ma seguendo una logica con un certo realismo.
I due ipotetici ragazzi del mio confronto impari ai loro amici dicono entrambi che hanno praticato un anno ma il praticante di pugilato è possibile se non probabile si sia dedicato davvero 300 ore all'aspetto pugilistico occidentale. Quello che fa kali è lontano dalle 200 ore di pratica di pugilato filippino. La "dispersione" (di tempo) è il rovescio della medaglia della “completezza” rispetto alla specializzazione.
Le misere 4 ore settimanali contro le 6 ore del pugilato non dipendono manco dall'istruttore ma dal contesto meramente economico e sociale. con una metafora è come confrontare per rapporto qualità/prezzo e "onestà" l'offerta ai propri clienti di un negozio artigianale al dettaglio con quelli di una multinazionale produttrice che vende all'ingrosso.