Si, però attenzione, un conto è saper gestire ansia e stress, altro conto è saper cosa fare in certe situazioni.
Sia che siamo in un ambiente rilassato/controllato o in una situazione realmente brutta.
Posso essere molto bravo a gestire il panico, ma se poi non ho una risposta valida a come uscire dalla situazione che mi causa panico... boh, non so... mi ritrovo comunque incasinato.
E perché il lavorare in questo modo escluderebbe un lavoro congiunto e dettagliato sulle risposte valide?
Ovvio, perchè sono antipatico!
Allora, prima di buttarmi nel vespaio riconosco la mia totale inesperienza riguardo il Systema, ma leggendo questo:
nel systema, il 70, 75% del lavoro è fatto proprio per imparare a gestire stress e tensioni
mi vien da pensare che si "favorisca" un po' di più l'aspetto psicologico/rilassente/respiratorio.
Poi per il resto è il solito discorso già affrontato più volte, sarà un limite mio ma con certe dinamiche del systema non mi ci trovo, magari perchè ho già troppo metabolizzato altre abitudini marziali, ma pure qui, se si parla di:
"tecnica", così come la intendono i marzialisti, praticamente non se ne fa. Si impara a gestire il proprio corpo e quello dell avversario, partendo dai principi, non da tecniche.
ribadendo il mio limite, non mi ci trovo.
Lavorare sui principi è cosa buona e giusta, e ci mancherebbe altro, ma per certe situazioni bruttebruttebrutte, devo rendere istintive alcunetecniche, le più collaudate, testate e funzionali possibili. E queste le devo allenare allo sfinimento, alla nausea. E nel modo più realistico possibile.
Ad "improvvisare" una "tecnica" al momento del bisogno confidando nella MIA creatività e nel fatto che abbia compreso al 100% i principi dell'arte... sicuro sicuro io non mi sentirei, ma ripeto, è una cosa mia personale.
E comunque chiaramente bisogna mantere un minimo di elasticità mentale e tattica.