In verità c'è una cosa stranissima in tutto questo discorso, ok per il goju di okinawa con le chiavi articolari era stile a contatto ravvicinato, ma lo shotokan e lo stile di provenienza shorin ryu questo studio delle chiavi non lo avevano essendo stili a lunga-media distanza; i kata del wado ryu derivano da quelli shotokan non dai goju ryu, però apprendiamo da Wa che i bunkai del wado ryu basati su kata shotokan ( quindi kata senza leve) hanno magicamente delle leve articolari, così dall'oggi al domani, solo perchè il fondatore conosceva il ju jitsu. Magia del kata ragazzi, magia del kata.
Buongiorno,
aggiungo un paio di righe (magari qualcuna in più perdonatemi
) che forse possono aiutare a sgombrare il campo da incomprensioni. Non ho mai praticato wado ryu, ho però avuto modo di frequentare, come detto, per lungo tempo nella mia vita, un paio di praticanti e in 30 anni qualche lettura sull’argomento mi è capitata.
Ora il legame shorin ryu / shotokan / wado ryu va forse rivisitato brevemente per meglio comprendere i modi con cui questi tre stili si approcciano al combattimento. Lo shorin ryu (composto a sua volta da una miriade di sottostili) come dice chiaramente il Maestro Gichin Funakoshi in uno dei suoi libri, è uno stile che lui riteneva più adatto a persone esili e meno robuste (per quanto uno dei suoi due maestri, Itosu, avesse, invece, una corporatura molto robusta ed un approccio al combattimento che, sempre dai suoi racconti, sembrerebbe più simile a quello del goju ryu o dello uechi ryu
); uno stile quindi, lo shorin, elusivo (ma non per questo legato solo alla lunga distanza) molto basato su velocità, tai sabaki e tempismo. Il suo shotokan era probabilmente figlio di questo modo di concepire l’arte marziale ed il combattimento, ed è proprio quello shotokan che Hironori Otsuka, fondatore del wado ryu, apprese, (ricordiamo, per completezza, che ebbe come insegnanti di karate anche Mabuni e Motobu, sebbene molti ricordino solo Funakoshi). Ora osservando il modo di eseguire i kata del wado ryu si noterà (uso del nekoashi dashi al posto del kokutsu dashi, esecuzione delle tecniche in maniera più “morbida” etc.) una maggiore somiglianza del wado ryu con gli stili shorin okinawesi piuttosto che con lo shotokan giapponese giunto sino a noi, che è, invece, più “figlio” dell’impronta datagli da Yoshitaka Funakoshi, dai primi istruttori JKA ed a mio avviso anche dal regolamento sportivo creato in quegli anni.
Se si ha modo di leggere qualche libro scritto da Gichin Funakoshi si può notare con sorpesa che nella spiegazione dei kata (bunkai) vengono utilizzate molte leve e proiezioni, sicuramente molte di più di quanto poi queste leve e proiezioni siano state successivamente utilizzate nei vari dojo shotokan in giro per il mondo immagino.
http://karatecoaching.com/wp-content/uploads/2013/02/Bunkai.jpg (scusate se non allego direttamente l'immagine ma non ci sono riuscito....
)
Questo fatto ha una spiegazione molto semplice: nel momento in cui lo shotokan ha adottato un certo regolamento sportivo si è perfezionato per eccellere in quel contesto (ricordiamo che i diffusori nel mondo dello shotokan sono stati gli studenti universitari della Waseda University di Tokyo, fortissimi agonisti di quei tempi, Enoeda, Kanazawa, Yahara etc.). anche le modifiche a livello estetico dei kata shotokan, e la poca importanza data al bunkai degli stessi nel corso del tempo rispetto alla forma di per se, sono frutto di questa scelta a mio avviso… in fondo nelle gare si giudica/va solo la forma e non certo il bunkai ed il realismo o meno dello stesso.
In questa ottica, credo, ma anche qui mi rimetto ai praticanti di wado ryu che ne sapranno sicuramente più di me, che l’utilizzo maggiore nel loro stile di leve e proiezioni non sia né una moda né una forzatura (entro certi limiti) perché tali leve e proiezioni esistono ed esistevano nello shorin ryu appreso da Gichin Funakoshi, Mabuni e Motobu tutti insegnanti di Otsuka. Inoltre, il fatto che Otsuka fosse anche esperto di Jiu Jitsu tradizionale, avrà sicuramente contribuito a far si che questa parte del repertorio tecnico del karate da lui appreso venisse non solo continuata ma anche migliorata ed integrata con quello che lui già conosceva, in fondo leve e proiezioni sono sempre quelle perché il corpo umano quello è
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Per chiudere, e chiedo venia se sono stato prolisso, vorrei anche ricordare che il karate in generale, in quanto figlio originariamente di stili cinesi ed arti autoctone okinawesi (in un’epoca in cui Okinawa aveva strettissimi legami culturali e commerciali con la Cina) non ha mai avuto un repertorio o programma tecnico codificato e tramandato “immutabile” a differenza dei koryu (stili marziali tradizionali giapponesi). Questa scelta, che rispecchia una diversa concezione dell’arte marziale che qui non approfondisco per non andare OT, ha dato vita ad una miriade di stili “personali”, apparentemente differenti tra di loro, ma in realtà molto più simili di quanto si creda, se chi li analizza ha l’esperienza e le conoscenze necessarie e non è animato da scopi “commerciali” o campanilistici. Si tratta solo di persone che hanno adattato al proprio fisico ed alla propria attitudine mentale quello che hanno appreso e lo hanno ritramandato così invece di riproporre la versione “originale” ricevuta dal loro maestro (cosa che è assolutamente necessaria, al contrario, secondo i principi delle arti marziali tradizionali giapponesi). Non è un caso, ad esempio, che i due Maestri di Gichin Funakoshi, per quanto praticassero lo stesso stile ed avessero avuto lo stesso maestro, avessero due approcci al combattimento ed all’insegnamento molto differenti, che portarono uno dei due addirittura a modificare le forme originarie per sue scelte personali; allo stesso modo non è un caso se tra i kata originariamente insegnati da Gichin Funakoshi, ci fossero sia kata di corrente shorin che di corrente shorei, ossia quella che Funakoshi stesso ritiene più adatta a persone di forte corporatura, insomma quella corrente da cui derivano anche il goju ryu e lo uechi ryu, apparentemente così lontani dagli stili shorin.
Rimango convinto, ripeto, che le somiglianze tra i vari stili se si guarda con occhio esperto ed onesto, sono maggiori delle differenze, che molti vedono o vogliono vedere, e man mano che si avanza nella pratica e si ha modo di avere contatti con praticanti di altri stili di karate questa cosa diventa sempre più evidente; spesso, purtroppo, le critiche al karate sono mosse da persone che lo hanno praticato per pochissimo tempo o addirittura che non hanno fatto nemmeno una lezione e questo genera una moltitudine di luoghi comuni che a mio parere solo la pratica sincera in un dojo serio può fugare.
Impossibile davvero criticare, con cognizione di causa, qualcosa che non si conosce e che il nostro fisico, prima ancora della nostra mente, non ha assimilato profondamente. Questo non toglie che sia giusto stigmatizzare i comportamenti di chi per scopi di vario tipo “inventa” dal nulla tecniche assurde, ma questo, purtroppo, credo sia un problema condiviso dall’intero panorama marzialistico italiano, fatto si di ciarlatani ma anche di gente onesta e seria il cui lavoro, al di là dei gusti personali, va sempre rispettato.
Scusate ancora se mi sono eccessivamente dilungato e se, eventualmente con questo mio post sono andato OT, spero che almeno sia servito a fugare qualche dubbio in chi ha interesse sincero e si vuole avvicinare al karate
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p.s. edit: l'immagine l'aveva allegata sono io che sono un rintronato