Provo a dire la mia, magari dicendo cose già dette da altri, ho letto a sprazzi quindi perdonatemi.
Il confronto fra le due pratiche è improponibile, semplicemente perchè, tolto l'aspetto del lavoro a vuoto, non hanno nulla in comune, a partire dalle motivazioni.
Nella Shadow Boxe il pugile allena delle combinazioni, quelle che tenterà di portare sul ring, quindi la sua strategia, mettendo insieme i colpi e i movimenti che ritiene più adatti a sé e al match che va ad affrontare, quindi anche all'avversario (non sempre ovviamente) facendone un lavoro specifico.
Credo che Tyson fosse un ottimo esempio di Shadow Boxe portata sul ring.
A quel lavoro si affianca poi quello ai colpitori, per l'impatto, la potenza e l'affondo, oltre allo sparring che ne è un indispensabile test di validità.
Il Karateka, lavorando a vuoto, fa un lavoro con altre finalità, più legate alla tecnica in sé.
Piaccia o meno, ogni colpo, parata, gesto e posizione, hanno una serie di componenti, una serie di ragioni d'essere, di dettagli che rendono quella tecnica buona o meno.
Questo indipendentemente dai discorsi d'opinione sulla validità o sull'efficacia, è proprio il tipo di studio.
Quindi nel Kihon, si torna alla base per non perderne elementi e dettagli, l'uscita alla giusta angolazione, la catena cha va dal piede alla mano, l'anca, il tronco eccetera, fino al seiken per esempio, correttamente posizionato.
Tanti dettagli che fanno di quella, una tecnica di Karate piuttosto che no.
Quando si tralascia il lavoro in Kihon, spesso si perdono parti e dettagli di quelle esecuzioni, finendo per renderle più grezze, mancanti di dettagli necessari, così si finisce per fare qualcosa che, somiglia a questo o quello, ma senza esserlo, quindi senza efficienza, ne come Karate, ne come altro.
L'affondo di un Gyaku Tsuki, necessita di una serie di cose, senza le quali diventa altro, ma solo per similitudine, non per sostanza, quindi senza la relativa efficacia.
Il Karateka esperto, torna al Kihon per non perdere quei dettagli.
I Kata non centrano nulla in questo, se non come degli insieme di Kihon.
In pratica, le ragioni per cui si fa Kihon, con le ragioni per cui si fa Shadow non hanno alcuna attinenza, non è con la Shadow che il pugile perfeziona i dettagli dei colpi che porta, non è col Kihon che il Karateka prepara la sua strategia d'attacco o di combattimento.
Anche certi video di Kali, trovo abbiano poco in comune con questo o quello, almeno per quello che pare a me guardando, nel senso che mi sembrano più esercizi di coordinazione e abilità, che non studio dettagliato dei gesti o preparazione di una strategia di combattimento.
Alla fine, trovo utili tutti i vari esercizi, a condizione che le finalità siano ben chiare e non si confondano fra loro.
Trovo anche che, l'eventuale confusione, possa avvenire per i non praticanti, che possono vedere solo e soltanto uno che fa gesti da solo e colpisce a vuoto, ma per i praticanti non dovrebbe esserci alcuna confusione.
Diciamo che, un certo modo di praticare, connota la disciplina praticata, piaccia o meno, tant'è che se non piace, si pratica altro, senza che questo comporti necessariamente un lavoro inutile.
Pur con tutte le ritualità, il Karate (anzi il karateka) spesso trova efficacia in più contesti, la condizione è sempre la stessa, ossia l'onestà della pratica, quindi il non convincersi che, il tal esercizio, possa sostituire il tal altro.
Se uno fa kihon, kata e compagnia cantante, convinto di imparare a combattere senza dover scambiare colpi con altri, allora andrà incontro a dolorose delusioni, ma non è il karate a trarre in inganno, è il maestro o il karateka, che si illude di evitare la parte dolorosa della sua pratica.
Se uno invece, quella parte dello studio, la dedica a mantenere più possibile solide le basi, più possibile completi e giusti, almeno perchè davvero si tratti di karate e non di simil qualcosa, allora sarà anche vero che, la parte del lavoro dedicata al confronto/scontro, avverrà con un partner.
In questo caso non vedo nulla di sbagliato.
Tutto rigorosamente IMHO