Ha spiegato bene Eugenio la cosa.
Aggiungo. Non è che non sia possibile correre 1000 metri correndo i 100 a manetta e facendo i restanti 900 quasi a passo d'uomo... ma cosa otteniamo da un lavoro simile?
Facendo un parallelismo: se programmo un circuito aerobico di una mezz'oretta con, immagino come esempio, 7-8- giri di una routine di 6-7 esercizi, fatta senza soluzioni di continuità, e parto facendo la prima seire di burpees come se facessi un tabata, magari riuscirò poi a terminare la sessione, ma avrò completamente cannato.
Mi ricordo aaaanni fa quando in pista facevamo 10 volte i 400 metri con recupero parziale. Avevo un amico nel nostro gruppo che partiva facendo i primi 2-3 a ritmo mostruoso, e poi a stento (anzi, quasi mai) terminava le 10 ripetizioni. Che stava insegnando al suo corpo in quelle giornate? E difatti le sue performance in gara erano scadenti, soprattutto non reggeva alla distanza e le sue percentuali di abbandono in gara erano alte.
Io rimanevo indietro 2-3 metri da lui in queste prime ripetute (anche perché avevo comunque meno capacità rispetto a lui, più di così non andavo), ma io non ho mai abbandonato una gara.
Qui dentro, lo ripeterò sempre e mi ci metto dentro anch'io, non siamo dei pro, per cui io ritengo fondamentale aver sempre chiari pochi e corretti concetti base. Uno di questi è l'obiettivo del lavoro, che mi deve sempre far chiedere a me stesso: cosa voglio ottenere con questo allenamento? Aumento del volume totale? aumento dell'esplosività? Aumento della soglia anaerobica? Gestione del lattato? Aumento esplosività? A relativa risposta corrisponde un tipo di lavoro, di intensità, di RECUPERO, di tempo totale.