L'allenamento per definizione è il creare una condizione "scomoda" (tecnicamente creare uno stress) per il nostro corpo, alla quale lo stesso risponde con un adattamento che lo porta, se ben eseguito, verso parametri fisici migliori.
Tali parametri sono misurabili in tutti i soggetti: frequenza cardiaca a riposo, trofismo muscolare, quantità di massa magra e massa grassa e, non ultimo, performance aspecifiche (correre più veloce 100 metri, saltare più lontano da fermo, colpire più forte un supporto, etc.) e specifiche (es.: essere più performanti nella lotta, nel salto in alto, etc.).
Se si seguisse il principio del fare quello che ci fa stare stare meglio, probabilmente tutti noi staremmo sdraiati su un'amaca sorseggiando una bibita tutto il giorno. Ci atrofizzeremo dopo un tot di tempo, e a breve non riusciremo più a eseguire attività quotidiane. In questa condizione, il nostro corpo ci direbbe che camminare veloce per andare a prendere il bus alla fermata ci fa star male, e quindi sarebbe meglio tornare sull'amaca a sorseggiare la bibita.
Apparentemente questo discorso è ragionevolissimo, no?