Allora...
Premetto che in questo caso non ho la risposta pronta e vado un po' a ragionamento usando gli strumenti che ho, e spero che, in caso di errori, di essere corretto senza pietà.
L'atleta ha fatto un test di Cooper modificato. Questo significa che si sta valutando la sua capacità aerobica e in particolare, mi azzardo a usare forse a sproposito i termini di AR, di potenza aerobica.
Dunque, visto che si parla anche di parziale inattività fino a questo momento, probabilmente l'atleta ha terminato la fase di adattamento anatomico dove ha lavorato molto di volume e ci si appresta a valutare la sua performance su di un parametro un po' più specifico per avere un riferimento. Questo servirà per tutta la tappa fondamentale e per giudicarne l'andamento confrontandolo con i test successivi.
Ora... le tabelle dicono che la prestazione è piuttosto scarsa, ma le tabelle si riferiscono certamente all'uomo medio, che sarà quanto, 70, 75 kg? Mentre qui abbiamo una zavorra di muscoli e grasso (ma anche fossero solo muscoli) di 40 kg extra, quindi è chiaro che prendere la tabella così com'è è fuorviante (sempre il discorso della soggettività del carico), ci servirebbe un riferimento più specifico di questo tipo di corporatura.
Farebbe comodo avere anche i risultati dello stesso test effettuato quando l'atleta era allenato.
Mancando entrambi, con i presupposti che abbiamo possiamo presumere in linea di massima che i risultati sono certamente migliorabili ma non deprimenti come si potrebbe pensare leggendo asetticamente la suddetta tabella. Certamente poichè suppongo che l'atleta in questione si stia preparando per una competizione con dei pari peso, avere un benchmark farebbe comodo per capire come muoversi e se e quanto c'è da spingere in tal senso.
Analizziamo gli intertempi ora...
Abbiamo un andamento a onda, una performance media nei primi due intertempi, che cala vistosamente nel terzo e si riprende nel quarto per segnare il massimo nel quinto.
Quando parliamo di sistemi energetici, ragioniamo "per compartimenti" in modo da comprenderne il funzionamento, ma in realtà sono sempre attivi tutti e tre, solo in percentuali differenti e variabili.
E' chiaro quindi che se, ad esempio, l'alattacido si esaurisce in 8 / 15 secondi su per giù, questo succede quando si usa la massima intensità possibile, ma verosimilmente in caso di intensità minore, i fosfati "pronti all'uso" si esauriranno in un termine più lungo. Questo per dire in sostanza che non è che in un'attività aerobica l'anaerobico rimane "spento", ma fornisce il suo contributo in percentuali importanti soprattutto nelle prime fasi dello sforzo andando poi calando. Questa cosa sempre basandomi su quello che so, è confermata anche dall'assioma della corretta successione dei carichi durante una seduta, diversamente non ci sarebbe problema a sparare un bilanciere nel soffitto anche dopo un'ora di corsa.
Quindi se (ribadisco il se) il mio ragionamento è corretto, probabilmente l'atleta mostra di avere qualche problema nel mezzo quando siamo in fase di picco dell'attività lattacida per poi riprendersi quando entra a regime la prevalenza del sistema aerobico, sul quale probabilmente c'è un minimo di fondo. Questo porta probabilmente alla difficoltà di rompere il fiato ma a rendere meglio dopo.
Quindi in sostanza, pur considerando anche il fattore "adattamento al test" osservato da Happo che non è da sottovalutare, io andrei anche a fare dei test sulla tenuta lattacida, eventualmente con un misuratore (ad avere i soldi...) della concentrazione di lattato nel sangue, e anche un cardiofrequenzimetro. Sarebbe interessante osservare e confrontare l'andamento dei BPM sia nel Cooper che nei lavori lattacidi per vedere se c'è un riscontro in questa idea (guardando anche come varia la frequenza in base al tempo sia nel lavoro che nel recupero).
Ho come l'impressione che l'atleta, dopo aver smadonnato a metà del percorso, verso la fine forse non avrebbe avuto grossi problemi a continuare ancora.
L'essere in sovrappeso oltretutto ci da un altro possibile indizio sul fatto che l'atleta non lavora seriamente da un po' sul lattacido e che, dopo il mesociclo dedicatoci, probabilmente si avrebbe un grosso miglioramento anche del risultato del test di Cooper sia per il lavoro in se' che per i suoi effetti collaterali (la perdita di grasso e una spinta ormonale più sostenuta).