Oh!
A parte che con la tua analisi concordo in pieno......ad esempio personalmente credo che il Vajramushty(lo stile cui devo la mia formazione indiana)sia la miglior arte marziale del mondo....per gli indiani....di almeno due generazioni fa!
Perchè è "vera",completissima come neanche si sognano le MMA odierne,profonda....c'è tutto.
Certo, il problema è che è la pratica che seleziona i praticanti non il contrario. Proprio come la selezione di cani da combattimento dove i piu sfigati si estinguono e soppravvivono i (pochissimi) soggetti dalle qualità eccezzionali.
Questa pratica non puo essere applicata/insegnata a tutti e se si cerca di farlo (per forza di cose) bisogna addolcirla e adattarla.
Cosi facendo se ne perde la filosofia e il significato profondo. I risultati infatti sono diversi.
Persone come Jon Bones Jones sono piu forti di altri perchè praticano un'arte marziale superiore? Ne ho seri dubbi. Probabilente si allenano meglio perche sono migliori e possono essere spinti dai coach piu in là di altre persone.
Infatti come dici:
Ma.
Ed è un grosso "ma"
-è costruita sulla struttura fisica ed abitudini posturali degli indiani(di una volta....dubito che i cittadini di bombay si accascino sui tappeti a prendere il the.....)
-richiede una dedizione che (di nuovo) quasi nessuno più è disposto a dedicare(infatti anche in india è praticata,poco,in aree circoscritte e legate molto alla tradizione....direste "retrograde" con l'occhio moderno)
-nella pratica è compreso(fa parte del pacchetto)il rischio,il "farsi male".E quì si torna al punto uno e due.
I soggetti sono selezionati per quel tipo di arte.
Tant'è che,malgrado il mio maestro ci insegnasse con sincerità,con altrettanta sincerità ci spiegava come "ammorbidiva"gli esercizi che ci faceva fare.
Probabilmente perchè tu e i tuoi compagni non siete stati selezionati per quell'arte ma volevate impararla lo stesso. Quest'addolcimento di cui parli si trasmette con le generazioni e l'arte diventa roba annacquata (quello che forse è successo nel kungfu).
Ma torno al punto d'inizio,il mio "oh":hai smesso di praticare?
Ma davvero?
Eppure mi sembra che diverse pratiche t'avessero dato molto....e mo che fai?
Semplice, dopo una serie di problemini associati alla pratica e delusioni personali (roba recente), ho deciso che quello che ho ottenuto è quello che potevo ottenere, che la pratica forse ha perso il lavoro sottile (almeno per quel che mi riguarda), che quello che c'è scritto sui libri non esiste (ameno non nei praticanti odierni) e che c'è troppo marketing sia in india che in occidente per pensare di preservare una disciplina del genere. Si progredisce in modo veloce inizialmente, ma poi ci si blocca. I maestri ti dicono che ci vogliono decenni prima di poter fare certe asana, ma guardacaso si dimenticano di dire che loro hanno iniziato la pratica a 4 anni (che sia yoga, danza o affini). Inoltre non credo che servano posizioni estreme per annulare il ponte corpo-mente (guarda il qigong). Anzi, se in queste posizioni non ci si va naturalemente il lavoro mentale va a farsi benedire.
I maestri occidentali sono il 99% donne, che provengono da danza classica o ginnastiche affini (iniziate a 4 anni). Se sono uomini sono comunque provenienti da danza o discipline affini e hanno cominciato in infanzia. I maestri indiani hanno iniziato yoga a 4 anni, si siedono sul pavimento da quando sono nati (quindi vanno in loto naturalmente), mangiano in una settimana quello che un uomo normale mangia in 1 giorno e non hanno mai mangato carne, nemmeno da piccoli.
La disciplina richiede posizioni estreme che vengono aggiustate (solo in anni recenti) per poter progredire con posizion intermedie e tutte le varianti con quei nomi fichi (uno volta non esistevano, iniziando a 4 anni non servivano).
Il lavoro dei bandha, drishti e pranayama è quello che rimane del lavoro sottile e per impararlo lo si deve fare sui libri perchè chi ne sa veramente vive nelle grotte, o si fa pagare qualche migliaio di euro per insegnartelo (che poi non si sa veramente quanto la pratica sia sana e originale, visto la cosi diffusa "gurunaggine"). Inoltre si tratta di un lavoro che, a sentir gli esperti, potrebbe rivelarsi pricoloso a livello fisico (ma anche mentale) se autoappreso.
Il significato psicologico dei mantra e mudra ha un senso per chi è nato la, parla la lingua locale e ha una cultura/retaggio a livello famigliare e sociale che rispecchia certe realtà e si interfaccia con l'uso di questi strumenti. La meditazione nello yoga è in gran parte basata su di essi quindi per noi occidentali è competamente inutile se non estrapolata in qualche maniera per occidentalizzarla.
Alcuni matesri moderni hanno ricostruito in qualche modo la pratica andandosi a leggere manoscritti antichi e cercado di riportare alla luce il lavoro sottile (per esempio lo shadow yoga), ma si tratta pur sempre di una ricostruzione fatta su libri la cui fedeltà lascia un po a desiderare. Mi pare che ricostruzuini simili siano presenti pure nelle discipline cinesi (o sbagio?).
La pratica mi ha dato tanto e non mi pento di aver intrapreso questo percorso. Ho smesso da poco, e ancora non ho deciso cosa praticare e se praticare (a parte meditazione).