Scusate la risposta decisamente tardiva
Volevo ringraziarvi tutti per il supporto e per le utili informazioni. Dall'apertura del post ho iniziato un mio piccolo e complicato percorso di raccolta di informazioni in merito alla cosa, raccogliendo tutte le vostre risposte, teorie e commenti. Mi sono confrontato con Associazioni Culturali, Gruppi di rappresentazione storica, Maestri di bastone e coltello pugliesi, e vecchi contadini incazzati che mi hanno sparato contro scambiandomi per un rumeno.
E ad oggi posso dire di avere tra le mani un abbozzo storico e addirittura una "codifica tecnica" della tradizione denominata "Calci e Schiaffi".
Possiamo dire che, ipoteticamente, ebbe origine nella fine del 700' (1790) circa, ma la data è imprecisata. Nacque come una sorta di gioco-combattimento da fiera con il fine di eleggere una sorta di forzuto "campione" del Paese.
Inizialmente era localizzato in varie aree dell'Avellinese, del Beneventano, del Salernitano ed in alcuni luoghi del Foggiano (Puglia), e prendeva probabilmente spunto dalla tradizione parallela del "Ballo di S. Giorgio", sviluppatosi in alcune zone della Puglia e caratterizzato da movenze a ritmo di Pizzica o Tarantella che simulavano il combattimento di coltello. E fu proprio in Puglia che si sviluppò e specializzò maggiormente distaccandosi dalla forma praticata negli altri succitati luoghi e divenendo una tradizione combattiva a se stante.
Inizialmente il "gioco" consisteva nel colpire il volto e la parte alta del corpo esclusivamente con schiaffi e la parte bassa, come busto e gambe (esclusi i testicoli) esclusivamente con calci bassi di varia natura e ginocchiate, il tutto frammentato da alcune brevi fasi di lotta.
In realtà chiamarlo "gioco" è un po riduttivo visto che di fatto non esistevano tempi-limite e la disputa terminava solo quando uno dei due contendenti andava giù, era incapace di proseguire, si arrendeva, o manifestava assoluta superiorità sull'altro
Originariamente si trattava soltanto di una disputa grezza, un po improvvisata, e molto casuale, lasciata esclusivamente alla forza brutta (non bruta. brutta.). Una sorta di "affinamento" tecnico (esclusivamente per ciò che riguarda la tradizione pugliese) lo si potrà denotare solo agli inizi dell'800, grazie ad alcuni "scambi culturali" (
) con i marinai francesi che spesso attraccavano nei porti della regione. Alcuni di loro praticavano una forma primordiale dello Chausson, da dove poi si sarebbe sviluppata la Savate, che influenzò moltissimo l'evoluzione della "Schiafferia" pugliese.
Al culmine della sua maturità tecnica, la disciplina poteva essere codificata come qui di seguito:
- Postura: Molto frontale e leggermente ricurva. Poiché una postura troppo laterale avrebbe esposto la gamba avanzata a stampate e calcioni di ogni genere;
- Guardia: SI, esisteva una guardia. Consisteva essenzialmente nel tenere i gomiti incollati ai fianchi e gli avambracci rivolti in verticale, con le mani aperte a paletta a coprire i lati della faccia (le orecchie in primis), che erano naturalmente più esposti ai colpi. Inoltre, sembrava diffuso l'utilizzo di tecniche istintive di parata simili al cosiddetto "Pensadores".
- Schiaffi: si trattava inizialmente di classici schiaffoni circolari con caricamento molto ampio, alternati da schiaffi ascendenti che in media andavano a colpire la nuca dell'avversario (Andrè The Giant Style). Anche grazie all'influenza francese, i ceffonazzi col tempo divennero meno telefonati, più chiusi e diretti in modo tale da poter essere esplosi senza lasciare troppo scoperto il volto del tiratore e senza permettergli di pararlo;
- Calci: i calci erano prevalentemente "stampate" basse (di cui ho individuato 3 differenti versioni), recuperate direttamente dallo Chausson dell'epoca, e calci di punta (tirati con gli stivali). Si concentravano quasi interamente sull'area della tibia e del ginocchio e raramente superavano questa "altezza" per evitare di sbilanciarsi.
- Ginocchiate: le ginocchiate erano gli unici colpi che intaccavano bersagli ad altezza "media", prendendo in considerazione gli adduttori, fegato, milza, costole, reni (visto che nulla impediva di colpire alla schiena quando l'avversario si girava) e anche la faccia, se capitava in zona
- Lotta: Non esisteva una vera e propria lotta, era piuttosto una "dirty boxing" finalizzata ad aggrapparsi e spostare le braccia avversarie in maniera tale da scoprire la testa, spintonare (anche come difesa istintiva dai calci, per sbilanciare l'avversario), per portare la testa avversaria all'altezza del ginocchio (anche pigliando dai capelli e dal bavero della camicia), o per sbilanciare l'avversario tramite sgambetti e simil-spazzate;
Ed ecco che ElbowSmash scoprì la Thaiboxe Pugliese
No a parte tutto, so che dalla mia descrizione tecnica potrà sembrare che sti quattro mozzarellari erano i combattenti più evoluti di tutto il mondo, nell'800'
ovviamente non è così.
Non erano una sorta di Buakaw Banchamek della Scamorza Affumicata. Dovete comunque guardare tutto in un ottica di contadini che si menavano duro e che avevano imparato qualcosa da dai marinai francesi pu***nieri, rissaioli, ubriaconi, fanfaroni e smargiassi (cit.) che sapevano giocare di gambe
E ovviamente, prendete tutto questo con le pinze. Si tratta di una sorta di ricostruzione effettuata in base a quelle che sono state le mie ricerche e le ricerche altrui, i pareri di alcuni "esperti", qualche testimonianza orale e pratica di qualcuno che ancora conservava tracce di tale retaggio nel proprio albergo genealogico, e lo studio dell'influenza della Savate Francese sul panorama marziale autoctono negli inizi dell'800'.
In ogni caso, oltre ad aver realizzato di aver dato la risposta più esaudiente di tutte al mio stesso post (AH!), spero di aver stuzzicato la vostra curiosità e che abbiate apprezzato l'argomento. Attendo vostri commenti