"E l'aggressività acquisita dove la collochi?"
Rispondi a questo...anche se nn te lo tocco....
è una reazione condizionata, nei cani da combattimento la si esaspera chiudendoli in un sacco da patate e bastonandoli ogni giorno fin da cuccioli
Negli esseri umani la si esaspera condannandoli ad una vita di lavoro ripetitivo e senza senso per pagare un mutuo, in condizioni di sovrappopolazione.
è diversa però dalla rabbia acquisita, identificabile nell'"inkazzo sociale" dei rapper milanesi, quest'ultima si coltiva illudendo prima e disilludendo poi, creando così frustrazione.
Nei cani quest'ultima si coltiva come negli umani, deludendo le aspettative, ad esempio facendolo correre e rotolare in cambio di un biscotto, per poi non darglielo.
nei topi lastessa cosa: li si convince che premendo un tasto uscirà del cibo, e poi dopo due o tre tentativi di successo si smette di darglielo.
La ricompensa promessa e poi negata, è alla base della rabbia acquisita.
Possiamo dire che lavorare ogni giorno combattendo per spazio e risorse limitate con troppa gente crea l'aggressività acquisita, mentre contemporaneamente capire che non si diventerà un divo del cinema e che non si potrà mai avere la macchina dei sogni, che non si potranno realizzare i sogni con cui ci hanno tanto illuso, crea la rabbia acquisita.
Ma la rabbia è figlia sia della frustrazione che dell'indignazione, per cui si può parlare di rabbia quando per esempio vediamo un filmato in cui le foche vengono uccise a picconate per la pelliccia, in quel caso la rabbia è una risorsa naturale sacrosanta, ma che ci rende molto manipolabili: chi ci ha fatto vedere quel filmato vuole indurci a votare-firmare-pagare qualcosa?
Interessante notare che il concetto di osteria in cui bere alcolici si espande a macchia d'olio nell'800 durante la rivoluzione industriale, periodo in cui alle promesse del progresso si accompagnava una sempre maggiore disillusione dell'individuo e dei suoi sogni.
Lo stesso accade con le cavie da laboratorio: se vien loro disattesa la promessa, se vengono illuse e disilluse, tenderanno ad anestetizzare la frustrazione nell'alcool, se questo vien messo a loro disposizione.
Interessante notare che in questo modo la loro rabbia si placa, ma non il dispiacere. Questo fa riflettere sui motivi della scelta di ogni stato di gestire e legalizzare il consumo ricreativo di alcolici.
Se non ci fosse l'alcool, saremmo già insorti dagli inizi del 900.