Intervengo per una precisazione (o anche due o tre
) e un piccolo pensiero mutuato dalla mia esperienza.
Ad un certo punto, ho letto che "karatè e Aikido si sono sportivizzate", cosa vera per il Karate, assolutamente no per l'Aikido.
A mio modestissimo avviso, oggi come oggi ci sono solo tre tipi di Artisti Marziali in senso stretto, ossia simili a quelli che c'erano un tempo in virtù di come si preparano e per cosa, cioè a dire che, non essendoci più lo stesso tipo di necessità, in relazione alla tutela della vita, chi più si avvicina a quello spirito, è chi più allarga gli orizzonti, sperimenta, mischia e bada al sodo, senza fronzoli e senza misticismi, convincendosi solo dei fatti e mai dei racconti o delle congetture.
In questo senso, mi vengono in mente, le MMA, il K1 e quei praticanti, di questo o quello, che si stufano del proprio orticello e iniziano a girovagare, studiare, provare, farsi accartocciare, imparare, per meglio capire cosa diavolo sia il combattimento.
Parlo di queste tre tipologie (ma di certo ce ne sono altre) perché sono quelli che studiano più metodi, in piedi come a terra, in maniera pragmatica, quindi preoccupandosi di non avere lacune in una situazione dove tutto (o quasi) è permesso, ovvero ciò che faceva un Karateka o altro, prima che esistesse il banco di prova delle competizioni.
Chi si chiude dentro il proprio dojo, con modo ortodosso e fondamentalista, riempiandosi di termini come "antico", "tradizionale", "lineage" eccetera, di fatto perde l'occasione del confronto istruttivo, di imparare la tal cosa da chi meglio la sa fare, finendo per fare rievocazione storica o poco più.
Li nascono gli alibi, come i colpi mortali o proibiti, le regole e i divieti, le presunte superiorità di questo e quello.
Io ho visto fin troppo spesso, maestri e maestroni, fieri della propria arte, pura e incontaminata da altro, convinti di possedere mezzi definitivi e letali, prendere un sacco di legnate alla prima occasione in cui il naso è uscito dal giardino.
Penso insomma che, il solo modo per praticare in una certa direzione, marziale e realistica, sia quello di mettere abbondantemente il naso fuori di casa, nutrendo curiosità e fascino per tutto, senza prevenzioni, con la voglia di vestire i panni dell'allievo che va ad imparare cose nuove.
Oppure ci si da alla rissa sfrenata, ma in quel caso la mia simpatia viene meno.
P.S.
Ovvio che includo anche discipline come il Kudo ad esempio, ma volevo essere conciso.