Trovato sul gruppo fb del Bastone e Coltello Pugliese, e già controllata la veridicità esaminando una copia del testo "cartaceo".
“Vengono organizzati dei trattenimenti di occasione in mio onore
[1]; i romani improvvisano una bellissima accademia di recitazione, Pascarella e i bozzetti popolari della malavita romana.
Pugliesi, calabresi e siciliani svolgono un’accademia di scherma del coltello secondo le regole dei quattro stati della malavita meridionale (lo stato siciliano, lo stato calabrese, lo stato pugliese, lo stato napoletano): siciliani contro pugliesi, pugliesi contro calabresi. Non si fa la gara tra siciliani e calabresi, perché tra i due stati gli odii sono fortissimi e anche l’accademia diventa seria e cruenta.
I pugliesi sono i maestri di tutti: accoltellatori insuperabili, con una tecnica piena di segreti e micidialissima, sviluppata secondo e per superare tutte le altre tecniche. Un vecchio pugliese, di 65 anni, molto riverito, ma senza dignità ‘statali’, sconfigge tutti i campioni degli altri ‘stati’; poi, come clou, schermisce un altro pugliese, giovane, di bellissimo corpo e di sorprendente agilità, alto dignitario e al quale tutti obbediscono e per mezz’ora sviluppano tutta la tecnica normale di tutte le scherme conosciute.
Scena veramente grandiosa e indimenticabile, per tutto, per gli attori e per gli spettatori: tutto un mondo sotterraneo, complicatissimo, con una vita propria di sentimenti, di punti di vista, di punto d’onore, con gerarchie ferree e formidabili, si rivelava per me. Le armi erano semplici: i cucchiai, strofinati al muro, in modo che la calce segnava i colpi nell’abito”
Gramsci, lettere dal carcere, 11/04/1927