Perdere più di uno scontro....

Se mi concedete una piccola digressione sul bullismo... alcune volte l'agire sui bulli non è la soluzione definitiva.
E proprio qui entrano in gioco una serie di meccaniche psicologiche non indifferenti.
Ipotizzando che una vittima di bullismo abbia capacità di giudizio lucida e distaccata,credo dovrebbe chiedersi "perchè io? " ma non in senso vittimistico...
Formulando meglio; quali dei miei atteggiamenti mi hanno reso vittima dei bulli? " Cosa potrei fare per modificarli? "

Agire sui bulli è agire contro un sintomo,non curare la malattia

sì, ma che soddisfazione
non so se sono molto d'accordo sull'automodificarsi per non essere bullizzato devono comnque esserci dei limiti 

Spè... Con agire sui bulli intendo tramite terzi.
Mettendo in mezzo un'autorità,che sia scolastica o,in casi più gravi,istituzionale.

Viene da sé che in caso di reazione fisica,un "cambiamento" ci deve essere per forza stato. (oppure un clamoroso errore di valutazione da parte dei bulli)

Ovviamente questo è un discorso idealizzato,quindi non applicabile alla massa.
Il principio del "se non ce la fai da solo cerca aiuto" è sempre validissimo

Sostanzialmente, oltre a raccontare la sua genesi marziale, evidenzia due punti: il primo, avendone pagato lo scotto un suo allievo "tradizionale" in uno scontro vero, è la necessità di introdurre nell'allenamento sempre maggiori e differenti elementi di stress anche sotto scenario...e fin qui ci siamo.
Il secondo, a mio avviso più interessante, riguarda il fatto che secondo lui in alcuni casi non scegliamo di "combattere" per tutta una serie di blocchi psicosociali che albergano in noi, cosa che nei fatti sarebbe in linea con la dottrina consolidata...ma poi evidenzia i tanti rischi che lo scegliere di non combattere può comportare a livello di autostima, stress successivo e via dicendo (pare sulla base di riscontri scientifici...), non rendendosi magari conto che in alcuni casi "al massimo" si perde uno scontro e basta...grossolanamente "welcome the fight"...

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