Beh, Nicola, a onor del vero direi che negli SDC sono premiati di volta in volta quei concetti strategici e quelle tecniche che meglio interpretano il regolamento in essere del singolo SDC
quanto al pugilato non so se sarebbe meglio parlare di tecniche e strategie che si vanno affermando nel tempo o, piuttosto, di prestazioni eccelse da parte di assoluti fuoriclasse a cui madre natura stessa ha voluto regalare grandi doti di timing e potenza nei colpi portati da lunga distanza
Attenzione. Se si sta parlando di out-fighting e lunghe distanze nella boxe, non è necessario parlare di supereroi eh. E' una linea adottata da da centinaia di pugili in tutto il mondo, sopratutto se si parla di medi, leggeri e welter. Io stesso, nel mio piccolo, ho modellato la mia pratica nel corso del tempo per adattarla a questo principio, sotto consiglio dei miei allenatori. Anzi, nella Boxe è proprio tipico. L'allenatore ti vede e dice "tu sei alto e hai le braccia lunghe!" e ti fracassa i coglioni dal primo giorno per combattere in Out, essere molto mobile, giocare di distanza, ecc...
L'unica cosa in cui madre natura può metterci lo zampino è nel supporto di una costituzione fisica longlinea che agevoli la lunga distanza. Poi ovviamente c'è chi riesce a sviluppare meglio il tutto, chi meno, ma non bisogna essere né fuoriclasse o supercampioni per saper gestire le lunghe. Solo tanto allenamento, sparring mirato e una buona guida.
Poi se sei Marvin Hagler buon per te.
e poi, nella boxe, quando si va in clinch interviene l'arbitro a separare
nel combattimento "totale" caldeggiato da Lee non credo fossero previsti interventi arbitrali
e quindi non so in che modo il JKD avrebbe potuto evitare di prendere in esame, prima o poi, una soluzione al problema
Ed io continuo a pensare che una soluzione non l'ha cercata perché, all'epoca, l'idea di clinch o di gente che arrivava alla cortissima distanza non era neanche contemplata dai combattenti del mondo.
Ancora oggi, quando puoi affermare che "in una rissa, due persone che iniziano a menarsi finiranno quasi sicuramente alla corta distanza" in molti ti daranno del coglione. Ancora oggi in molti pensano che in un combattimento finire a terra non sia contemplato. E tanto altro ancora.
Basti vedere in quale senso si sono sviluppate le arti marziali negli anni 60-70. Si sta parlando del periodo che, più di tutti, ha dato vita ai "miti" cui danni ci portiamo dietro ancora oggi. Dalle acrobazie, ai colpi mortali, al colpo singolo, ai poteri magici, ecc.. Essenzialmente all'epoca l'idea stessa di un combattimento che fosse un VERO combattimento fra due persone che reagivano reciprocamente era quasi assurda, visto che ogni scontro doveva concludersi ipoteticamente con un colpo preciso senza reazione alcuna (per fare delle generalizzazioni).
E già in questo Bruce era un passo avanti, parlando di combattimento, di avversari che attaccavano e si difendevano, di reazioni, di timing, di sparring, ecc..
Ma figurati se si prendeva in esame qualcosa il CLINCH o la cortissima distanza. A chi importava? Una soluzione al problema non la si cercava perché, ipoteticamente, era un problema che non esisteva.
Nei film, la gente combatteva facendo UATA UA TA HIAAA, o scazzotava alla John Wayne. Di telefonini per firmare le risse non ne esistevano. Nelle competizioni marziali e di SDC, non esisteva nulla in termini di regolamento che contemplasse il combattimento in clinchfighting (da ben distinguere con l'in-fighting). Di conseguenza, nessuno si poneva il problema.
Bruce ha sviluppato il suo sistema attingendo dalle Arti Marziali del Mondo. Per il Mondo, il clinchfighting non esisteva, di conseguenza neanche per lui, probabilmente.
E poi il combattimento "totale" di cui parlava lui, a mio avviso, è ben diverso da una concezione moderna di Scontro in salsa Street Fighting, o Reality Based a cui siamo abituati. E' un'idea di Scontro e di difesa personale ancora molto marziale e strettamente legata al contesto di onore, orgoglio, sfida e duello in cui lui e il suo popolo sono cresciuti.