è possibile che ansia e paura possano intervenire perché si teme di poter essere e/o diventare autori di violenza (paura di fare del male), anche in situazioni di legittima difesa?
Per me è possibilissimo ed è pure una situazione concreta.
Nel piccolo basta pensare a quanti in palestra, durante un banalissimo allenamento, "trattengono" i colpi per paura di far male al proprio compagno.
E se in certi casi è cortesia e gentilezza, in molti altri casi è una preoccupazione eccessiva o immotivata, specialmente lavorando con le normali regole di sicurezza.
Verrebbe facile dire
si ma tanto faccio così in allenamento perchè non ti voglio far male, non c'è mica bisogno di esagerare, ma non è propriamente così.
In situazioni limite di stress, faremo quello a cui siamo allenati. Quindi anche se trovandomi in pericolo la mia reazione sarà ferma e decisa, non mi verrà di affondare i colpi o di scegliere come bersagli certi punti. Ed è un errore.
Un esempio: all'inizio della seconda guerra mondiale, circa il 90% dei soldati (se non ricordo male e tranne un paio di eccezioni), anche trovandosi in situazioni di pericolo sotto il fuoco nemico, o non rispondevano al fuoco o sparavano senza puntare il bersaglio.
Questa percentuale scese, cito sempre a memoria, al 5 o al 15% semplicemente cambiando tipo di addestramento, ossia non più sparando a dei semplici bersagli rotondi da tiro a segno, ma a delle sagome umane, in certi casi addirittura con gli occhi disegnati.
Altro esempio: molti agenti di polizia americana erano abituati ad addestrarsi al poligono, ai tempi usando ancora i revolver, e una volta esplosi i 6 colpi, scaricavano i bossoli dal tamburo in mano o in tasca per non dover poi fermarsi a pulire per terra. Il problema è che era un'azione divenuta ormai così automatica, che si trovavano a farlo "per abitudine" anche durante i reali conflitti a fuoco, con le problematiche e le conseguenze che si possono immaginare.
Si fa quello per cui si è addestrati, non ce n'è.
Poi è indispendabile a monte una scelta peronale.
Se mai dovesse succedere qualcosa, sono disposto a reagire? E a spingermi fino a dove?
E' una domanda che qualsiasi praticante di DP deve porsi prima di trovarsi in certe situazioni, perchè se non ci rispondiamo prima, non ci sarà possibile farlo quando le rogne busseranno alla porta. Ci troveremmo in confusione, esiteremmo al momento giusto.
ALtro lato della medaglia per me interessante: è quindi anche cosa buona e giusta addestrarsi alla proporzionalità della difesa.
Se per comodità penso di trattare una presa al bavero come uno strangolamento e quindi mi alleno così perchè tanto funziona, rischierò poi magari di rompere naso e denti ad uno che mi ha solo preso per la maglietta quando ci sono soluzioni valide e più strategicamente adatte alla situazione.
Anche per questi casi è interessante il libro
On Combat già suggerito prima.