Per dare una risposta riassuntiva alla parte di discussione che ho letto:
1)
La "distanza da Trapping" è una distanza che, per quel che mi riguarda, non esiste. Una sorta di distanza ibrida tra la corta distanza (quella lottatoria) e la lunga (quella "pugilistica") che di fatto non si presenta MAI, se non quando stai a brutto muso con qualcuno ad urlargli in faccia quanto sua madre faccia bene i surbinotti
Ma anche in quel caso, da quella distanza, in fase di attacco di certo non ho mai visto nessuno stare li ad attorcigliarsi le braccia. Inoltre implicherebbe doti di reattività, lucidità, riflessi e presa disumane.
Cose come il Chi Sao sfruttano contesti che di fatto, non esistono, e non si presentano, se non nella concezione del combattimento personalissima che hanno i Chunners.
Credo di aver preso parte a più di un centinaio di sparring a contatto pieno nella mia breve vita (resa probabilmente molto più breve dall'aver fatto più di un centinaio di sparring a contatto pieno
), per lo più pugilistici, ma anche con regolamenti più flessibili e anche con qualche Chunner, e non ho mai visto, in NESSUN caso, presentarsi delle occasioni che comportassero il dover rispondere in quel modo li. Dei movimenti artificiosi che di fatto implicherebbero un modo di agire e di muoversi dell'avversario totalmente...folle.
Quando combatto, a quella distanza io non mi ci trovo mai, se non quando ci tocchiamo i guanti. Se mi ci trovo significa che ho già il suo pugno sul mio naso. Altrimenti o gli sono addosso, o gli sono a distanza di outfighting.
Werewolfe diceva appunto che nella maggior parte degli scontri si arriva alla corta distanza. Giustissimo. E quella distanza è appunto la distanza lottatoria, dove teorie come trapping, chi sao, ecc.. sono inapplicabili. A differenza di sgambetti e proiezioni.
2) Si parlava di soluzioni, di palmate, piuttosto che di cazzotti, ecc...
E qui mi ricollego al discorso di happosai. Io, da ex peso medio, so esattamente quanto un mio pugno faccia male e so quanto il pugno di una persona allenata quanto me o più di me, mi farebbe male.
Conosco la tecnica necessaria per scagliare un buon colpo, anche risolutivo, e so che, se anche decidessi di aprire la mano piuttosto che chiudere il pugno, con la medesima tecnica, non farebbe differenza in termini di potenza.
Chi si allena secondo filosofie di pensiero troppo "alternative" o meglio dire "commercialmente convenienti", concentrandosi su dimostrazioni collaborative, simulazioni e teorie, questa consapevolezza non ce l'avrà mai, o peggio, sarà fin troppo viva finché non verrà smontata in altri contesti. Purtroppo il mercato del WX ha fatto di questa metodologia il suo cavallo di battaglia.
Ci vestiamo di un'imbattibilità che non verrà mai e poi mai messa alla prova. Così tu, donnicciuola di 30 kg o ciccione di 60 anni, potrai convincerti di diventare invincibile e potente senza farti la bua e nessuno potrà dire il contrario. Ok, so che ci sono scuole che bla bla bla e maestri che bla bla bla e nella mia scuola invece noi facciamo bla bla bla, ma non rappresenta la maggioranza.
3) Applicabilità.
Riprendo appunto il discorso di Happosai. Discussione che praticamente ogni utente di questo forum ha avuto centinaia di volte
A discapito di mesi, o addirittura anni, di esercizi, posture, forme ,tecniche, simulazioni collaborative, chi sao, bong sao, demo, ecc..messo davanti ad un vero combattimento (e anche qui avrei il mio bel da dire su cosa considero un combattimento), un praticante di Wing Chun (così come un praticante del 99% delle AM cinesi), lascerà decadere immediatamente ogni insegnamento stilistico e tecnico dopo tipo 2 secondi. Abbandonandosi spesso ad una versione imbruttita e ignorante di posture, guardi e attacchi da kickboxing che non avranno né i principi del WX e né tantomeno l'efficacia della KB.
Poi è chiaro, ovviamente all'occorrenza tutti ci trovano magicamente i principi del WX o di quella data arte, in quegli attacchi maldestri e scoordinati. Nei brutti sidekicks, nei ganci larghi da bar e nella schiena ricurva e la guardia stretta e sconnessa. E la cosa più triste è che, spesso, i Maestroni si ritengono soddisfatti e compiaciuti nel vedere questo genere di approcci portati dai propri allievi.
Quindi sostanzialmente io, pragmatico rozzone, se vedo che, chi fa pugilato riesce a combattere secondo i principi del pugilato, preservando intatto ogni singolo insegnamento tecnico e stilistico. Se vedo chi fa kickboxing combattere come un kickboxer, chi fa karate come un karateka, e chi fa taekwondo preservando lo stile, i principi e le tecniche taekwondo.
Come faccio a prendere sul serio una disciplina che gli stessi Maestri non riescono a tradurre in applicazione, se non tramite dimostrazioni collaborative, video coreografati e storie mitologiche?
E mi dispiace qui crolla anche il discorso "vabbeh ma la strada è una cosa e la palestra è un'altra". Perché l'unica cosa che cambia è il fine, l'impossibilità di utilizzare qualche tecnica, e l'approccio psicologico. Cose che non c'entrano con posture, guardie, principi e tecniche che, dovrebbero rimanere invariate, ma che invece vanno immediatamente a farsi benedire in favori di approcci che, evidentemente, i praticanti stessi, anche inconsapevolmente, reputano più utili e istintivi.
E poi diciamocela tutta, la storia tra palestra e "realtà".
Se in un campetto di calcio, con i tuoi amici, in allenamento, senza pubblico, avversari, trofei e punteggi, non riesci neanche a tirare un calcio al pallone senza inciampare..e passi il tempo mimando tiri in porta vuota, senza pallone. Credi che fare goal in serie A sarà ti riuscirà sicuramente perché quella è la realtà?