Lui è ok...
Allora, prima di qualsiasi valutazione una breve introduzione sul personaggio...
Itay Gil è un capitano della IDF che dopo il servizio obbligatorio è entrato nello “Yamam”, una unità speciale che si occupa di antiterrorismo e salvataggio ostaggi.
Nello Yamam, Itay Gil partecipò fino a 3 missioni al giorno, ogni giorno per 10 anni.
Nel corso dei suoi 33 anni di pratica di combattimento a mani nude e Krav Maga, ha adattato le tecniche apprese per le situazioni di vita reale che ha dovuto affrontare nel corso dei suoi 14 anni passati sul campo di battaglia: tutto questo gli ha permesso di diventare Capo Istruttore di Combattimento Ravvicinato dell’unità.
Dal ’92 al ’97 è stato Direttore Esecutivo di tutti i programmi di allenamento per la Polizia di Frontiera Israeliana e per l’unità di Intelligence della Polizia Sotto Copertura. In questo periodo, ha formato circa 5000 poliziotti l’anno.
Attualmente è nella riserva dell’IDF e gestisce una delle società di sicurezza più apprezzate in Israele.
Ciò detto, da quando ho cominciato a interessarmi di discipline israeliane con un minimo di consapevolezza, Gil è uno di quelli che mi ha sempre intrigato moltissimo per il suo essere un cane sciolto e per il suo approccio molto schietto all'allenamento che si concretizza in un allenamento molto duro e realistico di cui abbiamo potuto vedere sprazzi importanti nella serie Human Weapon.
Erano almeno 4 anni che cercavo di beccarlo e dopo ben 2 appuntamenti nella capitale che hanno coinciso una volta con Moni e una volta con Israele, sono finalmente riuscito a beccarlo.
Lo stage, organizzato da Dario Callarà, un istruttore romano di KM e attualmente uno dei suoi 3 referenti ufficiosi, nella semplice cornice di un oratorio spaziale in una zona abbastanza nota non in bene della capitale, si articolava su due giorni, il primo prevedeva lavoro con armi da fuoco e da taglio, il secondo difesa di terza persona in ambito civile; per varie ragioni mi sono limitato al primo giorno anche se poi la cosa un pò mi è dispiaciuta essendo stato cambiato il programma in corso d'opera, cosa che dal mio punto di vista è una pecca di non poco conto dell'organizzazione che si fonda su un approccio evidentemente molto diverso da quello di gente a me nota che su certe cose nn transige proprio per una questione di professionalità.
Cmq sia, accompagnato da un mio collega al battesimo marziale, sono arrivato per tempo allo stage in modo da potermi ambientare e in modo da poter fare due chiacchiere con gli scontati soggetti dell'ambiente che sapevo ci sarebbero stati (ma evito di dichiararmi al padrone di casa quando mi dice che mi ha visto da qualche parte ma nn sa inquadrarmi...
nn sono una stella del cinema, io....
).
Nel frattempo arriva anche un altro collega del mio lavoro che è amico di Gil e che lo segue da un pò ed è lui che mi farà da tramite quando finalmente arriva lui che, nonostante la mascella volitiva e il cranio rasato, nn è in grado di garantire la puntualità che quell'altro offriva...
Convenevoli vali e ci presentano...non ho nessuna maglietta ufficiale ma sulla mia felpa c'è scritto Combat Survival...lui mi chide spiegazioni e al dunque, non volendo mentire, pronuncio il fatidico nome: Moni Aizik...al quale lui replica con un triplice Terrible!
Ma apprezzo la schiettezza e lui, forse perchè magari si è reso conto di aver riempito la tazza oltre il bordo o forse colpito dalla seraficità della mia reazione, articola il suo pensiero facendo un chiaro riferimento ad alcuni episodi del passato che hanno riguardato la carriera militare di Moni....
Ragioni di stile mi obbligano al silenzio ma sappiate che ricorrerei in ogni caso alla saggezza popolare...
Chiacchieriamo una decina di minuti e di sicuro lui nn è un maestro di pubbliche relazioni nè un amabile conversatore ma nn importa...si comincia....in ritardo ma si comincia.
E si comincia alla grande perchè nn fa un riscaldamento classico e discreto ma ci mette subito a fare sparring a schiaffoni....4 giri: solo arti inferiori, solo tronco e volto e poi un giro a nn farsi afferrare e uno ad afferrare...e in quello dell'afferrarsi mi capito uno coattissimo che sa lottare e, nn essendo morto per la rottura del fiato immediata, mi sollazzo non poco.
Poi si passa al vero primo lavoro e Gil chiama a me per assisterlo nella prima tecnica che riguarda la minaccia con la pistola alla testa frontale...faccia a faccia mi chiede di mostrargli quello che farei io e lì mi si accende il cervello, pur se in corsa...se loro israeliani sono quelli tosti, noi siamo quelli furbi e capisco il giochetto...quindi partorisco una tecnica che è per 3/4 la nostra ma senza alcun tipo di enfasi o lavoro specifico dietro, lui la giudica abbastanza positivamente e spiega che a livello di laboratorio funziona sicuramente ma sotto stress?
Ed ecco che mi ritrovo ovviamente alla mercè di Gil che deve usarmi per dimostrare la sua verità...e infatti mi prendo subito per cominciare una pizza che fa la storia delle pizze con tanto di fischio annesso più altre delicatezze, fino a quando nn decido di reagire e ovviamente lui, nonostante io avessi preso controllo parziale dell'arma, riesce a divincolarsi e spararmi...
Tutto sotto controllo....sono lì con la mente aperta per nn dimostrare nulla ma siccome questo giochetto lo sappiamo fare tutti, da lì in poi mi gioco tecniche di Rueppel, Nardia e Abolnik...
Con una in particolare, siccome a fare il pupazzo proprio nn mi diverto (dopo col coltello la zaccagnata se l'è presa anche lui...
), riesco a metterlo in difficoltà ma lui mi cappotta in avanti tipo judo...sarebbe interessante capire il senso e gli eventuali esiti di una reazione così da uno disarmato ma la cosa improtante è che cmq a lui serve per dimostrare il giusto concetto di tenersi sempre fuori il più possibile e mai di schiena con chi dobbiamo disarmare.
Tornando alla prima tecnica la sua soluzione (cercherò in giro poi i video per farvi capire meglio) prevede un classico lift dell'arma da sotto con due mani, ma abbinandolo a una entrata diciamo a 45° verso fuori che comporta un cambio di angolo immediato nel polso dell'aggressore e la quasi impossibilità di retrarre.
Mi piace?Abbastanza...ma nn è da tutti...e su questo tornerò.
Dopo la prima tecnica inziamo a provare e qui c'è una cosa che trovo assolutamente valida...Gil all'inizio dello stage ha espressamente dichiarato che a lui nn interessa fare uno stage in cui mostrare tecniche...chè le tecniche del KM si imparano in un minuto...ma gli interessa farci lavorare su quella che lui stesso definisce "psichological warfare".
E infatti dopo una breve pausa di studio tecnico, si comincia a provare tutto subito con veemenza...e nel mio trio, insieme a me ci sono il mio collega e un kicker di lungo corso, i quali manifestano analoghi problemi, nonostante la provenienza da due mondi distantissimi, con un certo tipo di approccio.
Ma mi permetto di segnalare solo una cosa...il mio collega dopo nemmeno 10 minuti è in grado di eseguire questa prima tecnica con una facilità ed una efficacia impressionanti...ovviamente questo nn fa di lui uno esperto ma è la prova provata di mille discorsi fatti relativamente a studio tecnico e componente poi mentale/addestrativa.
La tecnica che segue è sulla pistola allo/verso stomaco e qui Gil fa la prima cosa fuori dal coro veramente, mostrando un disarmo che di fatto si fonda su un movimento con la pistola nn a contatto con noi e nemmeno così vicina.
(Continua)
Allora, senza cadere in specifiche e tecnicismi che qui farebbero deragliare la discussione, grossolanamente la dottrina di tutti i sistemi israeliani prevede che il disarmo avvenga nel momento di massima vicinanza dell'arma al corpo o, in emergenza, seguendo con un minimo di accortezza la retrazione dell'arma...bene, Gil, sempre in virtù del suo ipotizzare un worst case scenario con l'arma oltremodo in movimento, insegna una soluzione in cui di fatto si intercetta il braccio armato che viaggia verso di noi con il nostro braccio corrispondente, spingendosi, anzi sparandosi, contemporaneamente sempre a 45° verso fuori, afferrando l'arma con l'altra mano in posizione tale da afferrare la canna da sotto e poi procedere a controllo e disarmo...
Visto fatto da lui il movimento effettivamente spacca...anche provandolo ha il suo perchè...ma per quello che è il mio credo sono due i problemi che mi pongo: il primo è che questo è un disarmo vincolato a un lato preciso di esecuzione e di solito è cosa no buona...poi secondo me l'aggiungere dinamismo a dinamismo complica un pò le cose specialmente se poi dobbiamo andare a fare un lavoro di una certa precisione per prendere l'arma, ma è il primo punto per me determinante; poi ci sono delle quisquilie come la posizione dell'altra mano (ci siamo confrontati in materia con Gil essendo l'unico che di fatto faceva domande...
) e credo che entrambe le scuole di pensiero vadano bene anche se, usato come cavia, il mio collega gnaro ha trovato più comoda e funzionale la mano sopra l'arma piuttosto che sotto.
E anche qui solito giro di pizze...prima con lui e poi a provare.
Da una prima stima sul posto dopo circa due ore di stage siamo a circa un centinaio di pizze prese, nude e crude, linde e pinte.
Si passa alla pistola al fianco, è qui che lui mi cappotta dopo aver preso controllo del suo braccio armato ma siamo sempre più nel folklore essendo di fatto la mia soluzione sostanzialmente identica alla sua.
La differenza è che per uscire dalla linea di fuoco e cominciare a controllare l'arma io uso la mano, lui utilizza l'avambraccio mostrando l'interno verso l'arma...l'uso balistico del corpo seguente e il disarmo sono sostanzialmente identici.
La questione è quindi abbastanza soggettiva e credo possa essere determinante chi può fare certe cose e come...imho è più facile fare tutto con le mani, ma metterò il video e lascerò la possibilità di farsi un'idea.
Ma mi convince più questa dell'altra.
Si chiude il capitolo pistola con la classica pistola alla tempia per la quale fornisce due soluzioni, una (e qui si torna al discorso che in certi casi, cuoco o supersoldato, laboratorio o meno, al dunque hai poco da inventare se hai idea di cosa si parla...) è identica a quella che usiamo anche noi e che si vede bene o male in giro, l'altra si fonda su un bluff, ossia sul riuscire a portare le mani e il corpo in modo da farlo diventare un disarmo frontale...nulla da dire.
Fil rouge di tutte queste tecniche è che cmq Gil cerca sempre e cmq di andare verso l'esterno in modo da portare l'arto armato in una posizione di totale svantaggio biomeccanico e come idea ha senso.
Dopo una breve pausa pranzo in cui prima il pizzettaro Gioacchino (Yoakim) di Tor Bella ci scambia per una coppia un pò frufrù e poi il protettore Itay demolisce un altro paio di noti istruttori israeliani e sboroneggia un pò sui suoi contratti nel settore security è il momento del lavoro col coltello.
La seduta pomeridiana però si apre, per riprendersi un pò, con un paio di giri di sparring abbastanza leggero...segnalo solo il mio secondo giro con un Dannato shotokanista che si è impegnato a fondo per ricordarmi che Machida è l'eccezione e nn la regola...
Col coltello la situazione era potenzialmente esplosiva per il sottoscritto ma siccome ho fatto i compiti a casa e siccome nn sono nato ieri, quello che lui vede va solo integrato e perfezionato.
Due attacchi da pazzo, su traiettoria alto/basso a 45° e basso verso il fianco e poi una serie di stab date senza troppa veemenza ma con richiamo immediato.
Su quello verso il fianco imho la sua soluzione è la più sensata del mondo e c'è poco da perfezionare (tanto è vero che io la mostro e la sostengo caldamente coi miei...
), è una soluzione molto fisica fondata (altro filo conduttore: il bursting) su una reazione immediata con un braccio a fare da interposizione e l'altro a rompere il cazzo prima di aiutare l'altro nel controllo del braccio armato (anche qui: controllo...tutti controllano il braccio armato il più possibile...le cazzate alla tatatatà e le fantasie di colpi e colpetti nn esistono che altrove...
).
Una persona esile avrebbe difficoltà?Si....ma nn ha chance se se ne vuole regalare una....
Sull'altro attacco il lavoro è analogo, ci si spara dentro, si intercetta il braccio armato prima che acquisti potenza eccessiva, lo si avvolge e controlla e si finisce come meglio si crede (il suo meglio fra le altre cose è una ginocchiata sullo sterno che accuso con discrezione e dignità... :'().
In questo caso il discrimine è il timing...se l'attaccante è determinato e ci muoviamo se ne esce bene, se manca una delle due cose può esserci un problema.
Proprio in virtù di questo, un istruttore di KM che propone ancora la soluzione di colpire e parare insieme subisce una lezioncina volante nn indifferente...ma credo che sia cmq una soluzione ormai in grossa crisi.
Molto problematica a mio avviso è la soluzione contro gli stab...di fatto si assume con le braccia una posizione dove le mani sono messe come se sostenessero il mento tipo vaso (proteggendo collo e arterie) e le braccia sono chiuse davanti al tronco cercando di tenere uniti i gomiti e qui c'è quello che secondo la mia/nostra scuola di pensiero è IL problema...già allo stage c'è un sacco di gente che i gomiti uniti nn riesce a tenerli, lasciando aperta una finestra di azione eccessiva e in più la mobilità è ridottissima, oltre a consentire cmq che il soggetto armato ci trasformi in un puntaspilli...
Ok la protezione massima ma mai a scapito della funzionalità e della mobilità e se è possibile meglio tenere la lama distante.
Anche in questo caso tanto tanto lavoro sotto stress ma per un problema di attrezzature nn si può fare il solito drill full contact che è la norma negli stage di Gil e che lui stesso definisce un "demolitore di ego".... :'(
E fra botte, tante, e qualche risata arriva il momento dei saluti e delle foto....dove un pò mi altero perchè al momento dei convenevoli sento che il programma della giornata seguente è stato cambiato introducendo cose non previste che invece mi avrebbero interessato; sicuramente da un lato denotano una certa elasticità di Gil ma dall'altro denotano a mio avviso una superficialità che nn mi aspetto, specialmente dopo il piccolo incidente dell'inizio ritardato, ma credo sia lo scotto che si paga quando la platea è in maggioranza "di parte" e credo, per onestà intellettuale, che sia cmq un gatto che si morde la coda perchè dove c'è una carenza trovi poi abbondanza di altro e viceversa...e per quella che è la mia esperienza, essendoci diverse scuole di pensiero in materia, troveremo sempre qualcuno scontento...
Diciamo che un neofita, complice anche una certa tendenza di Gil a nn girare troppo durante il lavoro più frenetico, avrebbe avuto qualche problema forse e infatti il mio amico ha beneficiato della mia presenza, ma che debba essere io quello che chiarisce alcuni dubbi ai paganti...
Cmq sia, detto ciò, il mio giudizio su Gil e il modo in cui lavora è assolutamente positivo: la sua è la mentalità del KM e il KM come dovrebbe essere nell'approccio, ossia una disciplina dura, cruda, fondata più sulla mentalità che la tecnica e nn alla portata di tutti.
Il suo è sicuramente un KM di elite la cui sola pecca, a mio giudizio, è quella di essere in qualche modo condizionata dalla professione di Gil, per cui molto sul pezzo per quanto riguarda lavoro con armi, da fuoco e non, un pò meno per quanto riguarda altri aspetti dello scontro anche se questa parte la desumo a onore del vero solo da alcune cose volanti viste fare da lui con un paio di assistenti e da quello che ho visto in video...una conferma per quel che mi riguarda di un discorso fatto ai tempi con Gargo, ossia che in materia tutti hanno un pezzetto di verità, chi più chi meno, e sta a noi fare in modo di poterne raccogliere il più possibile.
Approvato!
