... o i tempi lunghi sono una questione didattica?
Ultimamente mi è capitato di leggere miei messaggi di "altrove" (non FAM), di almeno 10 anni fa. Rileggendomi, dopo 10 anni di esperienza, mi è venuta in mente la domanda che vi sto proponendo con questo thread!
Mi spiego meglio: all'epoca "praticavo" kung fu. Principalmente tang lang, anche se ho avuto modo di vedere anche altre cose e conoscere un po' di maestri.
Il discorso che mi si faceva era sempre quello - che poi "sento" soprattutto quando si parla di taiji - ovvero: fai questa cosa per n volte (con n che tende all'infinito) e divverrai abile.
Penso sia superfluo dire che ora non pratico più stili cinesi.
La causa del mio abbandono è da ritrovare principalmente in un incredibile "incapacità" di combattimento da parte mia dopo anni di addestramento (e di tempo per allenarmi ne avevo tanto, all'epoca: fino a 5 ore al giorno).
Io non sono un tipo che ha fretta, intendiamoci. Sono paziente e disposto ai sacrifici. Solo che ho poi avuto modo di conoscere metodologie didattiche differenti, in altre "arti". Metodologie che ti fanno comprendere subito il meccanismo di una cosa, e ti mettono subito in condizioni di "applicarla".
Ovvio: poi ci vuole tanto addestamento e sacrificio - come ovunque.
Ma dentro di me è rimasta questa domanda... Il metodo didattico che si usa nel taiji (ma anche in altri stili) è corretto? Magari è stato "alterato" apposta per non trasmettere subito il "core"? Oppure è vero che andando avanti a fare sempre la stessa cosa prima o poi questa si "trasformi" in qualcosa di diverso?
Grazie a tutti per l'attenzione...