Ad ogni modo una delle proposte estensibili di De Becker per limitare i danni in certe situazioni riguarda(va) la possibilità di creare un database incrociato che abbini i profili psicologici a rischio all'acquisto di armi o materiale potenzialmente sospetto.
Non esclude ovviamente tutti i casi ma rappresenterebbe cmq un valido sistema di prevenzione.
Sono d'accordo. Questa potrebbe essere già un'ottima soluzione. Analisi molto lucida, con tanti resoconti di esperienze concrete, quella di De Becker.
Vado a memoria, ma mi ricordo che lo stesso De Becker diceva come in molti casi le persone coinvolte avevano avvertito il pericolo e familiari o autorità competenti (polizia e autorità giudiziarie) avrebbero potuto impedire che l'evento succedesse, ma poi non hanno seguito quell'intuizione... Insomma il problema della prevenzione e dell'utilizzo di suggerimenti anche istintivi da seguire erano mancanze fondamentali.
soprattutto, a livello educativo nelle scuole fin da bambini, da combattere è quella "mentalità da Far West" fondativa della cultura americana, presente come una costante nella loro immagine e visione culturale. Che poi si traduce nel generico "mi faccio giustizia da solo", applicato dai vari mitomani nei casi particolari delle loro nevrosi.
Ma anche no.
Visto che ci sono una moltitudine di casi equivalenti ovunque, se non peggiori, anche in paragone alla densità e quantità della popolazione.
Da dove verrebbe tutta questa certezza?
Da una mia sintesi generale personale di alcune considerazioni particolari...
Mah, dagli anarco-liberisti in politica economica, agli "apocalittici" dei vari programmi, vi è l'idea imperante che lo Stato sia un'entità parassitaria e superflua rispetto agli individui. Da qui la diffidenza verso lo stato sociale e qualsiasi intervento dello stato nella società. L'idea promulgata dalle varie lobby delle armi è che le armi diano sicurezza, siano un modo di farsi giustizia da soli in fondo (perché lo Stato non può sopperire a questo). Tutte queste persone ritenevano di essere nel giusto, di operare per conto di una giustizia superiore.
E' chiaro che poi non vengano fuori gli opliti, ma gli emarginati, gli appartenenti alle minoranze, che agiscono in questa maniera.
Lungi da me voler sostenere un controllo totalizzante dello stato sugli individui, in questo sono moderatamente liberale, ma, se vogliamo risolvere il problema del controllo delle armi dobbiamo prendere in considerazione la risoluzione del problema sociale, assieme ad interventi tecnici specifici di prevenzione, come quello di cui parlava John, citando De Becker.
Insomma credo che ancora la soluzione (come per la questione dell'integrazione dei nomadi) stia nella componente sottovalutatissima dell'educazione, quindi nella scuola.
Infine, mi sembra chiaro che sia culturalmente determinato, dato che in paesi non-anglosassoni, la persona "normale" o comune che impazzisce più raramente opera massacri collettivi, compiendo invece violenze in ambito familiare su coniugi, amanti o altri parenti, come da noi. Questo lo ricordava anche un membro del forum, più esperto di me in questioni militari e di difesa personale, qualche tempo fa...