La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #255 on: May 07, 2014, 15:02:31 pm »
-1
@saburo: E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta  XD

I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Saburo Sakai

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #256 on: May 07, 2014, 15:15:17 pm »
0
@saburo: E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta  XD
Siccome grazie a Dio (sudditanza?) adesso lavoro di nuovo.
Siccome comunque mi piace discorrere di questi argomenti con voi ma mi richiede tempo che non ho.
Siccome la sintesi che ho fatto io potevi benissimo farla da sola avendo seguito tutta la discussione.
Il tuo atteggiamento mi pare una poco carina mancanza di rispetto.
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Menosse

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #257 on: May 07, 2014, 15:18:15 pm »
+1
@saburo: E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta  XD
Siccome grazie a Dio (sudditanza?) adesso lavoro di nuovo.
Siccome comunque mi piace discorrere di questi argomenti con voi ma mi richiede tempo che non ho.
Siccome la sintesi che ho fatto io potevi benissimo farla da sola avendo seguito tutta la discussione.
Il tuo atteggiamento mi pare una poco carina mancanza di rispetto.
NO è che Giorgia è fatta così le piace portarti per mano dove vuole lei...Del resto è una donna...  XD

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Offline Saburo Sakai

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #258 on: May 07, 2014, 15:19:30 pm »
0
Ti risparmio un -1 proprio perché sei te... :dis:
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #259 on: May 07, 2014, 15:42:23 pm »
0
@saburo: E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta  XD
Siccome grazie a Dio (sudditanza?) adesso lavoro di nuovo.
Siccome comunque mi piace discorrere di questi argomenti con voi ma mi richiede tempo che non ho.
Siccome la sintesi che ho fatto io potevi benissimo farla da sola avendo seguito tutta la discussione.
Il tuo atteggiamento mi pare una poco carina mancanza di rispetto.
Nessuna mancanza di rispetto - quello te lo posso assicurare - e no il riassunto non lo avrei potuto fare io uguale anche perchè hai aggiunto alcuni punti che non erano stati trattati - almeno credo - in questo 3d (tipo le forme o l'abbigliamento).
Comunque ti ringrazio del riassunto e del tempo speso, adesso la tua posizione mi è più chiara.

NO è che Giorgia è fatta così le piace portarti per mano dove vuole lei...Del resto è una donna...  XD
XD no in verità mi piace solo la chiarezza e la sintesi XD
« Last Edit: May 07, 2014, 15:45:07 pm by Giorgia Moralizzatrice »
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile


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Offline Saburo Sakai

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #260 on: May 07, 2014, 15:48:12 pm »
0
Argomenti che definisci "aggiunti" hanno comunque avuto nella discussione precisi rimandi ad argomenti affrontati in passato da quasi tutti i partecipanti a questo topic.

Quella che per te è chiarezza per me è banalizzazione. Quella che per me è chiarezza per te è dispersione.
E lasciamo perdere per cosa intendiamo per simpatia e cortesia.
Quindi all'intelligenza di ognuno farsi un quadro chiaro per i propri schemi mentali, in base alle informazioni presenti.

 8)
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #261 on: May 07, 2014, 15:51:14 pm »
+1
La mia mamma mi dice ancora adesso "domandare è lecito, rispondere è cortesia"  :)
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Offline Fabio Spencer

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #262 on: May 07, 2014, 21:39:22 pm »
+5
scusate se intervengo a balzi, ma dall'ufficio non riesco più ad accedere ad Ar.MA.
Quando scrivo in orario di ufficio lo faccio da cellulare quindi sono stringato, ma questo tread richiede un po' più di parole e comunque sta andando avanti con più sottotemi trattati,
Per questo torno un po' su quello che si diceva con Mad parlando di meccanismi.

Partiamo dall’assunto che tali meccanismi mentali descritti sono naturali e pre-esistenti nel nostro cervello.
Sono il “firmware” in dotazione quando nasciamo.
Giusto o sbagliato è un assunto non mio ma che mi sembra ragionevole e quindi parto da questo.
Cosa definiamo quindi come “manipolazione”? io direi l’intento con cui questi meccanismi vengono sfruttati.

La gravità c’è, se uso la corrente del fiume per muovere la ruota di un mulino sto creando della tecnologia che sfrutta un qualcosa che già c’è e che di suo non è ne buono ne cattivo.
Infatti la corrente potrebbe anche distruggere il mio ponte.

I meccanismi evidenziati da Mad quindi sono solo metodi per utilizzare scientemente questi meccanismi a proprio vantaggio.
Come la comunicazione pubblicitaria, o sfruttare i meccanismi inconsci per attirare l’attenzione del proprio interlocutore.
Che io li usi o meno, che io li voglia usare o meno ci sono e continuano ad esserci.
Questo è secondo me il punto che tende a separare le due fazioni principali che vedo in questo tread.

Per questo dico che l’elenco delle tecniche postate da Mad io, in forma più o meno light, in forma più o meno manipolativa l’ho trovate in buona parte delle mie esperienze e di quelle delle persone che conosco.
Durezza/morbidezza? Mettere l’allievo in difficoltà, come un lavoro sotto stress, magari per stimoltarlo a superarsi in maniera rude (a volte ci vuole) per poi dargli una pacca sulla spalla e dire “bravo, ce l’hai fatta” non è “manipolativo” in senso dispregiativo, ma il meccanismo è comunque quello.
Vengo trattato come il miglior amico e mi viene dato affetto per poi vedermelo tolto la prima volta che rifiuto di “fare un favore alla scuola”? male, alto rischio di sudditanza.
Fede nel maestro? In qualunque corso o sport mi metto in meno a chi ne sa più di me, fosse il preparatore atletico, il dietologo il mio avvocato. Vado da loro perché dei loro argomenti non ne so meno di loro, quindi per ignoranza mia devo partire dando fiducia. Qui semmai conta per quanto tempo devo concedere la fiducia iniziale (dopo 6 mesi vedo risultati oggettivi? Bene, seguo fedelmente quello che dici e dopo 20 anni potrò essere in grado di tirare un pugno bene? Male, alto rischio di effetto sudditanza).
Ma anche in questo caso il meccanismo alla base di questo è lo stesso.
E così via… mi e vi risparmio tutti gli altri.

Il problema quindi è un contesto in cui siano presenti tutti o più meccanismi attivi contemporaneamente perché l’effetto sinergico è importante.
E nella mia personale opinione alcuni contesti (per tipo di pratica, tradizione geografica/culturale di partenza, dimensioni del gruppo, finalità, misurabilità degli obbiettivi, personalità e carisma delle figure di riferimento) ne hanno per loro natura più di altre.
E pur non avendo alcuna volontà manipolativa, come dicevo prima, certi meccanismi ci sono e sommandosi aumentano il rischio di certe derive.
A questo poi si aggiunge la recettività maggiore o minore degli allievi ovviamente.
E anche qui senza alcuna valutazione di merito da parte mia nè intenzione di separare tra buoni/cattivi o tra ingenui/scafati.
Senza quindi voler dare giudizi ecco perchè reputo che nelle AMT ci siano le condizioni per rendere pericolsa al situazione, il maestro e gli allievi devono essere ben centrati e attenti.
Naturalmente non sono solo le AMT (sia cinesi che giapponesi, sono quelle che ho conosciuto io, anche se ovviamente non tutte) hanno queste caratteristiche.
Trovo che invece una vocazione più sportiva, non penso solo agli SDC ma per esempio anche le palestre più votate alla perte agonistica come quella che frequentai da ragazzino di Karate, o quelle FILKAM dove vengono allenati i vari campioni, oppure i kwoon di kung-fu con squadre agonistiche attive nel sandà, tenda a ridurre lo scollamento dal mondo esterno e l'autoreferenzialità tendendo quindi a ridurre alcune delle caratteristiche citate da Mad.
Non le eliminano tutte, ma ne riducono il grado di "pericolosità".
Spero di essermi capito e scusate lo sproloquio.  :)
 
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Saburo Sakai

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #263 on: May 07, 2014, 21:45:05 pm »
0
Sorvolando sulla qualità tecnica del karate che ho visto in fijlkam... Un bel pensiero che condivido.  8)
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Takuanzen

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #264 on: May 08, 2014, 12:55:46 pm »
+1
Io sono arrivato a pensare che si tratti di una specie di "ciclo".

- cut -

Per me, si tratta di una costante e non facile ricerca di un'autonomia tra queste due tendenze, di una mediazione individuale. Sofferta spesso, ma interessante. :)

Anche se per me la visione delle AMT è un po' diversa, quoto quanto dici in quanto ho riscontrato spesso nella realtà nostrana quanto scrivi sopra.

Bel post.


Ciao Nick
Ciao Nick,
ti ringrazio. Anche il tuo intervento sopra mi è piaciuto molto, bella analisi corretta anche dal punto di vista storico: psicologia culturalmente definita, anche da una certa educazione. E' chiaro che modernità, occidentalizzazione e globalizzazione mischino molte le cose, in un paese che ha avuto uno sviluppo e una modernizzazione rapidissimi, ma al di sotto un sostrato di valori tradizionali "adattati", rimane, mischiati magari a qualcos'altro.[1]
Diciamo che la divisione è meno netta di come si possa pensare e spero che lo si sia capito dal mio post. Io quel tipo di atteggiamenti li ho trovati un po' dappertutto, con i relativi distinguo (vedi sopra), sia nelle arti marziali giapponesi, che in quelle cinesi che nelle MMA/Grappling. Poi io continuo a portare avanti un certo discorso, in maniera differente da certi miei compagni e mi tengo "i piedi in due scarpe", come molti qui. Le incomprensioni ci sono chiaramente e non sono poche, da entrambi i lati, ma non vuol dire rottura netta né totale servilismo.
Per la situazione nostrana, la questione dei viaggi di aggiornamento o degli stage è piuttosto diffusa, nei diversi contesti. Quando iniziai a praticare Yiquan, eravamo un gruppo piuttosto piccolo, ma lontano da molti stereotipi delle AM cinesi: praticavamo in maglietta e pantaloncini/tuta, venivamo tutti da altri contesti marziali e quindi ci si confrontava e si faceva ricerca. Era molto bello, poi c'è stata, soprattutto per gli altri stili interni, l'affiliazione stretta a scuole internazionali, discorsi come la rappresentanza ufficiale, si è ingrandito il numero di praticanti e il collegamento con altre scuole. Forse è un processo inevitabile, quando ci si vuole allargare o si vive di quello che insegni, come un professionista. Tutte cose belle, ma l'interesse per la ricerca dell'efficacia/combattimento è andata scemando o passata in secondo piano rispetto ad altro, pur rimanendo di un'ottima qualità, per via della bravura/preparazione e passione del mio maestro, rispetto a quello che ho visto o provato/confrontato in giro, per quel che riguarda le AM cinesi nostrane. :)
 1. Vedi ad es. lo shintoismo mischiato con il darwinismo sociale per quel che riguarda la visione xenofoba e razzista del Giappone totalitario degli anni '30.


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Offline Takuanzen

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #265 on: May 08, 2014, 13:43:34 pm »
0
Ma perché questo thread stimola la mia grafomania (ma forse non solo la mia) ? ;D
Riporto le tecniche d'influenza forzanti l'adesione caratteristiche delle sette e dei culti,quelle classificate come "Di controllo o distruttive"[1]:

Isolamento affettivo
Tecniche di premio/punizione
Squallificazione del sé
Soppressione dubbio e critica
Alternanza durezza/gentilezza
Induzione dei sensi di colpa
Creazione di dipendenza
Esaurimento
Coercizione fisica
Confessioni pubbliche
 1. Mindfucking, Stefano Re
Ciao Mad,
intanto mi segno il libro "Mindfucking" e seguo con vero interesse il tuo discorso. Alcune di tali caratteristiche sono state riscontrate nella mia esperienza, anche se con varie gradazioni molto più soft e mai cosi accentuate: si potrebbe allargare a tantissimi aspetti il tuo discorso, probabilmente non si può restringere alle sole arti marziali. Per me è una caratteristica universale della socialità: ovunque stabilisci una gerarchia, inevitabilmente ci sarà, almeno per alcuni individui, una qualche forma (anche blanda, ma comunque tale) di sudditanza. Il tizio del libro cosa dice? Lo tratta come un fenomeno isolato dall'ambiente sociale?
Interessantissimo, nonostante la diversa interpretazione, grazie.  ;)

P.S.: anche l'ottima precisazione /approfondimento di Fabry, a cui pongo più o meno le stesse critiche/domande. :sur:

Secondo me un pocheto si sta uscendo dal seminato.
Una icona o fonte di ispirazione è una cosa la divinazione di una persona a massima fonte di conoscenza ed infallibilità è un altra.
Avere Tyson come foto in palestra è sinonimo di ammirazione verso un grande pugile.
Avere la foto di Oyama sappiamo bene che è per l'appunto come avere la foto di Gesù.

Ciao Clode,
come ho cercato di spiegare prima, sempre di sudditanza si tratta, ma con caratteristiche diverse nei contesti. Lì non è nei confronti di un "Grande Maestro dello stile", ma più semplicemente dell'istruttore/palestra (e onori correlati, soprattutto per le grandi personalità - il discorso è simile). E magari non c'è nemmeno la foto: non è lì il problema, IMHO. :)


Poi passo al Jiu Jitsu, ed anche lì cosa mi trovo? SALUTI ED "OSU" (ovviamente se scritto, scritto "OSS"). XD
Il BJJ è un po' un'arte bastarda, perchè si vanta di evoluzioni ecc, poi però prende tradizioni che a malapena gli appartengono e sembra scimmiottarle. Ho onestamente il dubbio che tutto ciò derivi dall'estrema fissazione per religiosità e liturgia dei Sudamericani ma, non ho in mano dati veri e propri che possano supportare questa ipotesi. Solo impressioni personali. (P.S. Con gli Oss saltano fuori i brasileri, il mio maestro italiano e relativi istruttori non l'hanno mai usato).

Qua però succede una cosa.

Nel Karate ti fai i tuoi tre saluti: al maestro, al dojo, ai compagni. Stai dove sei, dojo kun, tre inchini, arrivederci.
Nel JJ ci fanno salutare, sul posto, solo il maestro. Poi iniziamo a girare e salutarci battendo le mani e/o anche abbracciandoci. TUTTI. SEMPRE. Questo è proprio un rituale, lo facciamo ad ogni lezione, stage, ecc.

Ma dov'è la differenza?
E' che alla fine, invece che salutare qualche fantomatico caposcuola che è morto 50 anni prima del mio concepimento, o il "dojo" ("Grazie parete di legno, per aver supportato i miei urlettini! OSU!"), io saluto e ringrazio guardando negli occhi il mio maestro, che mi ha insegnato, e tutti i miei compagni. Ci passiamo uno ad uno, sudati, distrutti, con l'occhio spento, ma il sorriso.

Quei saluti sono SENTITI. Perchè quelli di fronte a me si sono scassati quanto e più di me, per imparare ma soprattutto per far imparare me, ed io loro.

Senza nulla togliere ad altri, il modo in cui sento QUEI saluti, QUEL rituale, è tutta un'altra cosa.
Ciao Andy,
la mia esperienza è limitatissima, sono un principiante rispetto alla tua esperienza nel grappling e quindi confronto quel poco che sto vedendo. Però mi è piaciuto molto come intervento. Grazie!!
Io pratico da quest'anno Grappling/Submission (l'anno scorso sempre lì MMA), forse è diverso dal BJJ. Ma ritrovo quello che dici, anche da noi si usa "OSS" con poi  giro di strette di mano agli istruttori e al maestro (non tra di noi). Concordo sul sentito e sui sorrisi, da allenamento sincero e mi piace molto. La lotta è sincera, oltre che bellissima.  :-*
All'inizio mi veniva da sorridere perché non lo facevo da tanto (qualcuno mi ha fatto notare che lo faccio da Karateka).
Mai avuto problemi con allenarmi da altre parti o altre palestre, forse anche perché non sono un'agonista, quindi il maestro non mi considera molto rispetto ai suoi atleti di punta (capisco il motivo, si allenano 4 volte a settimana, ma io non riesco a comprenderlo fino in fondo). Quando parlo di sudditanza, mi riferisco alle lamentele continue che sento post-gara su assegnazioni di punti, errori arbitrari, che vengono sempre intesi non solo come incompetenza dei giudici, ma anche come una specie di "teoria del complotto", del tipo che ce l'hanno tutti con noi, perché vinciamo e siamo forti ecc... Il tutto seguito da stimoli agli agonisti per migliorare l'allenamento (sono d'accordo) e aumentare la "cattiveria" agonistica (lo capisco, ma mi piace meno). Ecco, io quel discorso non lo capisco, se non forse per l'età media di molti agonisti, dai 17 ai 25, con cui forse una certa disciplina e atteggiamento ci vuole per motivarli. Per me però se uno è bravo, è bravo punto. Anche se non fa parte della nostra palestra, la vittoria se la merita. :sur:

Mi permetto un piccolo aneddoto personale collegato[2]: Quest'anno mi sto allenando, principalmente per motivi economici e altri impegni di studio e non-lavoro, una volta sola a settimana. Il maestro mi spinge sempre per far le gare, perché è nella sua mentalità. Io gli spiego i miei motivi, poi aggiungo che, oltre a non sentirmi preparato per lo sparring con un allenamento a settimana (la preparazione atletica specifica cerco di farla a casa tre volte a settimana, per conto mio, seguendo suggerimenti del mio amico istruttore, che invece non mi ha mai fatto pressioni in tal senso). Gli dissi infine sinceramente, a cuore aperto, che, se proprio voleva che io facessi una garetta di No-Gi, l'avrei fatta per fare una nuova esperienza, mettermi alla prova e migliorarmi come lottatore; non per la competizione in sé, perché non mi interessava, non è mai stata nella mia mentalità. Al che, lui mi ha guardato un po' titubante e mi fa "ma tu, se entri sul tatami, mi rappresenti...". Non me l'ha più chiesto, il rapporto con lui rimane buono e io continuo ad allenarmi, anche se considerato meno rispetto agli agonisti (dal mio amico istruttore no, il rapporto è ottimo e mi ha detto di non preoccuparmi). Ho avuto l'impressione che il problema sia stato la mancanza della parola "Vincere" ad ogni frase e della ripetizione letterale dei suoi discorsi, come fanno i ragazzi diciottenni, che si buttano subito nell'agonismo. Ma era quello che pensavo. Non tutti gli agonisti, ma la maggior parte condivide quel trend, pur essendo bravissimi ragazzi e molto gentili quando ci si allena (mi suggeriscono tecniche ecc...: è bello fare sparring con loro).
Insomma, pur essendo un istruttore bravissimo tecnicamente e molto appassionato (ci tiene davvero ai suoi ragazzi), mi ha fatto un po'rimanere male e parlo quindi di sudditanza per questo, anche in quegli ambienti. Mi piace però tanto allenarmi con loro, non capisco perché un'attività così piacevole e ricca di contenuti debba essere "sporcata" da queste cose[3]. Ripeto per l'ultima volta, con tutte le differenze del caso. :thsit:
 2. Volevo inserirlo nel mio vecchio thread sul "Manifesto di una creatura anfibia", ma lo faccio qui... non credo sia OT.
 3.  Mi hanno raccontato di palestre blasonate di pugilato, old-school, in cui è anche peggio, in cui gli amatori proprio non vengono considerati e tutti gli occhi sono per gli agonisti.
« Last Edit: May 08, 2014, 13:47:24 pm by Taku Anarca Zen »

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Offline Andy

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #266 on: May 08, 2014, 14:12:18 pm »
+1
Innanzitutto grazie per i complimenti. :)

Comunque, brutto aneddoto.  :nono: Felice di essere capitato in un ambiente differente.
Poi ad essere sincero, non so come siano effettivamente le percentuali. Ma capisco che fare tanto agonismo porta spesso ad adottare certe mentalità da "vittoria a tutti i costi"...

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Offline Raven81

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #267 on: May 08, 2014, 14:31:48 pm »
+3
@Takua: io penso che sia vero che un atleta rappresenta (anche!) il suo allenatore, quindi posso capire le remore a mandare qualcuno sul ring/tatami che non appaia molto determinato a vincere. Poi ovvio che i tentennamenti o la "moderazione verbale" in un quindicenne non hanno lo stesso significato che in una persona più matura. Forse quell'istruttore è stato un po' superficiale nel giudicare quel tuo atteggiamento "aperto", di sincero confronto con l'agonismo, intendendolo come indecisione o qualcosa di simile (= ovverosia tu sei convinto, ma non esprimi linguisticamente la tua convinzione come un truzzo 18-enne... per fortuna!  XD )

Tieni però conto che sul ring/tatami dall'altra parte trovi uno che vuole vincere, farti male, piantarti per terra, annodarti, strozzarti o mandarti ko. Ed ' molto ma molto pericoloso mandare qualcuno che vuole "provare".

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Offline Nick

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #268 on: May 08, 2014, 14:31:55 pm »
+1
Io sono arrivato a pensare che si tratti di una specie di "ciclo".

- cut -

Per me, si tratta di una costante e non facile ricerca di un'autonomia tra queste due tendenze, di una mediazione individuale. Sofferta spesso, ma interessante. :)

Anche se per me la visione delle AMT è un po' diversa, quoto quanto dici in quanto ho riscontrato spesso nella realtà nostrana quanto scrivi sopra.

Bel post.


Ciao Nick
Ciao Nick,
ti ringrazio. Anche il tuo intervento sopra mi è piaciuto molto, bella analisi corretta anche dal punto di vista storico: psicologia culturalmente definita, anche da una certa educazione. E' chiaro che modernità, occidentalizzazione e globalizzazione mischino molte le cose, in un paese che ha avuto uno sviluppo e una modernizzazione rapidissimi, ma al di sotto un sostrato di valori tradizionali "adattati", rimane, mischiati magari a qualcos'altro.[1]
Diciamo che la divisione è meno netta di come si possa pensare e spero che lo si sia capito dal mio post. Io quel tipo di atteggiamenti li ho trovati un po' dappertutto, con i relativi distinguo (vedi sopra), sia nelle arti marziali giapponesi, che in quelle cinesi che nelle MMA/Grappling.
 1. Vedi ad es. lo shintoismo mischiato con il darwinismo sociale per quel che riguarda la visione xenofoba e razzista del Giappone totalitario degli anni '30.


Concordo. Ho tracciato a spanne una situazione che IMHO andava sottolineata in quanto caratterizzava almeno in parte quella specifica realtà (AMT giapponesi). Sono comunque un fautore della presenza di analoghe situazioni (anche se magari tramite meccanismi o particolarità leggermente diversi) nelle AMT cinesi. Per le altre non conosco, quindi mi fido di chi ha provato.




Poi io continuo a portare avanti un certo discorso, in maniera differente da certi miei compagni e mi tengo "i piedi in due scarpe", come molti qui. Le incomprensioni ci sono chiaramente e non sono poche, da entrambi i lati, ma non vuol dire rottura netta né totale servilismo.
Per la situazione nostrana, la questione dei viaggi di aggiornamento o degli stage è piuttosto diffusa, nei diversi contesti. Quando iniziai a praticare Yiquan, eravamo un gruppo piuttosto piccolo, ma lontano da molti stereotipi delle AM cinesi: praticavamo in maglietta e pantaloncini/tuta, venivamo tutti da altri contesti marziali e quindi ci si confrontava e si faceva ricerca. Era molto bello, poi c'è stata, soprattutto per gli altri stili interni, l'affiliazione stretta a scuole internazionali, discorsi come la rappresentanza ufficiale, si è ingrandito il numero di praticanti e il collegamento con altre scuole. Forse è un processo inevitabile, quando ci si vuole allargare o si vive di quello che insegni, come un professionista. Tutte cose belle, ma l'interesse per la ricerca dell'efficacia/combattimento è andata scemando o passata in secondo piano rispetto ad altro, pur rimanendo di un'ottima qualità, per via della bravura/preparazione e passione del mio maestro, rispetto a quello che ho visto o provato/confrontato in giro, per quel che riguarda le AM cinesi nostrane. :)

Sicuramente anche questo fa parte delle realtà presenti oggi sul nostro territorio.
Poi spesso ogni scuola (per non parlare del singolo praticante) è mondo a sè.

Ciao Nick
Saluti Nick

Ricordati...
prima o poi...
...boh?

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Offline Fabio Spencer

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #269 on: May 08, 2014, 14:58:58 pm »
+1
concordo con Raven.
Portare in gara una persona poco motivata (e che quindi non si è magari neppure allenata abbastanza) puó essere pericoloso.
A tennis finisci 6-0, 6-0 in meno di un'ora: figuraccia ma poi finisce li.
Ma in una gara di lotta magari si rischia di piú.
Anche questo un allenatore lo deve considerare.
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