La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica

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MatteoC

Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #15 on: April 29, 2014, 10:04:54 am »
+1
Allora dai, vi racconto una paio di storie a titolo di esempio
Anni fa un collega jitsero fresco fresco di faixa azul (quindi con un paio d'anni di pratica di bjj sulle spalle) va ad allenarsi nella palestra sotto casa dove 'insegnano' judo e ju jitsu (tradizionale). Ok, il maestro cintura nera in entrambe le discipline, al momento di fare randori ne waza nega al jitsero la possibilità di lottare con lui in quanto di grado inferiore, al che il jitsero brutalizza tutti i suoi allievi finalizzandoli senza troppi problemi; a quel punto il 'maestro' accetta di lottare con lui. Il jitsero lo finalizza dopo 30 secondi con 'orologio inverso'.
A fine lezione, dopo aver fatto la doccia, il 'maestro' si avvicina al jitsero e gli dice che non è più gradito in quella palestra in quanto lo ha disonorato facendogli fare una figuraccia davanti ai suoi allievi..  :sur:

Questo per quanto ho espresso in merito a 'certi maestri'

Per quanto riguarda la mia opinabilissima idea che 'ognuno ha il maestro che si merita' è accaduto che un acerbo jitsero (faixa branca) con un importante back-ground di lotta che si affacciò in una palestra dove insegnava una delle pochissime (allora) faixa rosa di jj; insomma l'insegnante faixa rosa che pesava c.a 30 kg in più fu finalizzato dopo pochi minuti di sparring. Conclusione. L'inesperto (nel jj) lottatore non andò mai più ad allenarsi in quella palestra. Ora sono entrambi faixa preta e rispettati maestri, ma nella palestra del primo devono allargarsi perchè nella sola sede centrale ha c.a 150 studenti, il secondo nella sola sede centrale a malapena arriva a 10. A voi le conclusioni.

Spero di aver dato un giusto contributo (nei miei limiti e nei margini della mia risicata esperienza), in quanto purtroppo i 'quadri socio-psicologici' e affini non sono nelle mie corde..
A me interessano le mani gonfie, la testa che scoppia e le gambe che tremano prima di una lezione.  :D

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Offline Saburo Sakai

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #16 on: April 29, 2014, 10:09:58 am »
0
Avete ragione entrambi, non do per scontata la malafede, almeno non al livello di singole palestre, che risentono in maniera passiva di un clima più diffuso.
Il problema di questo metodo è che se per un certo periodo ha rafforzato certe strutture, creando gruppi di fedelissimi selezionati più per lealtà bovina che per qualità e apprendimento, sulla distanza sta mostrando tutti i limiti dell'ingessatura e della mancanza di sperimentazione. Unito al che fatto non essendo l'agonismo che fa selezione, la gerarchia accumula livelli da decenni, diventando una gerontocrazia in cui tutti si inchinano per anzianità e non per qualità attualmente espresse.
Questo fa sì che sul lungo periodo, con la diffusione di idee e informazioni, di stili e di palestre, rimangano attaccati ad un meccanismo così rigido e autoreferenziale, principalmente coloro che sono in cerca di certezze da non mettere alla prova, piuttosto che di crescere sperimentando.
Ecco così l'aggressività verso la lesa maestà,  e quello che vienentalvolta definito "settarismo".
Di questo passo, temo, in queste belle disciplina rimarranno perlopiù dei fedelissimi che non saranno in grado di adeguarle ai tempi attuali e ad un confronto con qualsivoglia ambiente esterno, pena l'essere considerati degli eretici che "hanno tradito il Maestro". (TM).
« Last Edit: April 29, 2014, 10:29:18 am by Saburo Sakai »
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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #17 on: April 29, 2014, 10:13:23 am »
0
Grazie per il contributo Matteo.
Riguardo alle tue considerazioni finali, stai certo che anche noialtri non ci ammazziamo dalle pippe mentali. Ma c'è tempo e luogo per ogni tipo di approccio, d'altronde sulle pagine di un forum si parla e si approfondiscono certi temi. Le mani gonfie ecc.ecc. ce le facciamo in palestra.
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Offline Dipper

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #18 on: April 29, 2014, 10:43:54 am »
+1
Ci sono così tante cose che avrei da dire sull'argomento, che non riesco a formularle. Una specie di ingorgo cerebrale XD
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Offline Saburo Sakai

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #19 on: April 29, 2014, 11:37:50 am »
0
Vai spara !!!  :sur:
Anche io mi sto serbando qualche chicca, valutando come porla senza risultare troppo pesante... Vediamo se mi date l'ispirazione.
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Offline happosai lucifero

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #20 on: April 29, 2014, 11:38:55 am »
0
ma che ispirazione!? facce ride!!
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Offline Dipper

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #21 on: April 29, 2014, 12:18:56 pm »
+3
Un discorso articolato non mi esce, dovrei fare un trattato :D Provo a soffermarmi su un singolo punto.
Non vedo necessariamente la malafede, almeno non sempre, tuttavia non posso negare che certe descrizioni finora date siano molto vicine alla realtà
Noto che il discorso della domanda e dell'offerta, già citato recentemente in altri contesti, anche qui può contribuire a tutto quello che è stato detto. Il paragone tra certi maestri, con le rispettive scuole, e le sette o comunque i ferventi gruppi religiosi spiega molto.

Tra gli appassionati delle arti marziali, c'è una buona fetta, potrei stimare l'80%, che frequenta un corso di arti marziali per soddisfare dei bisogni che trascendono il combattimento. Il combattimento in ogni sua forma, è fatto di caos, incertezza, progresso ed evoluzione, individualità, confronto. Nelle arti marziali se guardiamo bene, questo 80% cerca più o meno l'esatto contrario XD
La spiritualità intrinseca delle discipline orientali soprattutto, ben si presta a essere fraintesa e ridirezionata per dare alle persone invece certezze, tradizioni incrollabili, storie meravigliose da raccontare (magari inventate o distorte, ma vabbè...), figure semimitiche inarrivabili, rassicuranti rituali sempre uguali a se' stessi. La gente vuole questo, di solito.
La sudditanza quindi è il prodotto di una sorta di affinità elettiva. Nei panni di un maestro che non sa fare altro che la sua arte marziale, sia per una buona causa (perpetrare l'insegnamento con un minimo di selezione) sia per il puro interesse personale (guadagnare per vivere senza sbattersi troppo a lavorare) trovo perfettamente logico che si crei questo tipo di struttura gerarchica. Questo è il prodotto che vende. Solo pochi sono interessati a fare altro. E ancora peggiori sono quelli che fanno cose alternative, distinguendosi dalla massa ignorante, senza rendersi conto che il livello è parimenti basso se non di più. Ma intanto si consumano le dita sulle tastiere...

Senza fare nomi ne' cognomi, quando stavo cercando una sede per il nostro corso di PA, chiesi l'utilizzo di uno spazio a un responsabile di una notissima realtà ben radicata nel territorio con strutture a disposizione molto interessanti. Spiegai quello che facciamo, come lo facciamo, le referenze dei responsabili.
Di tutta risposta mi becai un pippone sull'inaffidabilità delle persone con cui collaboro, un benevolo monito a cercare insegnamenti autentici e profondi e naturalmente un sermone sul suo caposcuola, ovviamente maestro di energie interne antiche e misteriose, che naturalmente è serio affidabile e blablabla.
35' di telefonata.
... e io volevo semplicemente chiedere le condizioni per l'affitto di un cazzo di spazio per il nostro corso :pla:

Antichi misteri da svelare, tecniche segrete, figure carismatiche da seguire, rituali esotici, capacità da raggiungere in anni e anni (così se da tre mesi a oggi non c'è stato nessun significativo miglioramento, è perchè ci vuole taaaaanto tempo, non perchè ci si sta allenando male...) rendono il contesto speciale. La gente vuole sentirsi parte di questo "speciale", senza sudare troppo e senza farsi male, ma urlando al mondo, come dice Mad, "Ehi, guardami, notami, io sono speciale! (Perchè lo è il mio maestro)".
Mentre in realtà le arti marziali sono praticate da persone normali che prima di tutto, e con discrezione, sudano, si fanno il mazzo, studiano, dubitano e si confrontano con la realtà dei fatti.
Ma questo, appunto, interessa a pochi.

Sempre senza nomi e cognomi, posso dire per certo che questo tipo di sudditanza autoreferenziale a cui la massa si assoggetta volentieri trascende e va oltre il mondo delle arti marziali e del combattimento in genere.
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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #22 on: April 29, 2014, 12:46:56 pm »
+5
Atteggiamenti simili non sono imputabili all'ambiente o al carismatico M. Pinco Pallino, ma a complessi personali.

Hemmmm no.

Sono proprio imputabili all'ambiente e al maestro,sebbene la variabile individuale ci sia.

La gente va matta per i tizi in divisa che ti dicono cosa fare con l'aria di chi sta tutto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Milgram
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
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Offline Rev. Madhatter

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #23 on: April 29, 2014, 12:56:11 pm »
+2
mi beccai un pippone sull'inaffidabilità delle persone con cui collaboro, un benevolo monito a cercare insegnamenti autentici e profondi e naturalmente un sermone sul suo caposcuola, ovviamente maestro di energie interne antiche e misteriose, che naturalmente è serio affidabile e blablabla.
35' di telefonata.
... e io volevo semplicemente chiedere le condizioni per l'affitto di un cazzo di spazio per il nostro corso :pla:

Quando vuoi andiamo a molestare questa gente  ;D




Cmq ottimo intervento  :+1:
...pero' secondo me e' proprio li la malafede delle persone: Millantare di essere cio' che non si e',possibilmente per evitare fatica e guadagnare qualcosa senza lavoro. Come giustamente dici e' cosi' in tutti gli ambiti della vita.[1]
 1. Ma esiste solo un ambiente in cui e' leggittimo per gli "uomini giusti" pestare i "malvagi" senza passare dalla parte del torto...le Discipline da Combattimento  :gh:
« Last Edit: April 29, 2014, 13:00:18 pm by Rev. Madhatter »
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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #24 on: April 29, 2014, 13:01:25 pm »
0
Bellissimo post Ryujin ! :-*
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Offline Nick

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #25 on: April 29, 2014, 13:02:02 pm »
+4
Do il mio umile contributo.

Secondo me si può trovare un po' di tutto in questo ambiente.
E la colpa, se possiamo parlare di colpa, può essere del "maestro", degli "allievi" o di entrambi.

Diciamo che certe cose possono attecchire solo in persone o ambienti predisposti.
Sia che il maestro sia volontariamente orientato in quella direzione, sia che invece non lo sia o addirittura "lavori" perchè l'ambiente non sia quello.

Mi è infatti capitato di vedere anche allievi fedelissimi che, nonostante il maestro cercasse di "sdoganarli" e di smitizzare la "loro" immagine di lui, proprio non ci arrivavano.

Di contro ho visto (ed in un caso anche vissuto) il caso opposto, dove il "maestro" si prendeva troppo sul serio, tanto che alla fine ha "varcato la soglia", secondo me (e vedendolo adesso mi sembra proprio "sbroccato alla grande", sempre IMHO).

Poi può capitare di tutto.

Per esempio (di cose che ho visto).

- Allievi intraprendenti -
Parecchi anni fa, quando praticavo Aikido, ne ho vista una veramente "carina". Un gruppo di 4 o 5 (non ricordo esattamente) completamente a digiuno di Aikido, ma molto interessati a conoscerlo, è venuto a chiedere al Maestro se poteva far loro un corso. Essendo molto preso, ha delegato il suo secondo (bravissimo IMHO e comunque con qualche cosa come quasi 20 anni di esperienza alle spalle nell'Aikido). Questi si accordano e fanno un bel corso bisettimanale di 6 mesi. Al termine ringraziano, si riuniscono nella loro associazione/federazione (il dettaglio non lo ricordo) e si danno tutti la loro bella cintura nera 4 grado. Quindi vanno dall'istruttore e gli dicono che, siccome sanno che è bravo, vorrebbero dargli la cintura marrone nella loro associazione e che se vuole può subito fare con loro l'esame per la nera. Al che lui sorride e, ringraziandoli, declina l'invito.


- Maestro di alto livello -
Parecchi anni fa (è il mio equivalente di un "c'era una volta"), per pura curiosità sono andato con un mio compagno ed il mio Maestro ad un multistage; più maestri nel corso di una giornata hanno un'ora ciascuno per proporre la propria disciplina.. Il primo "maestro", famoso e con molti allievi al seguito e nelle sue varie palestre,, si propone con tecniche di combattimento. Dopo un paio di cose abbastanza semplici, ma comunque eseguite in modo un po' opinabile, parte con la tecnica di punta. "Se uno in strada vi attacca roteando le braccia dall'alto verso il basso (immaginate uno che nuota a stile libero da in piedi e avete la fotografia) voi prima vi abbassate, quindi muovete velocemente le mani avanti e indietro sopra la testa per bloccare tutti i colpi che arrivano. Aspettate quindi il momento giusto e mentre fate questo, allungate la mano destra e colpite leggermente con la punta delle dita gli addominali dell'altro; ma solo per distrarlo in modo che rilassi gli addominali stessi; quindi ripartite con un pugno in pancia e vedrete che andrà giù"....

 :o  :o  :o  :o !!!!

Al che penso di aver visto/capito male... e invece no. i suoi allievi si preparano e provano entusiasti al tecnica di "difesa"; alcuni altri "esterni" alla palestra si guardano perplessi o provano ridacchiando.
Per rispetto verso me stesso mi astengo dal provare la cosa e mi porto in silenzio al bordo del quadrato; il mio compagno mi guarda e non dice niente: ha capito al volo. Mi raggiunge.

Aspetto tecniche migliori.

Arrivano.

Con fare importante (forse spronato dalla mia silenziosa autocensura), guardandomi di sbieco con fiero cipiglio, si posiziona davanti al mio compagno e spiega: "se uno vi tira un calcio frontale, voi vi posizianate ben saldi in ma bu davanti a lui, vi abbassate e lo afferrate al volo; quindi tirate e nello stesso tempo, se non basta, avanzate per fargli lo sgambetto. Prova tu. Tirami un calcio a piena potenza. Non ti preoccupare, mi sono allenato dai monaci e i colpi li blocco e comunque non li sento." Il mio compagno rispettosamente gli chiede se è sicuro di volerlo davvero a piena potenza, al che: "Ho detto di non preoccuparti, lo prendo." Lui tira (non veramente potente, è una persona buona); il maestro lo riceve in pancia e va giù. "Non ero pronto, riprova" (dopo i 5 minuti per riprendersi). Questa volta per compassione gli e lo tira anche lento; lui lo prende e tira la gamba verso di sè. Il mio compagno, un po' sbilanciato di suo per l'atipica manovra di salvaguardia dell'opponente, cade e, senza pensarci o volere, alza l'altra gamba.
Risultato: spremuta di ammenicoli del maestro con altri n minuti per riprendersi.
Infine questi si rialza e gli dice in maniera arrogante "Bravo, bravo, che volevi dimostrare? Guarda che stavo dimostrando solo una tecnica, se stessimo combattendo ti avrei bloccato e atterrato! " E se ne va.

Al che io ritorno a bordo campo ed aspetto che termini le "tecniche a due".

Quindi fa mettere tutti in ma bu per un minuto urlando come un matto e dicendo che i monaci quella posizione la tengono per mezz'ora. Ed i suoi allievi, in ogni momento, ad adorarlo. Nonostante quanto visto/fatto nella sua ora di lezione. E a guardar me ed il mio compagno con malcelato disprezzo, commentando come fossimo disturabatori della lezione e cattivo esempio di marzialisti.

(Il mio Maestro per sua fortuna/sfortuna non partecipò a cotal gaudioso seminario: appena arrivato fu placcato dall'organizzatore che per tutta la durata del multi stage lo educò sulle apparizioni misteriose di ufo ed alieni in Italia..... non so a chi sia andata meglio....)


Ciao Nick
Saluti Nick

Ricordati...
prima o poi...
...boh?

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Offline Dipper

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #26 on: April 29, 2014, 13:30:08 pm »
0
mi beccai un pippone sull'inaffidabilità delle persone con cui collaboro, un benevolo monito a cercare insegnamenti autentici e profondi e naturalmente un sermone sul suo caposcuola, ovviamente maestro di energie interne antiche e misteriose, che naturalmente è serio affidabile e blablabla.
35' di telefonata.
... e io volevo semplicemente chiedere le condizioni per l'affitto di un cazzo di spazio per il nostro corso :pla:

Quando vuoi andiamo a molestare questa gente  ;D
PM :gh:

Cmq ottimo intervento  :+1:
Onestamente mi sembrava scritto da cani, ma grazie :)

...pero' secondo me e' proprio li la malafede delle persone: Millantare di essere cio' che non si e',possibilmente per evitare fatica e guadagnare qualcosa senza lavoro. Come giustamente dici e' cosi' in tutti gli ambiti della vita.
Sarò onesto. Lavorare onestamente è duro e difficile, toglie energie, toglie tempo per stare con la famiglia e allenarsi, è fonte di stress e spesso ripaga poco e male.
Io, oggi, con internet a disposizione, la pletora di terreni di confronto esistenti e l'informazione a portata di qualche click, non me la sento di condannare queste persone più di quanto non condannerei chi fa i test sulle intolleranze alimentari (salvo glutine e lattosio, mai ricevuti riconoscimenti di attendibilità ufficiali), vende omeopatia (distrutta anche dal Cicap), produce creme per rassodare i culi flaccidi (ma quando mai...).
Chi ci crede è perchè vuole crederci ed è giusto che paghi anche profumatamente il suo bisogno di illusioni.
Come dici giustamente, però, quando pisciano fuori dal vaso un paio di palate per fargli capire come gira la cosa nel mondo reale non sono peccato :D
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Offline Rev. Madhatter

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #27 on: April 29, 2014, 13:50:36 pm »
+1
- Maestro di alto livello -
Spoiler: show
Parecchi anni fa (è il mio equivalente di un "c'era una volta"), per pura curiosità sono andato con un mio compagno ed il mio Maestro ad un multistage; più maestri nel corso di una giornata hanno un'ora ciascuno per proporre la propria disciplina.. Il primo "maestro", famoso e con molti allievi al seguito e nelle sue varie palestre,, si propone con tecniche di combattimento. Dopo un paio di cose abbastanza semplici, ma comunque eseguite in modo un po' opinabile, parte con la tecnica di punta. "Se uno in strada vi attacca roteando le braccia dall'alto verso il basso (immaginate uno che nuota a stile libero da in piedi e avete la fotografia) voi prima vi abbassate, quindi muovete velocemente le mani avanti e indietro sopra la testa per bloccare tutti i colpi che arrivano. Aspettate quindi il momento giusto e mentre fate questo, allungate la mano destra e colpite leggermente con la punta delle dita gli addominali dell'altro; ma solo per distrarlo in modo che rilassi gli addominali stessi; quindi ripartite con un pugno in pancia e vedrete che andrà giù"....

 :o  :o  :o  :o !!!!

Al che penso di aver visto/capito male... e invece no. i suoi allievi si preparano e provano entusiasti al tecnica di "difesa"; alcuni altri "esterni" alla palestra si guardano perplessi o provano ridacchiando.
Per rispetto verso me stesso mi astengo dal provare la cosa e mi porto in silenzio al bordo del quadrato; il mio compagno mi guarda e non dice niente: ha capito al volo. Mi raggiunge.

Aspetto tecniche migliori.

Arrivano.

Con fare importante (forse spronato dalla mia silenziosa autocensura), guardandomi di sbieco con fiero cipiglio, si posiziona davanti al mio compagno e spiega: "se uno vi tira un calcio frontale, voi vi posizianate ben saldi in ma bu davanti a lui, vi abbassate e lo afferrate al volo; quindi tirate e nello stesso tempo, se non basta, avanzate per fargli lo sgambetto. Prova tu. Tirami un calcio a piena potenza. Non ti preoccupare, mi sono allenato dai monaci e i colpi li blocco e comunque non li sento." Il mio compagno rispettosamente gli chiede se è sicuro di volerlo davvero a piena potenza, al che: "Ho detto di non preoccuparti, lo prendo." Lui tira (non veramente potente, è una persona buona); il maestro lo riceve in pancia e va giù. "Non ero pronto, riprova" (dopo i 5 minuti per riprendersi). Questa volta per compassione gli e lo tira anche lento; lui lo prende e tira la gamba verso di sè. Il mio compagno, un po' sbilanciato di suo per l'atipica manovra di salvaguardia dell'opponente, cade e, senza pensarci o volere, alza l'altra gamba.
Risultato: spremuta di ammenicoli del maestro con altri n minuti per riprendersi.
Infine questi si rialza e gli dice in maniera arrogante "Bravo, bravo, che volevi dimostrare? Guarda che stavo dimostrando solo una tecnica, se stessimo combattendo ti avrei bloccato e atterrato! " E se ne va.

Al che io ritorno a bordo campo ed aspetto che termini le "tecniche a due".

Quindi fa mettere tutti in ma bu per un minuto urlando come un matto e dicendo che i monaci quella posizione la tengono per mezz'ora. Ed i suoi allievi, in ogni momento, ad adorarlo. Nonostante quanto visto/fatto nella sua ora di lezione. E a guardar me ed il mio compagno con malcelato disprezzo, commentando come fossimo disturabatori della lezione e cattivo esempio di marzialisti.




hahahah me lo immagino benissimo! mi ha fatto ridere di gusto e ricordare un sacco di episodi  :D :D :D

Spoiler: show
Una notte eravamo in un posto sperditussimo nella bassa per un gran galà in un albergo/struttura sportiva per l'apertura dei "mondiali nonfaccioilnomedellafederazione" di kung fu. Dopo allenamenti,riunioni e mille menate con maestri e scuole da ogni dove, immersi in questa aria ufficiale insolita per tutti (abiutati ai palezzetti della domenica) ci troviamo al bancone del bar per una birra.
Li un maestro rinomato per il suo carattere da duro molto aggressivo, dismessa l'abito professionale e con un fare confidenziale attacca bottone con quel che suonava piu' o meno cosi':
"che poi diciamocelo,alla fine son cose belle ma poco utili....se uno mi attacca per strada io uso questi" -picchiettando col dito sui suoi denti.






Persona di cui cmq conservo un ricordo gradevolissimo  :)



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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #28 on: April 29, 2014, 15:31:15 pm »
+3
Primo esempio fattivo: gli stages del Caposcuola.
Era "caldamente consigliato", almeno da un certo livello in su, di partecipare periodicamente ad alcuni stages con il Caposcuola. Tali stages avevano luogo nei posti più lontani e disparati, e ad orari improbabili. Tipo a 400 km di distanza alle ore 9.30 di domenica mattina, ma dovevi essere già pronto nel palazzetto alle 9.00 perché si iniziava prima, e se arrivavi all'ora scritta sulla lettera di convocazione la lezione era sistematicamente già iniziata e mancavi di rispetto al Santissimo Infallibile.
Siccome dormire fuori costava una cifra, e tra tutti non eravamo propriamente degli Elkann, partivamo ad orari da guardia giurata (tipo ritrovo ore 4.30) e ci precipitavamo a rotta di collo per le autostrade di mezza Italia, tanto che qualcuno ha pure danneggiato il motore.
Arrivati al palazzetto c'era da pagare la quota, perché ovviamente gli stages non erano compresi nella già salata quota annuale che si pagava con le svariate tessere di federazioni, enti, associazioni, cazzi e mazzi.
Pagata la quota generalmente ti ritrovavi tra qualche centinaio di altri praticanti da tutta Italia (alcuni da zone che non sapevi nemmeno esistessero sulla mappa, accorsi riverentissimi) e vedevi il Caposcuola come una figura lontana lontana, grande in prospettiva quanto un omino della Lego, riuscendo a malapena a sentirne i comandi e dovendo quindi fare gli esercizi per imitazione a quelli che gli erano più vicini. Ti dicevano però che "sentivi l'energia" del Santissimo, e già questa ti temprava col suo onore.
Come esercizi, il più delle volte finivi per fare con i compagni del tuo dojo le solite cose che facevi nel dojo, magari approfondendone un singolo aspetto, non più di quanto potevi fare in una normale lezione.
In pratica erano dei tributi all'organizzazione, momenti di consolidamento economico e di prestigio della struttura, che si svolgevano in un clima austero e severo.
A fine stage, in genere di 2,5-3 ore, si ripartiva per il viaggio della speranza di ritorno. Quando andava bene ci fermavamo per strada a fare mangiate che sarebbero serviti 20 stages per smaltirne le calorie, e si vedeva dalle panze, e poi tornavi a casa ad orari da discoteca. Ovviamente pronto per il lunedì lavorativo... distrutto ma ritemprato dall'onore della presenza del Santissimo Infallibile che ti aveva donato la sua amorevole energia, e qualche urlo se sbagliavi movimenti.

A volte tutto questo assumeva contorni grotteschi. In una occasione lo stage incredibilmente si svolgeva nel primo pomeriggio in un'altra regione, quindi ritrovo e partenza ad orario decente (9.30), ma c'era da prendere per strada un Maestro di grado superiore, venerato quanto il Cavaliere d'Oro di Bilancia. Caricatolo in macchina la carovana riparte, e all'ora di pranzo siamo ancora per strada, con gli stomaci che cominciano a brontolare. Ci sarebbe tutto il tempo per fermarsi e fare un degno pranzo all'autogrill, ma il Cavaliere di Bilancia non vuole, dobbiamo arrivare prestissimo per non far innervosire il Santissimo, che arriva sempre in anticipo con il suo macchinone megagalattico. Quindi digiuno tiratissimo fino alle ore 3 del pomeriggio, quando arriviamo al palazzeto... ancora deserto !!! Solo allora abbiamo il permesso di un pasto frugale al bar del circolo ARCI del luogo, fatto di una pizzetta a sfoglia rinsecchita e un succo di frutta. Un pasto di merda fatto inutilmente, ma almeno il Santissimo non si incazzava.

Ora devo uscire... magari ne aggiungo altre.
« Last Edit: April 29, 2014, 15:33:42 pm by Saburo Sakai »
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Offline Bingo Bongo

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Re:La figura dei Maestri e la sudditanza psicologica
« Reply #29 on: April 29, 2014, 16:41:54 pm »
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Atteggiamenti simili non sono imputabili all'ambiente o al carismatico M. Pinco Pallino, ma a complessi personali.

Hemmmm no.

Sono proprio imputabili all'ambiente e al maestro,sebbene la variabile individuale ci sia.

La gente va matta per i tizi in divisa che ti dicono cosa fare con l'aria di chi sta tutto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Milgram
I primi esperimenti furono fatti anche con l'obiettivo di dimostrare che i tedeschi accusati di crimini di guerra avevano semplicemente obbedito agli ordini.
Sono stati successivamente rifatti con ulteriori modifiche e varianti. Questi successivi esperimenti hanno dimostrato principalmente:

1. La maggior parte delle persone non prende le proprie decisioni in base a regole morali basate su principi trascendentali ( dove per trascendentale intendo una morale tipo la ragion pratica alla kant).
    (chi principalmente si basa su questi principi, tipicamente uomini di fede, ha salvato a costo della propria vita numerosi ebrei perseguitati)
2. Nella "maggior parte" la percentuale maggiore con poca forza morale è costituita da soggetti di sesso maschile. Molte più donne in percentuale si sono ribellate all'autorità.
    (qui il tema è certamente molto più complesso...)
3. Basta che 1 persona si ribelli all'autorità che la percentuale di quelli che si rifiutano di dare la scossa aumenta in modo significativo.

Io credo che fra il santificare il proprio maestro e l'obbedire all'autorità per infliggere del dolore a un altro essere umano ci siano certamente dei punti di contatto, ma non tali da poter relazionare in modo diretto i 2 contesti.