Secondo me il problema più grande non è la santificazione del maestro o la disciplina praticata.
Quello che sfugge a certi ambienti è che non è la correttezza o l'efficacia della tecnica o la quantità delle stesse che insegnano a fare a botte, ma solo e soltanto la corretta l'esperienza.
Si impara a fare a botte e a farlo sempre meglio quando grazie ai contesti non collaborativi si riduce sempre di più il gap fra lo stimolo e la riposta.
Più questo gap si riduce e maggiore è la probabilità che la tecnica entri al momento giusto. Ed è quel "momento" che rende efficace un combattente.
E questo momento lo puoi "imparare" solo con l'esperienza nel non collaborativo.
L'unico obiettivo che deve avere un maestro è guidare nel modo ottimale l'allievo a questa esperienza.
Ci può stare fino ad un certo punto.
Posso anche capire che uno non impari a picchiare con le AM per molti motivi.
Ma avere a che fare con certa gente è nel migliore dei casi un problema.
Ci sono casi in cui si arriva proprio oltre....
Un "maestro" che conosco, dopo vari "pasticci" con la scuola che ha fondato e gli allievi che nel tempo ha avuto, si è "avviato" lungo il cammino del santone... ad uno stage sui monti si è rifiutato di far allenare in alcuni punti (tutti all'ombra, chissà come mai)i suoi allievi perchè zone pregne di energie negative. Al sole invece andava bene.... e in giornata si aggirava a braccia spalancate cercando un posto idoneo, in quanto secondo lui le buche (abbastanza grandi) presenti nel terreno erano piene di spiriti negativi di morti dovuti alle guerre mondiali... senonchè una sua "allieva" geologa ha supposto che forse (ma solo forse ehhh) si trattava di fenomeni carsici dovuti alla conformazione del terreno in quell'area....
E questa persona "allena" adulti e ragazzi....
Sinceramente, più dell'efficacia dell'Am, in questo caso mi preoccupo delle ripercussioni degli insegnamenti impartiti soprattuto sui ragazzi...oltre che sugli adulti..
E non è il solo "viandante da ufo" che si trovi in giro....
Ciao Nick
Secondo me il problema più grande non è la santificazione del maestro o la disciplina praticata.
Quello che sfugge a certi ambienti è che non è la correttezza o l'efficacia della tecnica o la quantità delle stesse che insegnano a fare a botte, ma solo e soltanto la corretta l'esperienza.
Si impara a fare a botte e a farlo sempre meglio quando grazie ai contesti non collaborativi si riduce sempre di più il gap fra lo stimolo e la riposta.
Più questo gap si riduce e maggiore è la probabilità che la tecnica entri al momento giusto. Ed è quel "momento" che rende efficace un combattente.
E questo momento lo puoi "imparare" solo con l'esperienza nel non collaborativo.
L'unico obiettivo che deve avere un maestro è guidare nel modo ottimale l'allievo a questa esperienza.
Ci può stare fino ad un certo punto.
Posso anche capire che uno non impari a picchiare con le AM per molti motivi.
Ma avere a che fare con certa gente è nel migliore dei casi un problema.
Ci sono casi in cui si arriva proprio oltre....
Un "maestro" che conosco, dopo vari "pasticci" con la scuola che ha fondato e gli allievi che nel tempo ha avuto, si è "avviato" lungo il cammino del santone... ad uno stage sui monti si è rifiutato di far allenare in alcuni punti (tutti all'ombra, chissà come mai)i suoi allievi perchè zone pregne di energie negative. Al sole invece andava bene.... e in giornata si aggirava a braccia spalancate cercando un posto idoneo, in quanto secondo lui le buche (abbastanza grandi) presenti nel terreno erano piene di spiriti negativi di morti dovuti alle guerre mondiali... senonchè una sua "allieva" geologa ha supposto che forse (ma solo forse ehhh) si trattava di fenomeni carsici dovuti alla conformazione del terreno in quell'area....
E questa persona "allena" adulti e ragazzi....
Sinceramente, più dell'efficacia dell'Am, in questo caso mi preoccupo delle ripercussioni degli insegnamenti impartiti soprattuto sui ragazzi...oltre che sugli adulti..
E non è il solo "viandante da ufo" che si trovi in giro....
Ciao Nick
Io sono uno che se mi chiedi dei kata o dei movimenti lenti ti dico senza ombra di dubbio che servono per combattare. Ne sono sicuro.
Se volessi parlare con me di Qi lo potremmo fare per giorni perché reputo l'argomento di estremo interesse.
Se poi volessimo anche fare filosofia mi inveteresti a nozze.
Ma detto questo i discorsi che ho letto finora sono così lontani non solo dalla mia esperienza che fatico a legarli a delle pratiche tutto sommato così chiare come le AM.
Se c'è una cosa di cui sono sicuro è che senza esperienza di combattimento non si combatte. Per il me il tema finirebbe qui.
Ma ripeto non è una questione di tecnica, ma una questione di imparare a farla entrare.
La tecnica non migliora combattendo nel competitivo o nel non collaborativo. Per migliorare la tecnica c'è la corretta preparazione in palestra.
Quello che migliora, ed è la cosa più importante, è la risposta a uno stimolo. E più il combattimento è competivo e serio più questa risposta migliora.
Molto semplice: se non migliora si prendono un sacco di mazzate.
Allora Marquez quando ha buttato giù pacman ci è riuscito perché l'esperienza gli ha permesso di annullare il gap fra lo stimolo (lo stimolo è anche una guardia scoperta per una frazione di secondo) e la risposta.
E siccome spesso gli stimolo agli stessi livelli sono gli stessi le risposte diventano automatiche.
La stessa esperienza che ha permesso a bessmertny di cogliere l'attimo fuggente per piegare gago drago con una tranvata alla testa (non è solo timing!).
Ma non è che la tecnica del calcio la perfezionata combattendo. Quella l'ha perfezionata in palestra sui pao. Quello che ha perfezionato è a farla entrare nella realtà di un combattimento vero.
Però non è che tutti vogliamo, possiamo o abbiamo il talento per diventare dei professionisti.
Io ho preso già troppe botte in testa e mi sono scassato gravemente un occhio e visto che vivo facendo il database manager in una multinazionale col cazzo che farei incontri a KO.
Allora magari faccio sparring leggero. Oppure allegro, ma non troppo.
Ma è chiaro che l'esperienza ai fini del combattimento ha il suo massimo apice negli incontri a KO. Non dal punto di vista tecnico, anzi ci sono dilettanti anche tecnicamente più dotati dei pro, ma che senza la giusta progressione ed esperienza non possono competere con chi si picchia già sul serio.
Quindi per me è tutto buono: dal kumité allo sparring leggero dallo sparring allegro a quello ignorante con caschetto. Da quello ignorante senza caschetto agli incontri a KO.
E' chiaro che per preparazione e per esperienza il competitivo a KO è il massimo.
Ma voglio pure vedere. Se venisse qui mayweather e ci dicesse che possiamo scegliere se vogliamo acquisire in un istante tutta la sua esperienza di combattente senza però avere un graffio o quella di un buon dilettante, ma chi non metterebbe subito la firma per avere quella del buon mayweather?
Il punto è che il tema per me è sempre lo stesso. Non è quanto è santone il maestro, ma quanto è onesto. Può anche parlare di Qi, ma non deve dire che col Qi fa il culo ai pesi massimi della WBA.
Non deve dire che chi usa i guantoni è fortunato perché non ha incontrato nessun allievo della sua scuola esperto nei calci nelle palle.
Non bisogna dire che basta pensare di essere uno tsunami nella posizione di qiqong per difendersi dai criminali perché la realtà è che si prenderebbro gli schiaffi dal primo impiegato delle poste che gioca a tennis il fine settimana.
Se il maestro non dice cazzate può anche essere un santone. Di sicuro sarebbe saggio.
Siccome so che le cazzate li spara chi non ha esperienza il modo più facile per ridare onestà alla propria pratica è confrontarsi e farlo col maggior numero di persone.