Scusate
Le AMT (esclusa la MT ed eventuali altre, così evitiamo fraintendimenti) nascono come discipline dall'approccio
olistico.
Quindi volerle interpretare sotto una lente diversa è fuorviante. Non si può fare Karate (parlo della mia disicplina così evitiamo ulteriori fraintendimenti) pensando di combattere, sul ring o per strada, e fine della storia.
Non ha senso interpretarle così.
A tale scopo, ci sono altre cose, sicuramente anche più efficienti. La Japanese Kick Boxing e la successiva scuola olandese nascono proprio da questa esigenza probabilemnte il Judo è l'analogo della lotta, derivato dal Ju Jutsu. Solo per rimanere in ambito nipponico, poi ovviamente c'è il resto del mondo e la pletora di stili ad uso e consumo di ognuno.
E' stato citato il Karate a contatto pieno nelle sue varie forme. Prendiamo il Kyokushin allora, che è il papà delle scuole moderne. Nel Kyokushin, se ci fate caso, sono presenti ancora il reigi (etichetta), il dojokun (il codice di comportamento), la forte memoria per il fondatore Oyama sosai. Ma cose molto simili accadono anche per Ashihara ed Enshin Karate.
Senza elencare ulteriori analogie, credo sia sufficiente per capire quindi che, andando in un dojo di Karate, anche duro, moderno, a contatto pieno, con lo scopo ben dichiarato di restare al passo con la modernità, non ci si può aspettare di apprendere una mera tecnica di combattimento e stop.
Se si vuole imparare a combattere e basta, senza salamelecchi, spiritualità di matrice buddista, codici di comportamento, nomi in giapponese...
non si va a fare Karate. Come ripeto spesso, consiglio di fare Karate solo a chi ama il Karate, per tutti gli altri ci sono altre discipline.
I ritratti... siamo proprio sicuri che noi qui in occidente non abbiamo ritratti? Forse non abbiamo il ritratto di Gesù in ogni classe di ogni scuola (e sì, in oriente c'è il culto degli antenati tanto quanto qui c'è il culto dell'unico Dio)? Forse non siamo circondati da foto di grandi campioni di calcio del presente e del passato a cui migliaia di persone ogni fine settimana rinnovano la loro devozione, parlando addirittura di
fede calcistica? Mai visto in nessuna palestra di Boxe il poster di Mike Tyson o di pesistica il poster di Schwarzie?
E qui non sto dando nessun giudizio di merito ne' su Gesù, ne' sui calciatori, ne' su Tyson o Schwarzie. Anzi! Io trovo che le icone siano una figura molto potente per lo spirito. Un conto è doversi ripetere ogni volta quali qualità bisogna perseguire, un altro conto è avere una figura antropomorfa o animale magari, che le racchiude e che è di ispirazione.
Ognuno ha le sue. Poi quale tipo di effetti possa avere tale ispirazione, positivi o negativi, dipende sempre da altri fattori.
Certo, si parla un'altra lingua e si adottano alcune usanze a noi aliene. Perchè la disciplina viene da un altro territorio e italianizzandola, la si snatura. Pronunciare il dojokun in italiano ha tutto un altro effetto che pronunciarlo in giapponese, se ne perde il ritmo, il suono, la musicalità. La stessa cosa succede senz'altro se si recita il primo canto del Purgatorio in giapponese. L'aspetto rituale è poi importantissimo per gli effetti che ha sulla mente. Ne ho già parlato, ma se a qualcuno interessa riprendo l'argomento.
Il fatto di dire "gedan mawashigeri" invece di "calcio circolare basso" o "low kick" (altra lingua straniera), boh, a me pare un non problema.
Sono d'accordo che però bisogna sapere esattamente cosa si sta dicendo e perchè lo si sta dicendo, al di là di quello che si può trovare cercando su Google, altrimenti diventa solo una pantomima.
Comprendo che per molti l'adozione di lingua e usanze diverse può portare disagio e una sensazione di straniamento, d'altra parte, c'è chi, come me, si è sempre sentito assolutamente fuori posto in un italianissimo stadio dove si gioca una partita dell'italianissimo calcio, mentre si è trovato perfettamente a suo agio alla sua prima cerimonia del tè (salvo le caviglie
).
D'altra parte, secondo me, al giorno d'oggi non ci sono più attenuanti. Con tutta l'informazione a portata di click oggi, se uno rimane in un dojo di Karate è perchè vuole rimanere in un dojo di Karate e accetta di restarci con tutto quello che può comportare. Se non ci si trova non deve fare altro che prendere la porta e uscire
Con questo non sto mettendo in discussione che, nelle AMT orientali, non sia presente la deriva di sudditanza. E' innegabile e in effetti è un fenomeno diffusissimo ma proprio perchè sono discipline olistiche, se non trasmesse
e recepite in modo corretto, il rischio di "invasione" negativa in tutto ciò che va oltre la sfera del combattimento è molto maggiore. Magari i rischi di un approccio sbagliato a uno SDC possono essere altri, come diceva Happo.
Il Budo si propone espressamente di creare persone migliori, e solo di riflesso, eventualmente, combattenti migliori, ed è naturale che, facendo una sorta di rooting mentale, il fallimento di questo proposito può portare disastri non indifferenti.
Da un punto di vista prettamente materiale, riguardo ad apertura, confronto, metodologie di insegnamento, metodologie di allenamento, parlando di
Gendai Budo (ovvero di discipline moderne) credo che la mia posizione sia già nota senza che mi debba ripetere, nel caso posso fornire chiarimenti.