scusate se intervengo a balzi, ma dall'ufficio non riesco più ad accedere ad Ar.MA.
Quando scrivo in orario di ufficio lo faccio da cellulare quindi sono stringato, ma questo tread richiede un po' più di parole e comunque sta andando avanti con più sottotemi trattati,
Per questo torno un po' su quello che si diceva con Mad parlando di
meccanismi.
Partiamo dall’assunto che tali meccanismi mentali descritti sono naturali e pre-esistenti nel nostro cervello.
Sono il “firmware” in dotazione quando nasciamo.
Giusto o sbagliato è un assunto non mio ma che mi sembra ragionevole e quindi parto da questo.
Cosa definiamo quindi come “manipolazione”? io direi l’intento con cui questi meccanismi vengono sfruttati.
La gravità c’è, se uso la corrente del fiume per muovere la ruota di un mulino sto creando della tecnologia che sfrutta un qualcosa che già c’è e che di suo non è ne buono ne cattivo.
Infatti la corrente potrebbe anche distruggere il mio ponte.
I meccanismi evidenziati da Mad quindi sono solo metodi per utilizzare scientemente questi meccanismi a proprio vantaggio.
Come la comunicazione pubblicitaria, o sfruttare i meccanismi inconsci per attirare l’attenzione del proprio interlocutore.
Che io li usi o meno, che io li voglia usare o meno ci sono e continuano ad esserci.
Questo è secondo me il punto che tende a separare le due fazioni principali che vedo in questo tread.
Per questo dico che l’elenco delle tecniche postate da Mad io, in forma più o meno light, in forma più o meno manipolativa l’ho trovate in buona parte delle mie esperienze e di quelle delle persone che conosco.
Durezza/morbidezza? Mettere l’allievo in difficoltà, come un lavoro sotto stress, magari per stimoltarlo a superarsi in maniera rude (a volte ci vuole) per poi dargli una pacca sulla spalla e dire “bravo, ce l’hai fatta” non è “manipolativo” in senso dispregiativo, ma il meccanismo è comunque quello.
Vengo trattato come il miglior amico e mi viene dato affetto per poi vedermelo tolto la prima volta che rifiuto di “fare un favore alla scuola”? male, alto rischio di sudditanza.
Fede nel maestro? In qualunque corso o sport mi metto in meno a chi ne sa più di me, fosse il preparatore atletico, il dietologo il mio avvocato. Vado da loro perché dei loro argomenti non ne so meno di loro, quindi per ignoranza mia devo partire dando fiducia. Qui semmai conta per quanto tempo devo concedere la fiducia iniziale (dopo 6 mesi vedo risultati oggettivi? Bene, seguo fedelmente quello che dici e dopo 20 anni potrò essere in grado di tirare un pugno bene? Male, alto rischio di effetto sudditanza).
Ma anche in questo caso il meccanismo alla base di questo è lo stesso.
E così via… mi e vi risparmio tutti gli altri.
Il problema quindi è un contesto in cui siano presenti tutti o più meccanismi attivi contemporaneamente perché l’effetto sinergico è importante.
E nella mia personale opinione alcuni contesti (per tipo di pratica, tradizione geografica/culturale di partenza, dimensioni del gruppo, finalità, misurabilità degli obbiettivi, personalità e carisma delle figure di riferimento) ne hanno per loro natura più di altre.
E pur non avendo alcuna volontà manipolativa, come dicevo prima, certi meccanismi ci sono e sommandosi aumentano il rischio di certe derive.
A questo poi si aggiunge la recettività maggiore o minore degli allievi ovviamente.
E anche qui senza alcuna valutazione di merito da parte mia nè intenzione di separare tra buoni/cattivi o tra ingenui/scafati.
Senza quindi voler dare giudizi ecco perchè reputo che nelle AMT ci siano le condizioni per rendere pericolsa al situazione, il maestro e gli allievi devono essere ben centrati e attenti.
Naturalmente non sono solo le AMT (sia cinesi che giapponesi, sono quelle che ho conosciuto io, anche se ovviamente non tutte) hanno queste caratteristiche.
Trovo che invece una vocazione più sportiva, non penso solo agli SDC ma per esempio anche le palestre più votate alla perte agonistica come quella che frequentai da ragazzino di Karate, o quelle FILKAM dove vengono allenati i vari campioni, oppure i kwoon di kung-fu con squadre agonistiche attive nel sandà, tenda a ridurre lo scollamento dal mondo esterno e l'autoreferenzialità tendendo quindi a ridurre alcune delle caratteristiche citate da Mad.
Non le eliminano tutte, ma ne riducono il grado di "pericolosità".
Spero di essermi capito e scusate lo sproloquio.