punti di riferimento nella preparazione atletica

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Offline Raven81

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punti di riferimento nella preparazione atletica
« on: June 05, 2014, 14:52:46 pm »
0
Sperando di non offendere nessuno, esprimo una mia perplessità: come mai i più "grandi" esperti di PA, o perlomeno quelli che qui sul forum vanno per la maggiore, non insegnano in una qualche università, ma scrivono blog o pubblicano ebook?  :halo:

Per carità, mi piacciono tantissimo gli articoli che trovo e.g. su Rawtraining e altrettanto gradisco la preparazione seria fatta da appassionati che dedicano la loro intelligenza ad approfondire certi argomenti, studiando anni, facendosi il mazzo, sperimentando, etc. etc. Ben venga anche il fai da te!

Mi pare però che traspaia - e spero di sbagliarmi - un atteggiamento "di superiorità" nei confronti di chi la preparazione atletica, la fiosiologia & la biomeccanica del gesto sportivo la studia in affermati gruppi di ricerca all'interno delle università... sono io che male interpreto il fenomeno dei guru della PA via internet oppure esiste effettivamente a vostro parere un atteggiamento del tipo "università retrograde e paludate, viva internet 2.0"?

 :)
« Last Edit: June 05, 2014, 15:53:08 pm by nicola »

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Offline DJ scanner

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« Reply #1 on: June 05, 2014, 15:10:48 pm »
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è solo la mia modesta opinione, ma io credo che non siano funzionali al businness che c'è dietro
« Last Edit: June 05, 2014, 15:53:25 pm by nicola »
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Offline Menosse

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« Reply #2 on: June 05, 2014, 15:25:30 pm »
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Sperando di non offendere nessuno, esprimo una mia perplessità: come mai i più "grandi" esperti di PA, o perlomeno quelli che qui sul forum vanno per la maggiore, non insegnano in una qualche università, ma scrivono blog o pubblicano ebook?  :halo:

Per carità, mi piacciono tantissimo gli articoli che trovo e.g. su Rawtraining e altrettanto gradisco la preparazione seria fatta da appassionati che dedicano la loro intelligenza ad approfondire certi argomenti, studiando anni, facendosi il mazzo, sperimentando, etc. etc. Ben venga anche il fai da te!

Mi pare però che traspaia - e spero di sbagliarmi - un atteggiamento "di superiorità" nei confronti di chi la preparazione atletica, la fiosiologia & la biomeccanica del gesto sportivo la studia in affermati gruppi di ricerca all'interno delle università... sono io che male interpreto il fenomeno dei guru della PA via internet oppure esiste effettivamente a vostro parere un atteggiamento del tipo "università retrograde e paludate, viva internet 2.0"?

 :)
Per quanto riguarda la uipasc so che alcuni docenti avevano una cattedra presso la sapienza, poi degli sdc non frega a nessuno ed hanno soppresso il corso. (pochi iscritti, era un corso di quelli a scelta a scienze motorie).
in oltre citano sempre personaggi famosi del mondo accademico come Carmelo Bosco, Yuri Verkoscianki (non so come si scrive), ecc...
« Last Edit: June 05, 2014, 15:53:33 pm by nicola »

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Offline nicola

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #3 on: June 05, 2014, 16:06:36 pm »
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Ho un libro della elika editrice in cui l'autore dedica il testo a Carmelo Bosco.
« Last Edit: June 05, 2014, 23:42:11 pm by nicola »
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Offline Ragnaz

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #4 on: June 05, 2014, 16:25:45 pm »
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Chi studia PA all'università?
La PA la si "fa" sul campo con gli studi prima e la pratica poi.
I "guru" della PA sono gli allenatori degli atleti d'elite (e manco tutti!!).
In genere a questi ci si "rifà" quando si tratta di PA (vedi i nomi che già altri hanno fatto: Bosco, Bompa, Verkoshanski, Weineck, Sheiko, etc.etc.)
Nel nostro (am/sdc) caso, come già detto, non c'è grosso interesse economico, per cui non trovi corsi universitari, ma "solo" corsi come il uipasc.
Idem per il powerlifting, dove se vuoi imparare vai dai tecnici della nazionale italiana (che sono quelli che fanno i corsi tipo quello che ho seguito io e che sono quasi tutti laureati chi in SM chi in nutrizione, etc.). Stesso discorso per tanti altri sport.
Ragnaz - alias Luca



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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #5 on: June 05, 2014, 17:01:14 pm »
+1
Concordo con quanto detto da Ragnaz,ad esempio il corso di sugli SDC allo SUISM di Torino rientrava fino a qualche ad un paio di anni fa nella laurea magistrale in scienze e tecniche avanzate dello sport,adesso invce fanno dei corsi a parte e un master su questo tema specifico.
Invece per noi della laurea breve ogni anno fanno dei corsicini.............

Però non pensate che non facciano ricerche a riguardo,l'anno scorso quando ho partecipato ad uno di questi corsetti,alla fine dell'anno,due insegnanti ci avevano portato delle ricerche una sul karate fatta al SUISM di Torino nel centro ricerche della facoltà ed un altra roba fatta dal centro CONI,al che ricerche ne fanno,magari non molte ma ne fanno,solo che molte cose non escono fuori,ad esempio mi ricordo che il Professore Frassinelli,ci diceva che i russi sono avanti anni luce su ricerche e balle varie in diversi campi.
Su rriatu a San Francisco/nun sapendo come agiscu/cu nu vecchiu camburrista/m'aggiu misu a pazziar./Pazziando e pazziando/di curtellu e di bastone/per sfregiar stu carognone/che tradisce la società./Mo si presenta nu picciottellu/culla coppola de sgarru/esci fore maresciallo/ca la faccie taggiu sfregiar./Mo se presenta nu capuposto/culla coppola de sgarru/co nu bastoncinu a manu/cinque lire tu m'ai dar./Cinque lire ieu nun le tegnu/cinque lire nu tel le do/si picciottu de prtima uscita/nu ppartieni alla società./Società cunsegna é bona/di curtellu e di bastone/per sfre

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Offline Dipper

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #6 on: June 05, 2014, 17:02:25 pm »
+1
Sperando di non offendere nessuno, esprimo una mia perplessità: come mai i più "grandi" esperti di PA, o perlomeno quelli che qui sul forum vanno per la maggiore, non insegnano in una qualche università, ma scrivono blog o pubblicano ebook?  :halo:
I due principali riferimenti della UIPASC hanno una formazione accasemica e in particolare Roberto Villani, la colonna portante del gruppo ha avuto una cattedra all'università di Cassino per poco meno di 10 anni mentre il coordinatore Michele Distaso è stato assistente.
Poi purtroppo i famosi "tagli" hanno eliminato la cattedra.

Per carità, mi piacciono tantissimo gli articoli che trovo e.g. su Rawtraining e altrettanto gradisco la preparazione seria fatta da appassionati che dedicano la loro intelligenza ad approfondire certi argomenti, studiando anni, facendosi il mazzo, sperimentando, etc. etc. Ben venga anche il fai da te!

Mi pare però che traspaia - e spero di sbagliarmi - un atteggiamento "di superiorità" nei confronti di chi la preparazione atletica, la fiosiologia & la biomeccanica del gesto sportivo la studia in affermati gruppi di ricerca all'interno delle università... sono io che male interpreto il fenomeno dei guru della PA via internet oppure esiste effettivamente a vostro parere un atteggiamento del tipo "università retrograde e paludate, viva internet 2.0"?

 :)
Personalmente, per quanto le basi accademiche nel mio gruppo ci siano e io le ritengo importantissime, non escludo a priori la bontà di chi non viene dall'università, anche perchè ci possono essere molti motivi per i quali uno non ha ottenuto una docenza. La persona grazie alla quale ho aperto la mente sulla PA non ha nessun titolo di quel tipo ma è un professionista estremamente competente, così come i suoi soci.
Di sicuro laddove, a prescindere dalla provenienza accademica, ci sono gli atteggiamenti "antiaccademici" di cui scrivi, ecco, lì iniziano i problemi. Per quanto riguarda la mia forma mentis, chiunque dica cose tipo "università retrograde" o "i dottori non capiscono niente" IMHO lascia sempre un po' il tempo che trova. Non potrei trovarmi bene in tale ambiente ;)
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Offline Raven81

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #7 on: June 05, 2014, 17:13:36 pm »
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Chi studia PA all'università?
La PA la si "fa" sul campo con gli studi prima e la pratica poi.

Guarda, non è per polemica, ma provo a farti un paragone.

"Tizio è un fisico grandissimo!"
"In che università insegna?"
"Ah, in nessuna, la fisica delle particelle si fa, prima studiando, poi praticando nei vari laboratori"

Ti suona sospetto? Sì vero?  ;)

Ovviamente il paragone non regge, perché la fisica particellare e la PA sono discipline a diverso grado di sviluppo, di organizzazione della ricerca e di tipologia di "empiricità".

Ora, in un corso X di scienze motorie (es. http://didattica.unipd.it/offerta/2013/ME/IF0375/2013  ) si studiano materie come:
- teoria e metodologia del movimento umano
- atletica e sport di squadra
- biomeccanica

Immagino dunque, anche scorrendo i cv di alcuni docenti, che costoro sia gente che alla pratica unisce la costante ricerca su questi temi, con pubblicazioni, seminari, ricerche multidisciplinari con medici/biologi/etc.
Se vai a vedere anche il tipo di lavoro pubblicato dai soliti nomi "sacri", tipo Weinek, Bosco, Zatsiorky e compagnia bella, scoprirai che al lavoro con atleti di alto livello, affiancavano una serie di studi e ricerche che venivano discusse, diffuse e pubblicate in ambito accademico.

Si sta affermando invece una generazione di esperti di PA del tutto esterna al mondo accademico, con il quale non comunicano e verso il quale sembrano nutrire un certo fastidio o un sornione disinteresse - suvvia, alzi la mano chi, leggendo blog o articoli di conditioning, non ha mai trovato espressioni di compatimento o derisione per i laureati in scienze motorie, quasi sempre accusati di astrattezza o di avere una preparazione generica, buona tutt'al più per il fitness!

Per carità, ben venga un Ironpaolo, che con la sua mentalità da ingegnere ha saputo scrivere quel bell'articolo sull'EPOC che credo tutti voi abbiano letto... ma a voi non sembra strano questo scollamento dal mondo accademico? Tutti incompetenti a scienze motorie? Dobbiamo quindi aspettare che vengano ingegneri o atleti ben scafati a insegnarci la PA, perché tanto non si studia ma si fa? E se abbiamo bisogno di queste persone, è forse perché c'è qualcuno che nelle università "non fa il suo dovere"?  :halo: :gh:

Ok, sono volutamente provocatorio. Sia chiaro che non voglio né demonizzare i guru della PA 2.0 né offrire il fianco a critiche populistiche sul sapere accademico. Mi interessa capire il perché di questo fenomeno.

 :)

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Offline Raven81

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #8 on: June 05, 2014, 17:16:56 pm »
0
Personalmente, per quanto le basi accademiche nel mio gruppo ci siano e io le ritengo importantissime, non escludo a priori la bontà di chi non viene dall'università, anche perchè ci possono essere molti motivi per i quali uno non ha ottenuto una docenza. La persona grazie alla quale ho aperto la mente sulla PA non ha nessun titolo di quel tipo ma è un professionista estremamente competente, così come i suoi soci.
Di sicuro laddove, a prescindere dalla provenienza accademica, ci sono gli atteggiamenti "antiaccademici" di cui scrivi, ecco, lì iniziano i problemi. Per quanto riguarda la mia forma mentis, chiunque dica cose tipo "università retrograde" o "i dottori non capiscono niente" IMHO lascia sempre un po' il tempo che trova. Non potrei trovarmi bene in tale ambiente ;)

Quotone carpiato. Condivido pienamente sul fatto che non sia l'avere o meno una cattedra la garanzia della bontà di ciò che si insegna - fermo restando che imho le basi accademiche ci devono essere.

Probabilmente sono io che ho una percezione strana della PA 2.0  ???

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Offline Ebony Girls Lover

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #9 on: June 05, 2014, 17:31:37 pm »
+1
@Raven guarda da interno studente di S.M. ti posso dire che molto professori pubblicano e sono persone con i contro cazzi nei loro ambiti,ma poi in molti casi non sanno trasmettere,o in altri casi le ore di lezione non sono sufficienti per poter apprendere bene una data maniera,per poi non parlare dei tirocini che devi stare a guardare e non fare un cazzo di una minchia di niente almeno per la laurea breve..............
Il tutto naturalmente secondo me .
Infine come nel caso di Torino che hanno chiuso la sede della triennale e ci hanno sbattuti in un'altra facoltà senza le strutture dove poter fare le attività pratiche,che vengono poi effettuate nei vari centri cus in Torino(che sono 6 o 7 ),a questo mettici che molte lezioni che dovevano iniziare a ottbre,invece sono iniziate il secondo semestre.....................fai un po te. 
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Offline Ragnaz

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #10 on: June 05, 2014, 21:07:11 pm »
+1
Chi studia PA all'università?
La PA la si "fa" sul campo con gli studi prima e la pratica poi.

Guarda, non è per polemica, ma provo a farti un paragone.

"Tizio è un fisico grandissimo!"
"In che università insegna?"
"Ah, in nessuna, la fisica delle particelle si fa, prima studiando, poi praticando nei vari laboratori"

Ti suona sospetto? Sì vero?  ;)


Ehm.. da laureato in fisica, no, non mi suona per nulla sospetto :D
C'è pieno di laureati che non insegnano e non pubblicano nulla, ma lavorano come ricercatori o simili in "vari laboratori".
O di laureati che fanno tutt'altro.

Ovviamente il paragone non regge, perché la fisica particellare e la PA sono discipline a diverso grado di sviluppo, di organizzazione della ricerca e di tipologia di "empiricità".

Ora, in un corso X di scienze motorie (es. http://didattica.unipd.it/offerta/2013/ME/IF0375/2013  ) si studiano materie come:
- teoria e metodologia del movimento umano
- atletica e sport di squadra
- biomeccanica

Immagino dunque, anche scorrendo i cv di alcuni docenti, che costoro sia gente che alla pratica unisce la costante ricerca su questi temi, con pubblicazioni, seminari, ricerche multidisciplinari con medici/biologi/etc.


I migliori si, gli altri (cioè la maggioranza) probabilmente no.

Se vai a vedere anche il tipo di lavoro pubblicato dai soliti nomi "sacri", tipo Weinek, Bosco, Zatsiorky e compagnia bella, scoprirai che al lavoro con atleti di alto livello, affiancavano una serie di studi e ricerche che venivano discusse, diffuse e pubblicate in ambito accademico.


Ma va? :)


Si sta affermando invece una generazione di esperti di PA del tutto esterna al mondo accademico, con il quale non comunicano e verso il quale sembrano nutrire un certo fastidio o un sornione disinteresse


Ah sì? e chi sarebbero??

suvvia, alzi la mano chi, leggendo blog o articoli di conditioning, non ha mai trovato espressioni di compatimento o derisione per i laureati in scienze motorie, quasi sempre accusati di astrattezza o di avere una preparazione generica, buona tutt'al più per il fitness!


che spesso è pure vero, pero'!


Per carità, ben venga un Ironpaolo, che con la sua mentalità da ingegnere ha saputo scrivere quel bell'articolo sull'EPOC che credo tutti voi abbiano letto...


Veramente ha scritto anche un libro sulla biomeccanica del powerlifting... ah.. ed è iscritto a SM

ma a voi non sembra strano questo scollamento dal mondo accademico? Tutti incompetenti a scienze motorie? Dobbiamo quindi aspettare che vengano ingegneri o atleti ben scafati a insegnarci la PA, perché tanto non si studia ma si fa? E se abbiamo bisogno di queste persone, è forse perché c'è qualcuno che nelle università "non fa il suo dovere"?  :halo: :gh:


Beh che di ricerca in italia se ne faccia poca non credo sia una gran novità....


Ok, sono volutamente provocatorio. Sia chiaro che non voglio né demonizzare i guru della PA 2.0 né offrire il fianco a critiche populistiche sul sapere accademico. Mi interessa capire il perché di questo fenomeno.

 :)

Boh, io non vedo il fenomeno... se me lo spieghi meglio....

Ragnaz - alias Luca


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Offline The Spartan

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #11 on: June 05, 2014, 21:19:00 pm »
0
Cercate su T-Nation un articolo recente di Rippetoe sulla materia e avrete una parte della verita'.
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"Ho tutto il giorno libero!"


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Offline Raven81

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #12 on: June 05, 2014, 22:50:23 pm »
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@Ragnaz:

- spiegami, da laureato in fisica, come si fa a lavorare in un laboratorio senza pubblicare nulla o contribuire in qualche modo alle pubblicazioni con il proprio lavoro. Si deve comunque essere inquadrati in qualche modo con l'istituto di ricerca, universitario o no, che gestisce il laboratorio (assegnista post doc o ricercatore junior, studente di phd, ricercatore confermato etc etc). A meno che tu non ti riferisca a certi casi di laureati in fisica/chimica/biologia che, per motivi vari, vengono inquadrati nei laboratori come tecnici perché non si riesce a trovar loro un'altra sistemazione lavorativa - sono comunque situazioni molto diverse dall'appassionato di fisica che nel buio della sua cameretta legge libri di fisica particellare.  ;)

- non ho capito il tuo "ma va?"  :halo:

- chiedi chi sarebbero? a me pare che il serissimo Project Invictus sia animato dallo spirito: "Lasciate pensare noi, perché gli altri non sono menti critiche" - poi vabbè, puoi sempre dirmi che è un'impressione mia del tutto soggettiva.

- mica criticavo Ironpaolo. Ti ho solo chiesto se non ti sembra neanche un po' strano che si debba aspettare un ingegnere appassionato studioso di allenamento con i sovraccarichi per arrivare ad un libro serio sul powerlifting. Sono veramente solo io che, leggendo certe cose, ho l'impressione che chi le scrive le presenti come l'uovo di Colombo a cui nessuno prima aveva mai pensato?  ???   (e qui mi vengono in mente i discorsi sui pesetti di Alain Riccaldi o i consigli alimentari di Biasci)

Non so se sono riuscito a farti capire meglio il fenomeno... lasciamo pure perdere la questione "ricerca in Italia", per carità!  :D

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Offline Raven81

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #13 on: June 05, 2014, 23:06:44 pm »
0
http://www.t-nation.com/powerful-words/problem-with-exercise-science

Articolo interessantissimo e portatore archetipico dello spirito "le università si sono rincoglionite" di cui parlavo prima - ah, parlavo di questo atteggiamento indipendentemente dalla sua fondatezza... che mi piacerebbe discutere in questo thread, compatibilmente alla mia ignoranza!  :P

La parte che condivido di più dell'intero articolo è questa:

"Let me point out that there is good research being done by people with experience in the practical aspects of what they do. Hagen Hartmann, Jeffrey McBride, Brad Schoenfeld, William Kraemer, and others are asking the right questions, applying good methodology and good statistical analysis, and making useful contributions to The Literature. There have been significant advances in our understanding of human performance as a result of good research. But these people remain in the distinct minority, and, in fairness, this is true of any research field. The above examples were not chosen because I feel they're representative of the field of exercise science as a whole, but as examples of what is capable of passing the peer-review process and entering The Literature.

Peer-review is often reduced to the process of disagreeing with things you don't like and affirming the things that comport with your own worldview, whether they make any sense or not, from a position of anonymity and unaccountability. Of all the fields of study represented in peer-reviewed research, exercise science and nutrition are perhaps the worst in terms of academic rigor. Ask a chemist or an engineer to read some of it and see what they say. And these examples are drawn only from my field of interest. Imagine what lurks in the creatine studies".


La parte che ho grassettato riguarda qualcosa di cui mi interesserebbe capire la genesi... perché la spiegazione del tipo "dumb research by weak researcher" va bene come battuta da bar, spesso magari ci azzecca, ma non la considero certo un'analisi razionale di un fenomeno!  :P

Il suggerimento finale - get an hard science degree, then train - è sicuramente fecondo per qualsiasi campo che preveda un banco di prova sperimentale.
« Last Edit: June 05, 2014, 23:35:45 pm by Raven81 »

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Offline xjej

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #14 on: June 06, 2014, 00:09:37 am »
+1
In quali nazioni il lavoro universitario è andato a strettissimo braccio con gli sdc e la pesistica ?
Ti lascio un indizio, non l' Italia.
Per la verità, in Italia manca proprio lavoro universitario a stretto contatto con tutto lo sport, tranne rare eccezioni.
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