@Ragnaz:
- spiegami, da laureato in fisica, come si fa a lavorare in un laboratorio senza pubblicare nulla o contribuire in qualche modo alle pubblicazioni con il proprio lavoro. Si deve comunque essere inquadrati in qualche modo con l'istituto di ricerca, universitario o no, che gestisce il laboratorio (assegnista post doc o ricercatore junior, studente di phd, ricercatore confermato etc etc). A meno che tu non ti riferisca a certi casi di laureati in fisica/chimica/biologia che, per motivi vari, vengono inquadrati nei laboratori come tecnici perché non si riesce a trovar loro un'altra sistemazione lavorativa - sono comunque situazioni molto diverse dall'appassionato di fisica che nel buio della sua cameretta legge libri di fisica particellare.
Tutti i "di cui sopra". Non è detto che chi fa ricerca poi vede il suo nome su pubblicazioni o pubblica lui stesso. C'è tanta gente che "lavora nell'ombra". Ma tutti i "veri" ricercatori, lavorano sul campo. Nel caso della fisica è un laboratorio, nel caso della PA è il campo d'atletica o la palestra della nazionale o quel che è.
Che poi ci siano dei ricercatori (in italia, come detto, ben pochi) che lavorano "a metà strada" tra università e palestra è corretto. Anzi, ce ne vorrebbero di più.
- non ho capito il tuo "ma va?"
Era ironico per dire: "è ovvio che sia così"
- chiedi chi sarebbero? a me pare che il serissimo Project Invictus sia animato dallo spirito: "Lasciate pensare noi, perché gli altri non sono menti critiche" - poi vabbè, puoi sempre dirmi che è un'impressione mia del tutto soggettiva.
Molti degli articoli che compaiono li sono scritti da gente con lauree o simili. Biasci non ho idea di che curriculum abbia, e il suo "modo di fare" un po' sborone a me piace, spesso, in quanto lo vedo come chi "prende in giro" i fitnessari che credono di sapere tutto perchè gliel'ha detto "quello grosso" e invece sono ignoranti come le pietre....
Poi che possa anche non risultare simpatico, ci sta.
- mica criticavo Ironpaolo. Ti ho solo chiesto se non ti sembra neanche un po' strano che si debba aspettare un ingegnere appassionato studioso di allenamento con i sovraccarichi per arrivare ad un libro serio sul powerlifting. Sono veramente solo io che, leggendo certe cose, ho l'impressione che chi le scrive le presenti come l'uovo di Colombo a cui nessuno prima aveva mai pensato? (e qui mi vengono in mente i discorsi sui pesetti di Alain Riccaldi o i consigli alimentari di Biasci)
Il PL in italia è super-di-nicchia, come anche la pesistica. Nessun "professorone" si spende per scrivere un libro per venderne 3 copie. Guardacaso, se cerchi nelle librerie testi sull'allenamento, un buon 70% è roba sul calcio...chissà perchè...
Non so se sono riuscito a farti capire meglio il fenomeno... lasciamo pure perdere la questione "ricerca in Italia", per carità!
Sinceramente non troppo. Se intendi dire che in certi sport di nicchia non ci siano pubblicazioni "ufficiali", sì, chiaro. E' un mero fattore economico. Le università non fan ricerca, appunto. Quella pocherrrrrrima che fanno la fanno su sport di massa come il calcio. Per gli altri rimangono solo gli appassionati.
Il grosso del materiale è di quella provenienza. Di recente arriva pure qualcosa dalla Cina ma per la pesistica.
Quoto.
Russia in primis, bulgaria (Abadhyev o come si scrive), e negli ultimi anni Cina.
Ma come materiale "utilizzabile", l'unico veramente ben fatto, completo, e "ben riproducibile" è quello russo.