punti di riferimento nella preparazione atletica

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Offline Raven81

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #15 on: June 06, 2014, 00:16:52 am »
0
A quanto pare neanche negli USA... resta solo il blocco ex-sovietico?

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Offline xjej

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #16 on: June 06, 2014, 00:53:43 am »
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Il grosso del materiale è di quella provenienza. Di recente arriva pure qualcosa dalla Cina ma per la pesistica.
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Offline Ragnaz

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #17 on: June 06, 2014, 11:04:19 am »
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@Ragnaz:

- spiegami, da laureato in fisica, come si fa a lavorare in un laboratorio senza pubblicare nulla o contribuire in qualche modo alle pubblicazioni con il proprio lavoro. Si deve comunque essere inquadrati in qualche modo con l'istituto di ricerca, universitario o no, che gestisce il laboratorio (assegnista post doc o ricercatore junior, studente di phd, ricercatore confermato etc etc). A meno che tu non ti riferisca a certi casi di laureati in fisica/chimica/biologia che, per motivi vari, vengono inquadrati nei laboratori come tecnici perché non si riesce a trovar loro un'altra sistemazione lavorativa - sono comunque situazioni molto diverse dall'appassionato di fisica che nel buio della sua cameretta legge libri di fisica particellare.  ;)


Tutti i "di cui sopra". Non è detto che chi fa ricerca poi vede il suo nome su pubblicazioni o pubblica lui stesso. C'è tanta gente che "lavora nell'ombra". Ma tutti i "veri" ricercatori, lavorano sul campo. Nel caso della fisica è un laboratorio, nel caso della PA è il campo d'atletica o la palestra della nazionale o quel che è.
Che poi ci siano dei ricercatori (in italia, come detto, ben pochi) che lavorano "a metà strada" tra università e palestra è corretto. Anzi, ce ne vorrebbero di più.


- non ho capito il tuo "ma va?"  :halo:


Era ironico per dire: "è ovvio che sia così"


- chiedi chi sarebbero? a me pare che il serissimo Project Invictus sia animato dallo spirito: "Lasciate pensare noi, perché gli altri non sono menti critiche" - poi vabbè, puoi sempre dirmi che è un'impressione mia del tutto soggettiva.


Molti degli articoli che compaiono li sono scritti da gente con lauree o simili. Biasci non ho idea di che curriculum abbia, e il suo "modo di fare" un po' sborone a me piace, spesso, in quanto lo vedo come chi "prende in giro" i fitnessari che credono di sapere tutto perchè gliel'ha detto "quello grosso" e invece sono ignoranti come le pietre....
Poi che possa anche non risultare simpatico, ci sta.



- mica criticavo Ironpaolo. Ti ho solo chiesto se non ti sembra neanche un po' strano che si debba aspettare un ingegnere appassionato studioso di allenamento con i sovraccarichi per arrivare ad un libro serio sul powerlifting. Sono veramente solo io che, leggendo certe cose, ho l'impressione che chi le scrive le presenti come l'uovo di Colombo a cui nessuno prima aveva mai pensato?  ???   (e qui mi vengono in mente i discorsi sui pesetti di Alain Riccaldi o i consigli alimentari di Biasci)


Il PL in italia è super-di-nicchia, come anche la pesistica. Nessun "professorone" si spende per scrivere un libro per venderne 3 copie. Guardacaso, se cerchi nelle librerie testi sull'allenamento, un buon 70% è roba sul calcio...chissà perchè...


Non so se sono riuscito a farti capire meglio il fenomeno... lasciamo pure perdere la questione "ricerca in Italia", per carità!  :D

Sinceramente non troppo. Se intendi dire che in certi sport di nicchia non ci siano pubblicazioni "ufficiali", sì, chiaro. E' un mero fattore economico. Le università non fan ricerca, appunto. Quella pocherrrrrrima che fanno la fanno su sport di massa come il calcio. Per gli altri rimangono solo gli appassionati.

Il grosso del materiale è di quella provenienza. Di recente arriva pure qualcosa dalla Cina ma per la pesistica.

Quoto.
Russia in primis, bulgaria (Abadhyev o come si scrive), e negli ultimi anni Cina.
Ma come materiale "utilizzabile", l'unico veramente ben fatto, completo, e "ben riproducibile" è quello russo.
Ragnaz - alias Luca


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Offline xjej

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #18 on: June 06, 2014, 14:00:25 pm »
+1
Well, i cicli bulgari si fondano su una determinata filosofia che non è semplicemente applicabile malgrado i risultati si vedano.
Il lavoro cinese invece si basa su quantità di tecnica non indifferente sommate al loro bacino di utenza senza paragoni.
Io ho lavorato con cicli bulgari quando mi allenavo e con qualcosa di cinese di recente tramite Riccaldi, entrambe esperienze interessanti.
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Offline Raven81

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #19 on: June 06, 2014, 14:12:44 pm »
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@Ragnaz: se non riesco a spiegarti il fenomeno... pazienza! O sono un visionario io o è un fenomeno inesistente o ancora di una portata molto più ridotta di quel che sembra a me. Amen.  :)


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Offline Ragnaz

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #20 on: June 06, 2014, 15:23:47 pm »
0
@Ragnaz: se non riesco a spiegarti il fenomeno... pazienza! O sono un visionario io o è un fenomeno inesistente o ancora di una portata molto più ridotta di quel che sembra a me. Amen.  :)

Sai, di gente che dirà che "sa tutto" senza aver avuto bisogno di studiare ce ne sarà sempre. E tanta gente ci crederà. L'essere umano è boccalone :P
Il mondo fitness, per es., è zeppo di gente "saputa".
Internet poi dà modo a chiunque di dire la sua c@zz@t@ e di riuscire magari anche a farsi credere da altri.
tutto per dire che è un "fenomeno" che esiste sempre e, magari in misure diverse, in tutti i campi.
Ragnaz - alias Luca


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Offline nicola

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #21 on: June 06, 2014, 16:07:07 pm »
+6
vi faccio un esempio io, per chiarire la questione dei saputi.

Argomento: Cortisolo.

Provate a cercare nei vari blog e siti, e vi accorgerete di quel che dice Raven: tanti che paiono saputi spiegano senza ombra di dubbio come funziona, che ruolo ha, come si tiene sotto controllo, etc. Come fosse un assioma.

Un mio collega di lavoro ha una amica che è dietista e ricercatrice. Nel campo della ricerca in particolare questa persona ha pubblicazioni, conferenze, collaborazioni internazionali con i più importanti centri di ricerca. Tema: cortisolo.
E lei è la prima che dice che è un argomento talmente complesso, sfaccettato e pieno ancora di punti da chiarire ch enon è possibile fare previsioni.
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Offline Ragnaz

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #22 on: June 06, 2014, 16:26:13 pm »
+1
vi faccio un esempio io, per chiarire la questione dei saputi.

Argomento: Cortisolo.

Provate a cercare nei vari blog e siti, e vi accorgerete di quel che dice Raven: tanti che paiono saputi spiegano senza ombra di dubbio come funziona, che ruolo ha, come si tiene sotto controllo, etc. Come fosse un assioma.

Un mio collega di lavoro ha una amica che è dietista e ricercatrice. Nel campo della ricerca in particolare questa persona ha pubblicazioni, conferenze, collaborazioni internazionali con i più importanti centri di ricerca. Tema: cortisolo.
E lei è la prima che dice che è un argomento talmente complesso, sfaccettato e pieno ancora di punti da chiarire ch enon è possibile fare previsioni.

Infatti. E' proprio questa la differenza tra chi "ne sa un po'" e chi crede di sapere tutto ma non sa niente.
Chi non sa niente, appena crede di aver capito qualcosa, lo trasforma in un dogma.
La gente ha bisogno di dogmi. La maggior parte della gente non ha sufficiente intelligenza/voglia di studiare/senso critico (e anche carattere) per accettare la complessità di tutto ciò che ci circonda e dell'essere umano in primis. Ha bisogno di certezze, le cerca e si illude di trovarle. E deve far sì che lo siano anche per gli altri, altrimenti il giochino (del crearsi false sicurezze) non funziona più.
Ragnaz - alias Luca


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Offline The Spartan

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Re:punti di riferimento nella preparazione atletica
« Reply #23 on: June 09, 2014, 10:03:12 am »
+1
Riporto solo la mia opinione sulla base della mia esperienza...
Lasciando da parte il discorso della ricerca, io credo che ci sia un discorso doppio...si può essere grandi allenatori senza avere un pozzo di conoscenza accademica, ma questa sicuramente aiuta; la conoscenza accademica da sola, per quanto completa, è però per paradosso più "dannosa" di quella fatta sul campo.
Ritengo, ma è un pò la stessa cosa anche con altre discipline tipo la medicina, che avere una formazione base sia ottima cosa, ma poi questa deve essere legata e ampliata al lavoro sul campo diretto, altrimenti si finisce come in quelle palestre dove iperformatissimi giovani personal trainer finiscono per chiedere lumi a pisquani con le mani piene di calli da ferro.
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