Quelle di base sono estremamente stringate ed essenziali nel senso di essere davvero poco affascinanti a un certo occhio ed è il motivo per cui, imho sbagliando, alcuni istruttori si sono spostati su un maneggio molto più funambolico e riconducibile, absit iniuria verbis, alla tradizione filippina e/o del sud est asiatico.
Invece, ovviamente io non condivido, sotto diversi punti di vista .
In primis l'associazione tra gesti funambolici e arti marziali filippine e del sud-est asiatico.
Da un lato perché alcune azioni sono prettamente dimostrative per scenografie pubblicitarie e volutamente non sono affatto rappresentative dell'approccio e della mentalità combattiva delle discipline di origine.
C'è sicuramente anche chi mostra azioni complicate e difficili da mettere in pratica credendo erroneamente davvero che siano realizzabili (di solito sono “istruttorini” occidentali che danno più credito ai pezzi di carta per le certificazioni che al miglioramento nella pratica) ma con un minimo di occhio riguardo gli stili sud-est asiatici si “sgama” facilmente la loro completa ignoranza su quello che mostrano semplicemente da come si muovono e dalla scarsa qualità di esecuzione dei movimenti.
D'altro lato perché quello che a qualcuno può sembrare funambolico o complesso dall'esterno può essere decisamente più semplice da fare di quel che sembra. Il giudicare semplice e complesso un'azione è molto soggettivo e in modo determinante soggette all'influenza di eventuali preconcetti, dalla modalità in cui è spiegata/trasmessa/mostrata e pure dalla forma mentis e dal personale modo di apprendere dell'individuo che riceve gli inputs/insegnamenti/informazione.
In seconda battuta, sono in parziale disaccordo sull'opinione che per motivi commerciali/scenografici alcuni israeliani abbiano sbagliato a rivolgersi alle discipline del sud-est asiatico.
Per motivi commerciali secondo me le etichette arnis/kali/eskrima/fma/silat e il loro classico modo di presentarsi per il pubblico occidentale sono decisamente improduttivi. Oggi come oggi ha molti più allievi un corso di krav maga di scarsa qualità che un corso di am del sud-est asiatico tenuto da un insegnante apprezzato dagli esperti del settore anche nel Paese di origine degli stili.
In effetti, associato all'insegnamento di altra disciplina e approccio più accattivante e considerata dal grande pubblico più specifica per la difesa personale, gli stili del sud-est asiatico fanno invece molto curriculum e fanno fare un figurone agli occhi degli inesperti neofiti, consentendo pure a chi è ingolosito dal denaro di “allungare parecchio il brodo”di quello che inizialmente è proposto come efficace sistema di veloce apprendimento.
Sarà un caso che nell'ultimo quarto di secolo la stragrande maggioranza di coloro che vengono considerati a livello internazionale esperti di maneggio o alle difese da coltello hanno un più o meno breve background di arti marziali filippine e del sud-est asiatico. Quel che mi fa più sorridere è che quando come nome si sono discostati dal nome delle am filippine, sono i primi ad associare alle am filippine movimenti coreografici e a presentare come loro personale evoluzione e studio sull'argomento oppure talvolta addirittura sbandierate come azioni avanzate una scopiazzatura di quelle che nelle discipline del sud-est asiatico sono le elementari basi sul tema.
Mi sono chiesto infatti diverse volte quanto questo tipi di discorsi fossero in buona o cattiva fede, se certe affermazioni fossero davvero espresse solo per portare acqua al proprio mulino commerciale o se erano persone che di discipline del sud-est asiatico ne avevano capito davvero così poco (per possibili vari motivi ipotizzabili).
Didatticamente invece vedo alcune incoerenze tra approccio israeliano e quello filippino.
Per esempio a differenza del sud-est asiatico gli israeliani presumo siano stati influenzati dall'esigenza di avere classi numerose e per breve durate a cui impartire indicazioni quindi più uniformati e schematizzate in modo più rigoroso.
I programmi omologhi tradizionali nel sud-est asiatico erano considerati di infarinatura superficiale sull'argomento, coloro ai quali venivano trasmessi non erano neppure associati all'idea dei praticanti. Quelli che venivano invece considerati praticanti erano scelti dall'insegnante ed erano quelli che in gruppi numericamente più ridotti venivano progressivamente addestrati e testati a tutto tondo, ossia gli individui tra i quali sarebbe stato scelto il successore dell'insegnante per il passaggio del testimone della trasmissione e della rappresentazione dello stile/tradizione.
Per la dp in Italia/Europa poi vedo una controindicazione per le am filippine e forse parzialmente pure per quelle israeliane come intese in Terra Santa come mindset.
Se immaginiamo uno scenario di coltello automaticamente nelle am filippine come mentalità si prefigura e si accetta in caso di ingaggio, oltre all'idea di essere noi feriti, che alla conclusione dello scontro ci scapperà il morto, approccio mentale che in Italia e in Europa è poco accettabile, soprattutto legalmente.