Lasciando alle ortiche gli orrori come la retroversione, dipende molto anche dal bagaglio tecnico.
Per quel poco che ho potuto vedere di impostazione kudoisticasecondo me ha senso assestare l'avampiede, mentre ad esempio nell'impostazione pugilistica che utilizza Sands in MBC gioca un ruolo fondamentale l'azione del piede arretrato.
A me personalmente piace l'impostazione a tenere un po' più carico il piede dietro e più leggero quello davanti (sull'ordine del 40 - 60%) che si vede appunto bene in MBC anche se la posizione di guardia è meno defilata per ovvii motivi.
Anche Machida tendenzialmente mi pare ben carico sul piede arretrato (diversamente la strategia di cui sopra non sarebbe attuabile).
Secondo me il fondamento di queste abilita' e di anticipi e incontri e' la capacità di leggere l'avversario, per cui e' sicuramente necessaria la corretta distanza per poter agire in quella finestra di tempo che e' necessaria all'avversario per coprire la distanza grigia e portarsi a tiro.
Se nella lotta credo,per la mia scarsa esperienza, sia una questione prevalentemente di sensibilità tattile, penso che nelle discipline di striking sia essenzialmente visiva; nello specifico credo derivi dalla capacita' di intuire il movimento avversario a partire dagli squilibri della linea delle spalle che precedono e in qualche modo predicono il movimento degli arti periferici.
Grossolanamente ad esempio spalla sx scende ---> calcio dx in arrivo, spalla sx arretra ---> pugno dx; entrambe scendono ---> attacco linea bassa, etc..
Verissimo e intervento molto acuto.
Specifico solo che, se le distanze da lunghe diventano molto lunghe, in effetti diventa molto più semplice anticipare perchè le azioni che può fare l'avversario per avvicinarsi ed eventualmente poi fare qualcos'altro, in realtà sono pochissime (anche i calci circolari non possono arrivare senza prima un accorciamento della distanza) e bene o male da "quel" punto lì devono passare. Tutto questo purchè si abbia a disposizione il bagaglio adatto a mantenere questa strategia ed evitare di farsi mangiare lo spazio.