Le ragioni per "non finire a terra" sono solo due (se escludiamo sporcarsi) e cioè, la forte probabilità di farsi male, cadendo, sbattendo, per via di oggetti e spigoli eccetera, oppure il rischio che, quello con cui andiamo a terra, abbia compari che vengano a prenderci a calci in testa mentre siamo in quella posizione di svantaggio.
Quindi che "sia meglio non finirci" è pacifico, come ben dice Andy, al pari di quanto lo sia il non fare a botte, guidare ubriachi, molestare sessualmente un rinoceronte eccetera.
Quelle stesse ragioni, sono però anche quelle per cui è il caso di sapere cosa fare a terra, imparando a cadere e controllare una caduta, sapendo come divincolarsi, gestire eventualità esterne eccetera, per tornare in piedi prima che si può.
Il problema è che, in genere, la cosa del "meglio non finire a terra in DP" è la scusa usata da chi non studia la lotta e il corpo a corpo, bollando la cosa come inutile ai fini della DP, salvo poi precipitare in digressioni risibili, quando si viene accartocciati da qualcuno in gara o in palestra, durante uno sparring, con argomentazioni come "la gara non è la strada", "in DP non ci sono quelle regole, protezioni e situazioni" e tutto il corollario di scuse e alibi al seguito.
Vero che una disciplina può specializzarsi in un ambito, perdendone altri, altrettanto vero è che, la persona, il combattente, se è serio e interessato al combattimento, andrà a colmare le lacune, mentre il sognatore si rifugerà in certezze granitiche quanto fasulle, riguardo l'inutilità di tutto ciò che la sua completissima e definitiva arte comprende.
Tutto qui.